Pensioni, sanzioni per chi ha la Certificazione Unica sbagliata: attenzione all’errore Inps

Simone Micocci

22 Settembre 2022 - 12:47

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Certificazione Unica sbagliata, pensionati beffati: dovranno pagare una sanzione all’Agenzia delle Entrate.

Pensioni, sanzioni per chi ha la Certificazione Unica sbagliata: attenzione all’errore Inps

Anche l’Inps può commettere degli errori: questa volta a essere coinvolti sono alcuni pensionati che hanno ricevuto una Certificazione Unica sbagliata e per questo motivo sono stati costretti dall’Agenzia delle Entrate a pagare sanzioni e interessi vista la difformità degli importi indicati.

Una situazione che interessa circa 2 mila pensionati della provincia di Padova, i quali si trovano a pagare una cifra che va dai 10 ai 20 euro per un errore non commesso da loro.

A segnalare lo sbaglio è stato Carlo Miatello, presidente di Anp Cia di Padova, il quale si è fatto portavoce degli interessi dei circa 2 mila pensionati coinvolti, chiedendo agli organi competenti di non pretendere il pagamento delle relative sanzioni dal momento che l’errore è da imputare all’Inps e non al titolare della pensione.

Certificazioni sbagliate Inps: l’errore che coinvolge i pensionati

Può capitare certo, e non è né la prima volta che nella Certificazione Unica l’Inps indichi un importo di pensione differente da quello effettivamente percepito. Ecco perché, prima di utilizzare la CU per indicare in dichiarazione dei redditi la pensione percepita, sarebbe opportuno rivolgersi a un esperto per una verifica preliminare.

A far riflettere è il fatto che questa volta, almeno secondo quanto segnalato da Carlo Miatello, l’errore abbia coinvolto un gran numero di pensionati. Nel dettaglio, ci sono pensionati che hanno presentato una dichiarazione dei redditi indicando un importo di pensione differente da quello effettivamente percepito.

Questo perché nella Certificazione Unica, elaborata e inviata dall’Inps, c’è stato un errore, non imputabile al pensionato che non ha fatto altro che fidarsi dell’Istituto non verificando l’attendibilità degli importi indicati.

Errore che comporta un danno, oltre a una vera e propria beffa. Come spiegato dal presidente di Anp Cia Padova, infatti, “saranno costretti a pagare all’Agenzia delle Entrate interessi e sanzioni da 10 a 20 euro ciascuno”. Non un importo di chissà che portata, ma è comunque troppo considerando che si tratta di un errore non loro. Senza dimenticare poi che ci troviamo in un particolare periodo storico in cui anche qualche decina di euro può fare la differenza a fine mese, specialmente nel caso dei pensionati.

Pensionati danneggiati dall’Inps, stop alle sanzioni

A tal proposito, Miatello chiede che - tenuto conto della situazione - l’Agenzia delle Entrate annulli le sanzioni comminate ai pensionati coinvolti. Dello stesso parere Massimo Lazzarin, direttore del Patronato Inac di Padova, secondo cui non si tratta tanto della cifra in sé, quanto di “una questione di principio”:

Non comprendiamo perché gli stessi pensionati siano obbligati a pagare di tasca propria una svista che non dipende da loro.

Senza dimenticare poi che per il pensionato si tratta di una perdita di tempo, nonché di un dispendio di energie. Questi, infatti, sono tenuti a correggere la dichiarazione dei redditi, e dovranno farlo per tempo: da normativa, infatti, la scadenza per la dichiarazione dei redditi con modello 730/2022 è fissata al 30 settembre, mentre fino al 30 ottobre si potranno correggere eventuali errori utilizzando il modello 730 integrativo.

Attenzione agli errori commessi dall’Inps

Tale situazione, comunque, non riguarda solamente la provincia di Padova. Può capitare, infatti, che l’Istituto commetta un errore nell’elaborazione della Certificazione Unica. Lo scorso giugno, ad esempio, diversi contribuenti hanno ricevuto dall’Inps una comunicazione riguardante la presenza di errori per quel che riguarda i dati fiscali e i redditi indicati nelle CU.

Niente di trascendentale visto che l’Istituto ha poi messo a disposizione il modello debitamente corretto, ma il problema sorge quando i dati errati sono stati già stati comunicati al Fisco. In caso di difformità, infatti, l’Agenzia delle Entrate segnala l’errore, con tanto di sanzioni a carico del titolare della prestazione.

Ragion per cui un controllo preliminare della Certificazione Unica è sempre consigliato, così da evitare errori che potrebbero farvi perdere tempo e soldi.

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