Pensioni di reversibilità, aumenti e tagli nel 2026. Ecco i nuovi importi

Simone Micocci

5 Dicembre 2025 - 09:46

Nuovi importi per le pensioni di reversibilità grazie ai nuovi aumenti. E nel frattempo cambiano le soglie per evitare il taglio.

Pensioni di reversibilità, aumenti e tagli nel 2026. Ecco i nuovi importi

Come ogni anno, anche nel 2026 si rinnovano gli importi delle pensioni, con aumenti e tagli a seconda dei casi.

Lo stesso vale anche per le pensioni di reversibilità, per quanto però in questo caso sia necessario ragionare per quote. Ricordiamo, infatti, che ai superstiti generalmente spetta solo una parte della pensione che era stata riconosciuta al familiare defunto; pertanto, è vero che l’importo complessivo può godere di un certo aumento - ad esempio per effetto della rivalutazione - ma allo stesso tempo chi beneficia della pensione di reversibilità ne riceverà uno proporzionale all’importo da lui percepito.

Ad esempio, se un coniuge beneficia del 60% di reversibilità, avrà diritto al 60% dell’aumento complessivo previsto.

E attenzione perché non ci sono solo aumenti. Ricordiamo che chi prende la pensione di reversibilità in presenza di altri redditi rischia un taglio della stessa. Ciò dipende dal raggiungimento o meno delle soglie previste dalla normativa, le quali si aggiornano nel 2026.

Vediamo quindi come cambiano gli importi della pensione di reversibilità e per quale ragione aumentano, facendo poi chiarezza su come l’aggiornamento si ripercuote sui singoli familiari superstiti.

Pensioni di reversibilità, l’aumento dell’importo è per la quota base

Come anticipato, la pensione del dante causa viene distribuita - nel rispetto delle percentuali previste dal nostro ordinamento - tra i vari familiari superstiti. Ad esempio, ne spetta il 60% al coniuge, mentre in caso di figli a carico ne spetta il 20% in più. Quando invece la reversibilità spetta ai figli senza coniuge, l’importo è del 70% quando è uno solo, 80% se sono due e 100% se sono almeno tre (in tal caso, quindi, ne spetterebbe il 33% a ciascuno).

Per quanto la pensione di reversibilità sia stata riconosciuta dai giudici come uno strumento con finalità assistenziali, questa viene trattata al pari di qualsiasi altro trattamento previdenziale. Spetta quindi la tredicesima, come pure la quattordicesima, e l’importo ogni anno si aggiorna per effetto della rivalutazione. Tutti questi aumenti, però, spettano pro quota, per la sola parte percepita quindi.

Pensiamo ad esempio a una pensione di 1.000 euro distribuita tra il coniuge - che ne prende quindi 600 euro - e un figlio, al quale vanno altri 200 euro. Di tredicesima spettano 1.000 euro, ma anche questi vengono distribuiti allo stesso modo tra i superstiti: ne vanno quindi altri 600 euro al coniuge e 200 euro al figlio.

Lo stesso vale per gli aumenti della rivalutazione, come pure per le varie integrazioni al trattamento minimo o la maggiorazione sociale conosciuta come l’incremento al milione.

Ma andiamo con ordine. Sappiamo che dal gennaio 2026 le pensioni aumentano dell’1,4% entro le 4 volte il valore del trattamento minimo, quindi circa 2.400 euro lordi, mentre per la parte che supera questa soglia l’incremento è parziale (al 90% del tasso entro le 5 volte il trattamento minimo e al 75% oltre le 5 volte).

Ebbene, la rivalutazione si applica sulla quota base e solo in un secondo momento viene aggiornato l’importo percepito da ogni familiare. Pensiamo sempre a una pensione di 1.000 euro che sale così a 1.014 euro: dell’aumento nel spetta il 60% al coniuge - che quindi riceve circa 8,40 euro in più - e il 20% al figlio, per il quale quindi l’assegno mensile sale a 202,80 euro.

Lo stesso vale per gli altri aumenti previsti, come ad esempio per la rivalutazione straordinaria per gli assegni il cui importo non supera la pensione minima - che nel 2026 sale a 611,85 euro - che il prossimo anno sarà pari all’1,3% dell’importo percepito.

Pensiamo a un assegno di 500 euro, che per effetto della rivalutazione sale a 507 euro. A questo importo si aggiunge poi un ulteriore 1,3%, salendo così a 513,59 euro. Solo a quel punto avviene la suddivisione: 308,15 euro vanno al coniuge (che percepiva 300 euro), mentre 102,71 euro al figlio (che ne prendeva 100 euro).

E ancora, lo stesso principio si applica per l’incremento al milione, quella quota che si aggiunge alla pensione integrata al minimo che nel 2026 si aggiunge di ulteriori 20 euro per effetto di quanto stabilito dalla legge di Bilancio. Ciò significa che la quota base di assegno può raggiungere i 768,30 euro (156,44 euro dell’incremento più 20 euro extra). Solo a quel punto va fatta la suddivisione tra le parti: 460,98 euro vanno al coniuge, 153,66 al figlio.

I tagli della pensione di reversibilità 2026

Come anticipato, però, non ci sono solo aumenti. Bisogna anche considerare il possibile taglio della pensione di reversibilità nel caso in cui il coniuge - senza minori a carico, figli maggiorenni studenti o disabili nel nucleo familiare - percepisca un altro reddito.

La soglia da non superare è calcolata in base all’importo della pensione minima che come anticipato sopra a gennaio sale a circa 611 euro. Ne consegue che i nuovi limiti oltre cui scattano i tagli sono i seguenti:

  • 25% in meno quando i redditi superano 23.862,15 euro annui ma non i 31.816,20 euro annui.
  • 40% in meno quando i redditi superano 31.816,20 euro annui ma non i 39.769,25 euro annui.
  • 50% in meno quando i redditi superano 39.769,25 euro annui.

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