Pensioni, è un dramma se sei tra questi lavoratori. “Prendono solo €300 al mese”, lo dice l’Inps

Simone Micocci

19 Giugno 2025 - 12:19

C’è una categoria di lavoratori (anzi, perlopiù lavoratrici) che è particolarmente penalizzata sul piano delle pensioni. Si tratta di chi lavora nell’ambito del settore domestico.

Pensioni, è un dramma se sei tra questi lavoratori. “Prendono solo €300 al mese”, lo dice l’Inps

C’è una categoria di lavoratori sul quale è stato lanciato un vero e proprio allarme dall’Inps: si tratta di quelli impiegati nel settore del lavoro domestico, in particolare colf e badanti.

In un report presentato dall’Inps nel corso dell’evento “Il lavoro domestico in Italia, una risorsa strategica per il welfare e l’economia”, è stato messo in luce un problema che da anni caratterizza questa professione in Italia, dove nella maggior parte dei contesti familiari si ricorre al lavoro nero.

I costi necessari per regolarizzare, ad esempio, colf e badanti, sono molto alti e per questo motivo ci sono famiglie che, con tutti i rischi del caso visto che si tratta a tutti gli effetti di lavoro nero sanzionabile ai sensi della normativa vigente, preferiscono “assumere” senza regolare contratto.

Ciò ovviamente ha ripercussioni non solo sull’immediato, vista la mancanza di tutele per chi lavora in nero, ma anche per il futuro. Specialmente con l’introduzione delle regole di calcolo contributivo dell’assegno, infatti, avere dei vuoti contributivi rischia di essere particolarmente penalizzante per il lavoratore. E i numeri non mentono, tanto che per questa categoria si può davvero parlare di “pensioni da fame” dal momento che nella maggior parte dei casi non si arriva neppure all’importo minimo previsto dalla legge.

Pensioni, il dramma del lavoro domestico spiegato

Quello del lavoro nero nel settore del lavoro domestico è un problema di lunga data, per quanto in passato sembrava esserci stato un significativo cambio di rotta. Durante la pandemia, infatti, erano in crescita le regolarizzazioni di lavoratori domestici come colf e badanti, una situazione incentivata tanto dal lockdown quando dal decreto Rilancio sull’emersione di rapporto di lavoro irregolari.

L’effetto, però, sembra essere già svanito. Nel 2024, per il terzo anno consecutivo, il numero di colf, badanti, e non solo, regolarizzati e aventi quindi almeno un contributo versato all’Inps è in netto calo.

Nel dettaglio, sono 817.403, registrando un -3% rispetto all’anno precedente.

Un settore dove, come anticipato, sono colf e badanti a farne da padroni. A tal proposito, nel 2024 c’è una novità: per la prima volta le badanti (50,5%) superano le colf (49,5%). Una professione a cui approcciano italiani e lavoratori stranieri (il 68,6%): dagli europei (in arrivo perlopiù dall’Est Europa) a chi invece viene più da lontano, in particolare da Nord Africa e America centrale e del Sud. È la Lombardia la Regione con più stranieri impiegati in questo settore, con 126 mila lavoratori in regola, seguita da Lazio con 92 mila ed Emilia Romagna con 56 mila. La Regione dove la percentuale di stranieri tra colf e badanti è più bassa, invece, è la Sardegna con appena il 18%.

Per quanto riguarda il genere, manco a dirlo la professione di colf e badanti è prevalentemente femminile. Sono, infatti, in numero notevolmente maggiore rispetto agli uomini: 726.589 contro appena 90.814. La quota rosa rappresenta così l’89% del totale. Anche lato stipendi si parla di gender gap inverso: le donne, infatti, guadagnano più degli uomini come colf e badanti, a fronte di una retribuzione annua di 7.800 euro contro i 7.500 euro.

Il problema delle pensioni

Come visto sopra, per colf e badanti lo stipendio medio non supera i 7.500 euro. E se a ciò aggiungiamo che ci sono periodi della loro carriera privi di contribuzione, in cui spesso sono quasi “costretti” a lavorare in nero per mancanza di alternative, è facile capire la ragione per cui per chi proviene da questo settore l’importo della pensione è molto basso.

A tal proposito, nel corso dell’evento “Il lavoro domestico in Italia, una risorsa strategica per il welfare e l’economia”, la consigliera di amministrazione dell’Inps, Maria Luisa Gnecchi, ha posto l’attenzione su questo problema che con l’aumentare della quota di pensione calcolata con il sistema contributivo rischia persino di peggiorare nei prossimi anni.

Oggi molti e molte colf e badanti vanno in pensione con un assegno tra i 200 e i 300 euro. Un problema che va risolto visto che queste persone poi restano a carico dello Stato attraverso il ricorso a delle misure di tipo assistenziale, come ad esempio l’Ape Sociale.

In primis bisogna incentivare le regolarizzazioni, facendo in modo che sempre più famiglie assumano i propri collaboratori domestici con contratto, facendosi carico di tutti i costi previsti per colf e badanti, contributi compresi. Solo in questo modo si potrà arrivare a pensioni maggiori, in caso contrario colf e badanti rischiano di essere una categoria caratterizzata, più di quanto non succeda già adesso, da un’elevata percentuale di persone a rischio povertà.

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