La Corte Costituzionale ha stabilito un nuovo importo per le pensioni di invalidità. Aumentano a 600 euro per questi pensionati.
Cambia l’importo delle pensioni di invalidità (di tipo previdenziale), anche se non per tutti. La Corte Costituzionale si è infatti espressa sul divieto di integrazione al minimo previsto dalla riforma Dini, giudicandolo illegittimo e contestando soprattutto la disparità di trattamento tra pensionati nel regime contributivo puro e tutti gli altri.
Dopo ben 30 anni, la parte della norma giudicata incostituzionale sarà annullata e i cittadini tutelati in maniera più efficace.
Sebbene molti possano aspettarsi degli aumenti della pensione di invalidità, almeno a 603 euro, molti altri resteranno con l’amaro in bocca dopo questa notizia, dato che non saranno erogati arretrati. Si tratta in ogni caso di un cambiamento importante per il sistema pensionistico, anche perché non si può escludere che si vada nella stessa direzione anche per altre prestazioni dei contributivi puri sottoposte allo stesso vincolo.
Certo, non fa piacere sapere di aver ricevuto una pensione iniqua per tutto questo tempo, ma presto saranno riconosciuti almeno gli aumenti.
Nuovo importo della pensione di invalidità, almeno a 600 euro
La legge n. 335/1995 - Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare - conosciuta come riforma Dini ha introdotto novità strutturali nel sistema previdenziale italiano, sia pubblico che privato. Tra queste, il comma 16 dell’articolo 1 prevedeva il divieto di integrare al trattamento minimo le pensioni dei lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996. Si tratta dei contributivi puri, penalizzati rispetto a coloro che si trovavano nel regime contributivo misto o nel regime retributivo, ai quali infatti veniva mantenuta l’integrazione.
Secondo la decisione della Consulta, ovvero la sentenza n. 94/2025 pubblicata il 3 luglio 2025, questo divieto è incostituzionale e ha portato a una disparità ingiusta tra i pensionati. Così, l’assegno di invalidità deve sempre essere integrato al minimo.
Per il 2025 l’importo del trattamento minimo è pari a 603,39 euro, pertanto l’assegno di invalidità non potrà mai scendere sotto questo valore, compresi i contributivi puri.
A chi arriva l’aumento
Per quanto la Corte Costituzionale abbia stabilito l’illegittimità del divieto di integrazione al minimo per gli assegni di invalidità dei contributivi puri non ci sono arretrati in arrivo. Molto semplicemente, i trattamenti pensionistici erogati dall’entrata in vigore della sentenza (dal giorno successivo alla pubblicazione) saranno sottoposti alle nuove regole di calcolo e quindi alzati ad almeno 600 euro, 603,39 per la precisione.
Non ci saranno più disparità di trattamento nel futuro, ma ormai chi ha ricevuto una pensione di invalidità inferiore a causa del proprio regime pensionistico non può far altro che rassegnarsi. L’incremento riguarda in ogni caso la sola pensione di invalidità, nella misura in cui sia inferiore all’importo del trattamento minimo previsto annualmente.
Altri aumenti in arrivo?
Essendovi altri trattamenti pensionistici non integrati al minimo per i contributivi puri ci si chiede se la decisione della Corte Costituzionale possa costituire un precedente favorevole ai pensionati.
Qualche speranza è più che comprensibile, considerando che i giudici hanno sottolineato proprio la disparità di trattamento tra i diversi regimi previdenziali, che non dipende dal tipo di pensione.
Allo stesso tempo, non si può adottare un’interpretazione estensiva di una decisione riguardante la pensione di invalidità, che per natura e finalità è molto diversa da altre prestazioni.
Non resta quindi che attendere un eventuale procedimento dinanzi alla Consulta, che dovrà esprimersi anche sui tagli alla rivalutazione applicati dal governo Meloni con le leggi di Bilancio 2023 e 2024. Nel frattempo, si è certi dell’integrazione al minimo delle pensioni di invalidità, una novità dal valore economico estremamente contenuto ma importante per il rispetto dei principi di giustizia ed equità.
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