Si parla molto della fornitura delle bombe a grappolo all’Ucraina ma poco dei motivi che hanno convinto Biden. La risposta è molto semplice: gli Usa hanno finito le munizioni.
Le bombe a grappolo che gli Usa presto forniranno all’Ucraina al momento sono l’argomento più caldo di questa guerra che sta andando avanti da oltre 500 giorni; noi in verità vi abbiamo svelato i piani della Casa Bianca prima che Joe Biden ufficializzasse l’invio di queste armi vietate in oltre 100 Paesi, Italia compresa.
Usa, Ucraina e Russia però non hanno ratificato la Convenzione di Oslo che in sostanza bandisce le bombe a grappolo, anche se in verità Washington potrebbe usarle in guerra ma non cederle a Paesi terzi: vista l’eccezionalità del momento, Biden ha deciso di forzare la mano e di inserire questa fornitura nel nuovo pacchetto di aiuti miliari a Kiev da 800 milioni di dollari.
“È stata una decisione difficile - ha commentato Joe Biden cercando di giustificare la controversa disposizione presa -. Gli ucraini stanno esaurendo le munizioni. Questa è una guerra che ruota attorno alle munizioni”.
Ecco il motivo di fondo: le truppe ucraine nel pieno della loro controffensiva che al momento, per stessa ammissione di Volodymyr Zelensky, non starebbe dando i risultati attesi, starebbero per esaurire le munizioni a loro disposizione.
Ma perché l’Ucraina sta finendo le munizioni se l’Occidente si è impegnato a garantire una costante fornitura a Kiev? Dietro questa domanda si cela una delle grandi verità non dette di questa guerra: anche la Nato ha i magazzini vuoti, tanto che gli Usa hanno dovuto rispolverare le bombe a grappolo per armare gli obici da 155 mm da tempo forniti alle truppe di Zelensky.
Ucraina e Nato stanno finendo le munizioni per la guerra?
Come riportato dall’Adnkronos, la scelta di Joe Biden di fornire all’Ucraina le bombe a grappolo - quasi più pericolose in guerra per i civili che per i soldati nemici - è una decisione “di transizione adottata sulla base della raccomandazione del Pentagono e valida fino a quando gli Stati Uniti non saranno in grado di produrre altri proiettili per gli obici da 155 mm”.
In sostanza quando gli Usa torneranno ad avere a disposizione proiettili convenzionali, allora smetteranno di inviare in Ucraina le bombe a grappolo; quanto all’Europa invece le difficoltà a mantenere fede all’impegno di fornire all’Ucraina 1 milione di munizioni all’anno ormai sono da tempo appurate.
Oltreoceano diversi analisti hanno commentato la scelta della Casa Bianca con un amaro “non c’era altro da mandare”, visto che da quando è scoppiata la guerra gli Usa hanno fornito aiuti militari all’Ucraina di un totale di circa 20 miliardi di dollari.
L’industria bellica americana però non sembrerebbe essere capace di stare al passo delle tante commesse provenienti da tutto il mondo, motivo per cui i magazzini occidentali al momento sarebbero pericolosamente vuoti. In più il sempre alto rischio di una escalation sta spingendo i vari Paesi a non sguarnire troppo i propri arsenali, il tutto per non essere impreparati in caso di un coinvolgimento diretto nel conflitto.
Nel frattempo però c’è una guerra da portare avanti, con l’Ucraina che deve essere sostenuta perché nella sua controffensiva deve sfondare a Sud per mettere la Crimea sotto tiro: visto che con ogni probabilità a dicembre si arriverà a una tregua in stile “Corea” - nel 2024 ricordiamo che negli Usa si vota e Biden è in forte difficoltà nei sondaggi - al momento del gong non devono mancare gli elementi di pressione per Vladimir Putin.
Ad aver finito le bombe però sarebbe l’Occidente invece che la Russia, uno dei tanti paradossi di questa guerra che assomiglia sempre più a una autentica sciarada.
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