Pensioni, l’Inps può prendere tutti i tuoi soldi. Ecco come

Simone Micocci

15 Agosto 2025 - 09:50

Le pensioni sono tutelate, ma non dall’Inps, che può prendere molti più soldi di qualsiasi altro creditore in caso di debito.

Pensioni, l’Inps può prendere tutti i tuoi soldi. Ecco come

Le pensioni sono generalmente considerate tra le fonti di reddito più sicure e stabili, anche grazie ai particolari strumenti di difesa dal pignoramento. Il pignoramento dei trattamenti pensionistici, infatti, è soggetto a limiti massimi rigorosi e molto più elevati rispetto a qualsiasi altro bene, compreso lo stipendio. Ironia della sorte, però, le stesse misure non si applicano quando a eseguire la riscossione è direttamente l’Inps, per i debiti del contribuente.

L’Istituto gode infatti di una deroga speciale per il recupero dei propri crediti, che gli consente addirittura di agire in autonomia, senza passare dalla procedura giudiziale ordinaria. Così l’Inps può prendere tutti i soldi dovuti in rate abbondanti, ben più elevate di qualsiasi altro tipo di pignoramento.

Perché l’Inps può prendere i soldi dalla pensione

Il motivo per cui l’Inps riesce a trattenere direttamente dalla pensione somme più alte rispetto a qualsiasi altro creditore è legato a una vera e propria lacuna. La trattenuta diretta dell’Inps è infatti regolamentata da una normativa datata, la legge n. 153/1969, mai modificata negli anni successivi. Questa legge prevede un trattamento agevolato per la riscossione dei crediti da parte dell’Inps, basandosi sull’interesse collettivo all’efficienza dell’Istituto. Di conseguenza, la norma non tiene conto delle successive leggi in tutela dei pensionati e dei nuovi limiti previsti per salvaguardare i trattamenti più fragili.

Inutile sottolineare che esiste un divario enorme tra le pensioni all’epoca di emanazione della legge e quelle di oggi, tant’è che le leggi hanno previsto soglie massime al pignoramento più severe. Nessuno si è però occupato, per il momento, di rivedere le previsioni sul pignoramento amministrativo da parte dell’Inps. Così, l’Istituto può derogare alle regole ordinarie agendo nel pieno rispetto della legge, senza possibilità di difesa da parte del pensionato.

In attesa di un intervento legislativo, anche soltanto per diminuire il beneficio dell’Istituto e bilanciare gli interessi dei cittadini in modo più coerente con il nuovo contesto sociale.

Come l’Inps può prendere i soldi dalle pensioni

La linea guida generale per i pignoramenti di pensioni e stipendi è la soglia massima di un quinto, talvolta elevabile fino a un massimo di due quinti. Come anticipato, però, le pensioni godono di una tutela più elevata. La soglia del 20%, occasionalmente del 40%, non si applica all’intero importo della pensione, bensì all’eccedenza rispetto al minimo vitale. Quest’ultimo corrisponde al doppio dell’assegno sociale, ma non può comunque essere inferiore a 1.000 euro. Per quest’anno, il minimo vitale corrisponde a 1.077,36 euro, quindi questa somma deve essere sottratta dall’intera rata. Sulla rimanenza, poi, bisogna calcolare un quinto, corrispondente al massimo pignorabile.

Questa regola si applica a qualsiasi pignoramento, per ogni debito e creditore, tranne che per l’Inps. Quest’ultimo ha la possibilità di agire in via amministrativa e trattenere direttamente una parte della pensione, senza l’intervento di un giudice. In questo modo, l’Inps può pignorare un quinto della pensione, calcolato sull’intero importo senza tenere conto del minimo vitale. L’unico limite a cui deve attenersi l’Istituto è lasciare al pensionato almeno il trattamento minimo, che per il 2025 ammonta a 598 euro. Questo importo non deve essere sottratto dalla base di calcolo, ma deve essere riconosciuto qualora la sottrazione di un quinto restituisca una somma inferiore.

Facciamo qualche esempio per chiarire meglio la disparità. Una pensione di 1.000 euro non sarebbe neanche pignorabile in modo ordinario, neanche l’Inps stesso potrebbe ottenere altro agendo in tribunale per il pignoramento. Con la trattenuta diretta, invece, potrebbe diminuire il rateo di 200 euro al mese fino al saldo del debito. Prendiamo invece una pensione da 700 euro, anche questa non pignorabile da altri creditori. L’Inps avrebbe la facoltà di trattenere 140 euro al mese, ma in questo modo dovrebbe erogare un trattamento inferiore al minimo (560 euro anziché 598). In questa ipotesi, quindi, l’Istituto potrebbe trattenere un massimo di 102 euro.

Guardiamo infine cosa succede con una pensione più alta, da 2.000 euro. Il pignoramento normale consentirebbe di trattenere 184,53 euro al mese, mentre l’Inps potrebbe trattenere anche 400 euro. L’unico limite sta nel fatto che il procedimento amministrativo diretto non può essere attuato quando il credito non è certo, ma da definire in sede giudiziale, quindi con procedimento ordinario.

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