Pensioni, tempo scaduto. Se hai dimenticato di farlo resti un mese senza soldi

Simone Micocci

5 Maggio 2025 - 09:40

Volevi andare in pensione in anticipo con Quota 97,6? Il termine per presentare la domanda di riconoscimento è scaduto. Ora resterai un mese in più senza soldi.

Pensioni, tempo scaduto. Se hai dimenticato di farlo resti un mese senza soldi

Non essere ben informati su quali sono le regole per andare in pensione può comportare degli svantaggi. Se ne stanno per rendere conto quei lavoratori che per qualche giorno di ritardo dovranno restare al lavoro almeno un mese in più, non potendo andare subito in pensione ricorrendo alla cosiddetta Quota 97,6.

Questa misura consente ad alcuni lavoratori di andare in pensione con una strada alternativa rispetto a quella tracciata dalla legge Fornero con la pensione di vecchiaia e anticipata, richiedendo però un importante adempimento che richiede delle scadenze ben precise.

Nel dettaglio, prima di effettuare la domanda di pensione bisogna chiedere all’Inps il riconoscimento dei requisiti. La cosiddetta Quota 97,6, infatti, è riservata solamente a coloro che hanno svolto lavori particolarmente faticosi e pesanti: ad esempio per chi per molti anni è stato impiegato nelle mansioni cosiddette usuranti, oppure che per gran parte del tempo hanno svolto turni notturni.

Una condizione che legittima una maggiore flessibilità per il collocamento in quiescenza, tanto che con Quota 97,6 si può smettere di lavorare all’età di 61 anni e 7 mesi (rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia), a patto di aver maturato almeno 35 anni di contributi (invece dei 42 anni e 10 mesi della pensione anticipata). E attenzione, perché in ogni caso la somma tra età e contributi deve restituire il valore della quota, quindi 97,6.

A patto però di fare domanda di riconoscimento entro il termine previsto dalla normativa che, ci dispiace sottolineare, è scaduto l’1 maggio 2025 per coloro che hanno in programma di accedervi il prossimo anno. I lavoratori interessati, quindi, non possono lasciare subito il lavoro se hanno dimenticato questo passaggio: questi devono considerare almeno un mese in più di pazienza per l’arrivo dei soldi della pensione.

Nulla è perduto infatti: la domanda di riconoscimento per Quota 97,6 può essere ancora inviata. Ma bisogna fare in fretta, perché più si attende e più rischia di slittare la decorrenza della pensione.

Chi può accedere a Quota 97,6

Prima di tutto dobbiamo identificare quelli che sono i lavoratori potenzialmente interessati da questa misura che hanno quindi la possibilità di anticipare l’accesso alla pensione.

Nel dettaglio, Quota 97,6 è riservata a una platea ristretta di lavoratori, individuati dal decreto legislativo n. 67 del 2011: si tratta in gran parte di coloro che hanno svolto occupazioni faticose e usuranti, attività che per la loro natura giustificano un’uscita anticipata rispetto ai requisiti ordinari.

Vi rientrano, ad esempio, i lavoratori impiegati per lungo tempo in ambienti sotterranei come cave e miniere, oppure in condizioni particolarmente difficili, come nei cassoni ad aria compressa o in spazi ristretti. Fanno parte della categoria anche coloro che operano a contatto con temperature elevate, come nel caso della lavorazione del vetro cavo, e quelli coinvolti nella rimozione dell’amianto, notoriamente pericolosa per la salute.

Un altro ambito che consente l’accesso a Quota 97,6 è il lavoro notturno, ma con condizioni ben precise. Intanto la norma considera usurante l’attività svolta per almeno sei ore consecutive tra la mezzanotte e le cinque del mattino per un minimo di 64 notti l’anno. In alternativa, è sufficiente lavorare tre ore nel medesimo intervallo temporale, purché ciò avvenga con continuità per l’intero anno lavorativo.

Non mancano infine altri casi particolari, come gli addetti alla cosiddetta “linea catena”, ovvero mansioni ripetitive e standardizzate tipiche della produzione industriale, e i conducenti di mezzi pubblici con almeno nove posti, purché utilizzati per il trasporto collettivo.

I requisiti da rispettare

Per accedere a Quota 97,6 servono almeno 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi versati. Questi due parametri devono sommarsi per raggiungere almeno il valore di 97,6. Ma attenzione: questo vale soltanto per i lavoratori dipendenti che rientrano nelle categorie sopra descritte o che abbiano svolto turni notturni per oltre 77 notti l’anno.

Chi invece rientra in fasce inferiori per numero di notti lavorate, o è un lavoratore autonomo, deve invece confrontarsi con condizioni più rigide. Per questi, i requisiti si alzano progressivamente: si passa dalla Quota 98,6 fino alla 100,6, con un conseguente posticipo dell’uscita dal lavoro.

Ad esempio, un autonomo con almeno 77 notti lavorate l’anno può accedere alla pensione con 62 anni e 7 mesi e 35 anni di contributi. Se invece le notti lavorate sono tra 64 e 71, l’età sale fino a 64 anni e 7 mesi, mantenendo costanti i contributi richiesti.

Occhio alle scadenze, cosa succede se hai fatto tardi

Come abbiamo avuto modo di sottolineare, però, uno degli aspetti più importanti di Quota 97,6 è rappresentato dalla necessità di rispettare un adempimento formale: la richiesta all’Inps per il riconoscimento dei requisiti. Tale domanda va presentata entro una scadenza ben precisa: il 1° maggio dell’anno precedente a quello in cui si intende andare in pensione.

Pertanto, chi desidera accedere a Quota 97,6 nel 2026 avrebbe dunque dovuto inviare la richiesta entro lo scorso giovedì. Il termine è scaduto, ma non tutto è perduto: infatti, è ancora possibile presentare la domanda, anche se questo comporta un ritardo nella decorrenza del trattamento pensionistico.

Secondo quanto stabilito dall’Inps, le richieste inviate tra il 2 maggio e l’1 giugno comportano un posticipo dell’assegno di un mese. Se invece la domanda arriva tra il 2 giugno e il 31 luglio, il ritardo sale a due mesi. Per chi invece inoltra la richiesta dall’1 agosto in poi, la pensione slitta di tre mesi.

Solo dopo l’accoglimento della richiesta da parte dell’Inps sarà possibile inviare la domanda vera e propria di pensionamento. Le istruzioni operative, comprensive dell’elenco dei documenti da allegare, sono riportate nel messaggio Inps n. 801/2025, utile riferimento per chi intende comunque procedere.

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