Perché i mercati oggi sono sotto pressione? Cina e Fed ancora in focus

Violetta Silvestri

21/07/2023

21/07/2023 - 08:35

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I mercati non trovano tregua e restano incerti. I motivi sono ancora i problemi economici della Cina e le previsioni sulle prossime scelte della Fed. Cosa succede oggi?

Perché i mercati oggi sono sotto pressione? Cina e Fed ancora in focus

Mercati oggi ancora contrastati da notizie e aspettative incerte.

Le azioni asiatiche sono state sottotono dopo che i rapporti sugli utili di Tesla e Netflix non hanno entusiasmato, mentre i rendimenti del dollaro e dei Treasury hanno mantenuto i guadagni prima di una settimana ricca di eventi che potrebbe vedere la fine del ciclo di inasprimento degli Stati Uniti.

Tuttavia, c’è molta incertezza su cosa accadrà davvero e i titoli di Stato Usa decennali sono scesi a causa di nuovi segnali di resilienza del mercato del lavoro che potrebbero sostenere un altro aumento dei tassi di interesse quest’anno.

Nel frattempo, anche in Asia il sentiment non è proprio ottimista. L’indice MSCI più ampio delle azioni dell’area Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è ​​sceso dello 0,5%, registrando una perdita settimanale dell’1,8%. Il giapponese Nikkei ha perso lo 0,6%.

Un sottoindice tecnologico è ​​diminuito del 2,2%. Le azioni del produttore di chip taiwanese TSMC sono crollate del 3,3%, dopo che il più grande produttore del settore del mondo ha segnalato un calo del 10% nelle vendite del 2023.

Le blue chip cinesi hanno perso lo 0,2%, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong (.HSI) ha guadagnato lo 0,4%.

Cina e banche centrali continuano a monopolizzare l’attenzione degli investitori: perché i mercati oggi sono sotto pressione?

Mercati incerti osservano Cina e Fed: cosa succede

Il focus è già tutto per le riunioni delle banche centrali Fed e Bce che si terranno la prossima settimana. Se l’Eurozona è quasi certa che subirà un altro aumento dei tassi di 25 punti base, maggiore attesa c’è per la decisione della Federal Reserve, che a giugno ha messo in pausa il rialzo.

In generale, si attendono indicazioni più precise da Powell e Lagarde su cosa accadrà entro la fine dell’anno, tra le preoccupazioni sulla crescita non ancora allontanate davvero. Con l’inflazione generale in calo, ma quella sottostante piuttosto vischiosa, si teme che un allentamento della politica monetaria possa mantenere i prezzi ancora troppo alti.

Nel frattempo, però, mutui e prestiti salgono e preoccupano. Secondo gli analisti di TD Securities se è certo che luglio porterà l’ultimo aumento dei tassi della Fed di questo ciclo, non è certo che la Fed sia ancora a suo agio nel segnalare questo cambiamento. Piuttosto, i politici sembrano più a loro agio nel mantenere una posizione da falco per ora.

Le riunioni della Federal Reserve statunitense e della Banca centrale europea della prossima settimana, la Banca del Giappone si incontrerà tra speculazioni su imminenti modifiche politiche. All’inizio di venerdì, l’inflazione giapponese è rimasta al di sopra dell’obiettivo del 2% della banca centrale per il 15° mese consecutivo di giugno, ma i guadagni hanno rispecchiato le previsioni mediane del mercato.

In Cina, stanno sorgendo preoccupazioni anche per la salute dei promotori immobiliari, dopo che le agenzie di rating hanno avvertito che Wanda Commercial potrebbe non rimborsare il debito. Le obbligazioni in dollari di Country Garden (2007.HK) sono crollate venerdì.

“Il settore immobiliare cinese è entrato nella sua più lunga tendenza al ribasso negli ultimi due decenni e il peggio potrebbe non essere passato”, ha affermato Betty Wang, economista cinese senior presso ANZ.

L’attesa per un maggiore sostegno politico sta crescendo in vista della riunione del politburo alla fine di luglio. Venerdì Pechino ha rilasciato alcune nuove misure per aiutare il consumo di auto ed elettronica, che non sono riuscite a generare molto entusiasmo nel mercato.

A Wall Street, dopo essere salito di quasi il 40% dall’inizio dell’anno, il Nasdaq è sceso del 2% durante la notte, la più grande perdita di un giorno da marzo, spinto dai forti crolli post-utili nei titoli mega tecnologici Tesla e Netflix.

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