Forze armate e di polizia, aumenta la pensione: la legge di Bilancio 2024 cambia i coefficienti di trasformazione e li rende più favorevoli.
In queste settimane uno dei temi centrali su cui si è mossa la discussione parlamentare per la legge di Bilancio 2024 ha riguardato il taglio delle pensioni introdotto per alcuni dipendenti pubblici, quali ad esempio medici, infermieri, insegnanti di asilo e scuole elementari parificate e ufficiali giudiziari.
Per loro, dopo numerose polemiche, è arrivato l’emendamento alla legge di Bilancio che mantiene il taglio solamente per la pensione anticipata, salvando così coloro che smetteranno di lavorare al raggiungimento del limite di età ordinamentale.
Nel frattempo, ci sono invece lavoratori a cui il governo riconosce un trattamento di maggior favore, disponendo un miglioramento delle regole per il calcolo della pensione attraverso una revisione dei cosiddetti coefficienti di trasformazione del montante contributivo. Ci riferiamo al personale delle Forze armate e di polizia, il quale già oggi va in pensione prima rispetto agli altri lavoratori.
E paradossalmente è proprio questa la ragione per cui il governo ha ritenuto necessario mettere mano alle regole di calcolo della pensione di Forze armate e di polizia: potendo andare in pensione in anticipo, infatti, il personale in divisa rischia di pagare maggiormente le conseguenze di un passaggio integrale dal sistema retributivo a quello contributivo, dove il numero di anni di contributi così come l’età di accesso alla pensione costituiscono un elemento fondamentale ai fini del calcolo dell’importo.
Perché la revisione del calcolo delle pensioni per le Forze dell’ordine era necessario
Va sottolineato che non si tratta di un favoritismo, quanto di un atto che potremmo quasi definire obbligato. Come anticipato, infatti, il personale delle Forze armate e di polizia, vista la specificità del ruolo, è stato escluso dalla riforma Fornero e per questo motivo può cessare dal servizio molto prima rispetto ai 67 anni di età della pensione di vecchiaia riservata alla generalità dei dipendenti.
Qui, infatti, l’età di vecchiaia coincide con il limite ordinamentale per la permanenza al servizio e varia a seconda del grado. Nella maggior parte dei casi l’accesso alla pensione avviene già a 60 anni, ma può salire fino a 65 anni.
La pensione anticipata, invece, si raggiunge in alternativa:
- a 58 anni di età e 35 anni di contributi;
- a 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
Tuttavia, con il regime di calcolo contributivo un accesso anticipato alla pensione si traduce solitamente con un assegno più basso. E non solo perché si presuppone che con meno anni di lavoro il montante contributivo è più basso, ma anche perché il coefficiente che viene applicato per trasformarlo in pensione è meno vantaggioso (come indicato nella seguente tabella).
Età | Coefficienti di trasformazione 2023-2024 |
---|---|
57 | 4,270% |
58 | 4,378% |
59 | 4,493% |
60 | 4,615% |
61 | 4,744% |
62 | 4,882% |
63 | 5,028% |
64 | 5,184% |
65 | 5,352% |
66 | 5,531% |
67 | 5,723% |
68 | 5,931% |
69 | 6,154% |
70 | 6,395% |
71 | 6,655% |
Ecco perché, dal momento che le regole di accesso alla pensione per le Forze armate e di polizia non sono oggetto di discussione, era necessario - alla luce del fatto che più passano gli anni e maggiore sarà la quota calcolata con il contributivo - intervenire sulle regole di calcolo.
Come cambia il calcolo delle pensioni per le Forze armate e di polizia
Nell’emendamento che introduce l’articolo 65 bis alla legge di Bilancio 2024 viene stabilito un aumento del coefficiente di trasformazione per coloro che andranno - o sono già andati - in pensione tra il 2022 e il 2033.
L’incremento aumenta negli anni e varia a seconda che si tratti di pensione di vecchiaia, anticipata o collocamento in ausiliaria, come indicato nella seguente tabella:
Anno di pensionamento | Aumento coefficiente di trasformazione pensione di vecchiaia | Aumento coefficiente di trasformazione pensione di anzianità | Aumento coefficiente di trasformazione ausiliaria, per il solo personale militare |
---|---|---|---|
2022 | +1 | +1 | +1 |
2023 | +1 | +1 | +1 |
2024 | +1 | +1 | +1 |
2025 | +1 | +1 | +1 |
2026 | +2 | +2 | +2 |
2027 | +2 | +2 | +2 |
2028 | +2 | +2 | +2 |
2029 | +3 | +3 | +2 |
2030 | +3 | +3 | +2 |
2031 | +3 | +3 | +2 |
2032 | +4 | +4 | +2 |
2033 | +4 | +4 | +2 |
Nel dettaglio, il numero indicato in tabella sta a specificare che alla data del pensionamento si applicherà il coefficiente di trasformazione previsto per chi smette di lavorare 1, 2, 3 o 4 anni più tardi.
Le conseguenze sull’importo
Ad esempio, per coloro che andranno in pensione a 60 anni nel 2024 si applicherà un coefficiente di trasformazione del 4,744% (applicato generalmente a 61 anni) anziché quello ordinario del 4,615%.
Di conseguenza, per chi ci va a 61 anni il coefficiente da prendere in considerazione è quello previsto per chi ha 62 anni, pari dunque al 4,882%, e così via.
Prendiamo come esempio un militare che va in pensione a 60 anni con un montante contributivo di 200 mila euro. Con le regole ordinarie, applicando un coefficiente di trasformazione del 4,615%, questo raggiunge una pensione annua di 9.230 euro, mentre con il coefficiente di trasformazione del 4,744% d’ora in avanti applicato l’assegno salirà a 9.488 euro, a fronte di un incremento di 258 euro l’anno.
La reazione dei sindacati
Una novità che soddisfa i sindacati i quali tuttavia ci tengono a precisare che al momento le risorse a disposizione non bastano per garantire l’incremento fino al 2033, ragione per cui bisognerà prestare attenzione affinché il governo non si tiri indietro nei prossimi anni per tornare a un calcolo meno favorevole.
A tal proposito, il Siap, Sindacato italiano appartenenti in Polizia, lo ha descritto come un risultato molto importante e per questo motivo ha ringraziato deputati e senatori per essersi spesi a riguardo.
Parere positivo anche per l’Associazione sindacale professionisti militari (Aspmi) che tuttavia ci tiene a sottolineare che per quanto si tratti di un passo in avanti in futuro non si potrà prescindere dal riconoscimento di una previdenza dedicata in favore delle Forze armate.
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