Pensioni: lavoro fino a 71 anni in Italia. Allarme UE

Teresa Maddonni

29/01/2021

02/12/2022 - 15:09

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Pensioni: in Italia fra 20 anni bisognerà lavorare fino a 71 anni se si vuole mantenere sostenibile il sistema previdenziale. A lanciare l’allarme la Commissione UE nel Libro verde sull’impatto dell’invecchiamento della popolazione.

Pensioni: lavoro fino a 71 anni in Italia. Allarme UE

Pensioni: in Italia lavoro fino a 71 anni. È questo il drammatico quadro che emerge dal Libro verde sull’impatto dell’invecchiamento della popolazione della Commissione UE.

Un allarme che si ripropone e centrale è sempre la sostenibilità futura del sistema delle pensioni e che non riguarda solo l’Italia, ma tutta Europa, tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione europea.

Per rendere sostenibile il rapporto tra cittadini in pensione e lavoratori, quindi per la sostenibilità del sistema previdenziale, fra 20 anni toccherà lavorare fino a 70 anni in Europa.

In Italia tuttavia l’asticella si alza fino a 71 anni e ancor di più in altri Paesi europei. Proprio ieri INPS ha pubblicato i dati sui flussi delle pensioni dell’ultimo biennio evidenziando che sono aumentate quelle di vecchiaia.

Pensioni: lavoro fino a 71 anni in Italia

Per le pensioni del futuro e la tenuta del sistema in Italia bisognerà lavorare fino a 71 anni.

Come evidenzia il Libro della Commissione UE nel 2040 il sistema delle pensioni resterà sostenibile, quindi il rapporto fra la popolazione anziana e quella in età lavorativa resterà quello attuale, solo se si continuerà a lavorare fino a 70 anni.

Prima dei 70 anni, come evidenziano le ultime proiezioni di Eurostat, potranno andare in pensione solo i cittadini di:

  • Malta;
  • Ungheria;
  • Svezia.

Andranno invece in pensione a 72 anni i cittadini di:

  • Lituania;
  • Lussemburgo.

La Commissione europea evidenzia che con l’invecchiamento della popolazione “i sistemi delle pensioni potrebbero sostenere una vita lavorativa più lunga adattando automaticamente l’età pensionabile o i requisiti di carriera, i tassi di maturazione o i benefici in modo da riflettere una maggiore aspettativa di vita.”

E non a caso arriva il disincentivo alle pensioni anticipate e quindi anche al nostro Quota 100, per la quale si avanza un’ipotesi di mini-proroga, se si vuole rendere i sistemi previdenziali sostenibili.

E infatti la UE consiglia “di limitare il pensionamento anticipato a casi oggettivamente giustificati, stabilire un diritto generale a lavorare oltre l’età pensionabile e regimi di pensionamento flessibile.”

Pensioni: dati INPS sulle uscite

Per le pensioni in Italia ieri INPS ha pubblicato i dati relativi ai flussi di pensionamento 2019-2020 con le rilevazioni al 2 gennaio. L’Istituto sottolinea come siano aumentate le pensioni di vecchiaia e diminuite quelle anticipate.

Le pensioni con decorrenza nel 2020, sottolinea l’Istituto nel comunicato stampa di ieri, è di 795.730, a fronte di 740.486 decorrenti nel 2019. Questo valore comprende le pensioni di vecchiaia e le pensioni anticipate, quelle di invalidità e quelle ai superstiti.

Nel dettaglio per il 2020 si registra:

  • un incremento delle pensioni di vecchiaia che nel 2020 sono 255.813 rispetto alle 156.995 del 2019;
  • quelle anticipate sono state 277.544 nel 2020 e 299.770 nel 2019;
  • gli assegni sociali passano da 39.020 del 2019 a 68.273.

Le pensioni anticipate quindi diminuiscono e così anche Quota 100 determinando anche un risparmio rispetto alle previsioni del governo.

Ad aumentare sono soprattutto le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti del settore privato (FPLD), con un incremento dell’86%, mentre le altre gestioni hanno avuto incrementi più modesti.

Complice dell’aumento sicuramente l’aver portato a 67 anni l’età anagrafica nel 2019 passata da 66 anni e 7 mesi a 67 anni.

Sottolinea INPS:

“Si rileva, pertanto, una quasi parità del numero delle pensioni di vecchiaia con quelle anticipate, che nel 2019 erano aumentate rispetto all’anno precedente sia per l’aumento dell’età pensionabile sia per l’introduzione della cosiddetta “quota 100”.”

L’importo medio mensile delle pensioni alla decorrenza è di 1.299 euro per il 2019 e 1.240 euro per il 2020. Aumentano anche le pensioni femminili rispetto alle maschili:

  • 104 ogni 100 pensioni maschili del 2019;
  • 122 ogni 100 pensioni maschili nel 2020.

INPS rileva tale aumento delle pensioni femminili in particolare in determinate gestioni quali FPLD, gestione pubblica e gestione commercianti.

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