Di quanto aumentano davvero le pensioni nel 2026? Ecco la tabella esclusiva che mette a confronto gli importi netti.
Quanto si prende in più di pensione nel 2026? C’è chi parla di €3, chi di 5€ e chi di 15€, ma qual è davvero l’aumento netto in arrivo? Nella tabella seguenti abbiamo effettuato un confronto tra quanto si prende di netto nel 2026 rispetto al 2025, considerando quindi non solo la rivalutazione - ossia il meccanismo che adegua gli importi delle pensioni al costo della vita in base al tasso di inflazione accertato dall’Istat - ma anche le novità fiscali previste dalla manovra come il taglio dell’Irpef per coloro che hanno un reddito da pensione superiore a 28.000 euro l’anno.
Ovviamente nella trasformazione da lordo a netto della pensione non abbiamo calcolato altre voci, come ad esempio le detrazioni per familiari a carico, come pure le addizionali regionali e comunali; per questo motivo è possibile che con lo stesso importo lordo il vostro netto risulti essere differente.
In ogni caso il confronto è comunque utile per farsi un’idea di quanto - grazie alle novità che entrano in vigore a gennaio prossimo - aumentano le pensioni, così da avere un’idea chiara di quanti soldi si prendono di più ogni mese.
Quali sono le novità che incidono sull’importo della pensione
Prima di vedere il confronto tra l’importo 2025 e quello che verrà percepito nel 2026, è importante fare chiarezza su quali sono le voci che vanno a impattare sul calcolo, lordo e netto, della pensione.
La prima è la rivalutazione degli importi - lordi - sulla base del tasso accertato dall’Istat, pari all’1,4%. Questa percentuale si applica interamente per coloro che hanno una pensione lorda che non supera 2.413,60 euro mensili. Quando invece è superiore scatta un meccanismo differente: per la prima parte, infatti, la rivalutazione è piena, per l’altra si applica il 90% dell’indice - quindi l’1,26% - quando non supera i 3.017 euro (5 volte il trattamento minimo) o il 75% dell’indice, quindi l’1,05%, per la parte che supera anche questa soglia.
A questa si aggiunge poi un’altra novità che si applica per quelle pensioni il cui importo non supera il trattamento minimo, quindi entro i 611,85 euro (nuovo valore della pensione minima 2026 a seguito della rivalutazione). Oggi per questi trattamenti è stata applicata una rivalutazione straordinaria pari al 2,2% che dal prossimo anno si riduce all’1,3%.
E ancora, per coloro che sono beneficiari dell’incremento al milione, ossia per chi percepisce una pensione inferiore al minimo e ha compiuto almeno 70 anni, limite che si riduce di 1 anno ogni 5 anni di contributi fino a un massimo di 5 anni, si aggiungono all’ordinario aumento di 136,44 euro altri 20 euro al mese, come stabilito dall’ultima legge di Bilancio.
A queste novità si aggiungono poi quelle lato fiscale, con il taglio dell’Irpef del secondo scaglione, quello che comprende i redditi tra 28.000 e 50.000 euro. L’aliquota, infatti, non sarà più del 35% ma del 33%, garantendo così un risparmio fiscale di massimo 440 euro l’anno.
La tabella con il confronto tra la pensione netta 2026 e 2025
Ma in che modo tutte queste novità andranno a incidere su importi netti e lordi della pensione? Facciamo chiarezza nella tabella che trovate di seguito.
| Lordo 2025 | Lordo con rivalutazione straordinaria del 2,2% | Lordo con incremento al milione | Netto 2025 | Lordo 2026 rivalutato | Lordo 2026 con rivalutazione straordinaria dell’1,3% | Lordo 2026 con incremento al milione maggiorato | Netto 2026 | Confronto tra netto 2025 e netto 2026 |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 400,00 | 408,80 | 536,40 | 408,80 | 405,60 | 410,87 | 562,00 | 410,87 | +2,07 (+25,60 con incremento al milione) |
| 500,00 | 511,00 | 636,40 | 511,00 | 507,00 | 513,59 | 663,40 | 513,59 | +2,59 (+27 con incremento al milione) |
| 603,40 | 616,67 | 739,80 | 616,67 | 611,85 | 619,81 | 768,25 | 619,81 | +3,14 (+28,45 con incremento al milione) |
| 800,00 | — | — | 756,98 | 811,20 | — | — | 764,88 | +7,90 |
| 1.000,00 | — | — | 898,11 | 1.014,00 | — | — | 907,99 | +9,88 |
| 1.200,00 | — | — | 1.039,23 | 1.216,80 | — | — | 1.051,09 | +11,86 |
| 1.400,00 | — | — | 1.180,36 | 1.419,60 | — | — | 1.194,19 | +13,83 |
| 1.600,00 | — | — | 1.321,49 | 1.622,40 | — | — | 1.337,30 | +15,81 |
| 1.800,00 | — | — | 1.462,62 | 1.825,20 | — | — | 1.480,40 | +17,78 |
| 2.000,00 | — | — | 1.603,75 | 2.028,00 | — | — | 1.623,51 | +19,76 |
| 2.200,00 | — | — | 1.740,84 | 2.230,80 | — | — | 1.761,42 | +20,58 |
| 2.400,00 | — | — | 1.864,48 | 2.433,60 | — | — | 1.890,84 | +26,36 |
| 2.600,00 | — | — | 1.988,11 | 2.636,14 | — | — | 2.020,10 | +31,99 |
| 2.800,00 | — | — | 2.111,75 | 2.838,66 | — | — | 2.149,34 | +37,59 |
| 3.000,00 | — | — | 2.235,38 | 3.041,18 | — | — | 2.278,59 | +43,21 |
| 3.200,00 | — | — | 2.359,02 | 3.243,31 | — | — | 2.407,59 | +48,57 |
| 3.400,00 | — | — | 2.482,66 | 3.445,41 | — | — | 2.536,56 | +53,90 |
| 3.600,00 | — | — | 2.606,29 | 3.647,51 | — | — | 2.665,54 | +59,25 |
| 3.800,00 | — | — | 2.729,93 | 3.849,61 | — | — | 2.794,28 | +64,35 |
| 4.000,00 | — | — | 2.846,15 | 4.051,71 | — | — | 2.909,48 | +63,33 |
| 4.200,00 | — | — | 2.960,15 | 4.253,81 | — | — | 3.024,67 | +64,52 |
| 4.400,00 | — | — | 3.074,15 | 4.455,91 | — | — | 3.139,87 | +65,72 |
| 4.600,00 | — | — | 3.188,15 | 4.658,01 | — | — | 3.255,07 | +66,92 |
| 4.800,00 | — | — | 3.302,15 | 4.860,11 | — | — | 3.370,27 | +68,12 |
| 5.000,00 | — | — | 3.416,15 | 5.062,21 | — | — | 3.485,46 | +69,31 |
La simulazione, quindi, conferma che gli aumenti in arrivo nel 2026 saranno molto diversi a seconda dell’importo percepito. Le pensioni più basse beneficiano di incrementi modesti legati alla sola perequazione, ma ottengono una spinta aggiuntiva grazie all’incremento al milione maggiorato, che può portare l’aumento effettivo oltre i 25-30 euro al mese.
Per le pensioni intermedie e più alte, invece, l’effetto combinato tra rivalutazione all’1,4% e taglio dell’Irpef sul secondo scaglione porta a incrementi più consistenti, che arrivano fino a circa 70 euro netti al mese sulle fasce più elevate. Un quadro che conferma come gli aumenti del 2026 saranno più visibili per chi ha un reddito pensionistico medio-alto, mentre per le pensioni minime l’effettivo beneficio resta concentrato soprattutto nelle misure integrative previste dalla manovra.
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