Quali sono i motivi che stanno spingendo le azioni di Mediobanca, preda di MPS e predatrice di Banca Generali, a scivolare sul fondo di Piazza Affari?
Azioni Mediobanca osservate speciali a Piazza Affari nella giornata di oggi, martedì 3 giugno: i titoli di Piazzetta Cuccia, preda di MPS-Monte dei Paschi di Siena e predatrice di Banca Generali, si confermano maglia nera del listino Ftse Mib di Piazza Affari, scivolando fino a oltre il 3%, a quota 20,09 euro.
Certo, per la borsa di Milano la nuova sessione non è iniziata in modo positivo: il listino Ftse Mib perde oggi terreno, e in rosso sono le principali borse europee, in vista del BCE Day di dopodomani, giovedì 5 giugno.
Sell su azioni Mediobanca a Piazza Affari. Sulle banche protagoniste del risiko c’è una bolla?
Ma è evidente che le azioni Mediobanca sottoperformino l’indice benchmark di Piazza Affari, così come fanno i titoli di altre banche italiane, che oggi risultano tra i peggiori, in un momento in cui ci si chiede, come fa notare un articolo di Milano Finanza, se la voglia di risiko bancario manifestata da diversi player del panorama bancario italiano, alla fine non abbia creato una bolla nel settore.
Il quotidiano cita il grande dubbio del numero uno di Intesa SanPaolo, il CEO Carlo Messina, secondo cui il consolidamento starebbe gonfiando le quotazioni di alcune azioni di banche italiane.
D’altronde, non si può dire che i vari promessi sposi delle numerose partite di risiko stiano facendo la fila per presentarsi all’altare.
Nel caso di Mediobanca, nello specifico, si guarda anche alle recenti novità, emerse venerdì scorso, 30 maggio 2025, quando la banca italiana guidata dal CEO Alberto Nagel ha pubblicato la documentazione per l’assemblea dei soci che è stata convocata per il prossimo 16 giugno.
Countdown ad assemblea azionisti Mediobanca, in ballo l’OPS su Banca Generali anti MPS
Obiettivo della convocazione dell’assemblea: consentire agli azionisti di esprimersi sul blitz a sorpresa con cui Piazzetta Cuccia, per difendersi dalle mire del Monte, ha spiazzato tutti, annunciando alla fine di aprile di aver messo nel mirino la controllata di Assicurazioni Generali, ovvero Banca Generali.
Così si legge, testuali parole, nell’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti di Mediobanca convocata per il prossimo 16 giugno:
“Autorizzazioni, ai sensi dell’art. 104, comma 1, del D.lgs. 58/1998, come successivamente modificato e/o integrato, al Consiglio di Amministrazione di Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S.p.A. (“Mediobanca”) a far sì che Mediobanca (i) dia esecuzione all’offerta pubblica di scambio volontaria (l’“Offerta”) sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Generali S.p.A. annunciata in data 28 aprile 2025, (ii) utilizzi le azioni ordinarie di Assicurazioni Generali S.p.A. detenute da Mediobanca quale corrispettivo dell’Offerta; (iii) eserciti la facoltà, ove ritenuto opportuno, di rinunciare in tutto o in parte a una o più delle condizioni di efficacia apposte nell’Offerta. Delibere inerenti e/o conseguenti”.
Mediobanca è stata chiara nel sottolineare che, a suo avviso, delle due l’una o l’altra, intendendo per le due opzioni l’OPS promossa su Banca Generali e l’osteggiata OPS con cui invece MPS vuole conquistarla.
Non è invece dello stesso avviso MPS-Monte dei Paschi di Siena, che non ritiene che le due operazioni siano alternative, cosa in cui tra l’altro non crede neanche un azionista grande banchiere.
Mediobanca chiede ai soci autorizzazione a modifiche OPS su Banca Generali
Partendo da questo presupposto, venerdì scorso si è appreso che il CDA di Mediobanca, il prossimo 16 giugno, chiederà ai soci il semaforo verde per apportare modifiche, in caso di necessità, all’OPS su Banca Generali.
Lo si legge nella relazione illustrativa del board all’assemblea:
“Per consentire a Mediobanca di adottare con rapidità le decisioni opportune nel contesto dell’offerta al fine di far fronte a eventi che possono caratterizzare lo svolgimento dell’offerta stessa (ad esempio, stato delle adesioni, interlocuzioni con le autorità, condotte della società target o di altri soggetti), il consiglio di amministrazione ritiene opportuno chiedere fin d’ora all’assemblea degli azionisti, nel miglior interesse di Mediobanca, di autorizzare il CDA ad apportare eventuali modifiche e/o eventualmente rinunciare in tutto o in parte ad una o piu’ delle condizioni di efficacia diverse dalla condizione soglia, nonché ad apportare eventuali modifiche all’offerta nei modi e nei tempi previsti dalla legge, ove necessario od opportuno ai fini del buon esito dell’offerta stessa”.
Con la documentazione pubblicata in attesa dell’assemblea dei soci, Mediobanca ha ricordato la ratio dell’operazione volta a conquistare Banca Generali, sottolineando che “la combinazione con Banca Generali rappresenta un progetto di significativa creazione di valore per tutti gli stakeholders di Mediobanca, che poggia su” (così come ha elencato Piazzetta Cuccia):
- Forte valenza industriale e finanziaria dell’operazione: viene creato il leader italiano nel Wealth Management di fascia alta con €210 miliardi di masse in gestione, €4,4 miliardi di ricavi, una rete di oltre 3.700 professionisti e un modello di servizio orientato alle fasce più dinamiche della clientela (HNWI, famiglie imprenditoriali). Tali segmenti saranno caratterizzati da elevate prospettive di crescita per i cambiamenti demografici, tecnologici e culturali attesi nel prossimo decennio. Mediobanca si afferma come Gruppo italiano leader nel panorama Europeo in grado di coniugare scala (oltre €210 miliardi di masse), focalizzazione nel Wealth Management (da cui derivano circa il 50% dei ricavi di Gruppo), redditività (ROTE superiore al 20%), elevata creazione di capitale (270bps per anno) e capacità di remunerare gli azionisti (oltre 7% dividend yield).
- Valorizzazione delle eccellenti professionalità sia di Mediobanca che di Banca Generali, il vero asset su cui poggia il modello di business del Gruppo a beneficio del livello di soddisfazione della clientela. Il nuovo Gruppo avrà una maggiore capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti, nonché di valorizzare le risorse umane e i consulenti finanziari, facendo leva su un brand forte e riconosciuto, nonché su solide prospettive di crescita sostenibile, in linea con la propria storia recente e passata.
- Ampia riallocazione del capitale che si concretizza con la cessione della partecipazione finanziaria in Assicurazioni Generali (l’acquisto del controllo di Banca Generali avverebbe di fatto da parte di Mediobanca pagando ’moneta’ Generali) e l’investimento nel progetto industriale con Banca Generali, a beneficio della crescita, redditività e valutazione attesa del Gruppo Mediobanca.
Caltagirone boccia OPS Mediobanca su Banca Generali e rivendica italianità di Generali
Occhio intanto alle parole che sono state proferite venerdì scorso da Francesco Gaetano Caltagirone, diventato secondo socio di MPS, dopo il MEF.
A chi lo ha contattato a margine delle Considerazioni finali alla Relazione annuale di Bankitalia proferite dal governatore Fabio Panetta chiedendogli se, a suo avviso, l’OPS di Mediobanca su Banca Generali avesse senso da un punto industriale, la risposta di Caltagirone è stata a dir poco lapidaria: “No”, ha detto l’imprenditore romano.
Non solo. Due giorni prima, in un’intervista rilasciata a Bloomberg, Caltagirone è tornato a bocciare l’accordo che Generali (di cui è maggiore azionista) ha siglato con i francesi di Natixis per dare vita a un colosso del risparmio gestito, rimarcando la necessità che il Leone di Trieste non cada nelle mani sbagliate: “Ho iniziato a pensare al bene comune. Assicurarmi che Generali non cada nelle mani sbagliate è importante. È importante anche contribuire alla salute finanziaria di questo Paese”.
Caltagirone ha ribadito il pensiero più volte espresso da diversi esponenti del governo Meloni, affermando che “ Generali dovrebbe aspirare a essere un attore globale radicato in Italia , pronto a cogliere grandi opportunità nel settore assicurativo” e aggiungendo che, nel momento in cui “ si raccolgono i risparmi delle persone , bisogna anche utilizzarli per promuovere la crescita delle aziende con sede nei paesi in cui vivono”.
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