Pensioni, cambiano ancora i requisiti? C’è un piano segreto

Simone Micocci

5 Novembre 2025 - 09:27

Riforma delle pensioni, nuove modifiche in Parlamento? Ecco cosa può cambiare con le modifiche a cui starebbe lavorando la Lega.

Pensioni, cambiano ancora i requisiti? C’è un piano segreto

Alla Lega la riforma delle pensioni contenuta nella legge di Bilancio non piace. Proprio sul tema previdenziale, infatti, il partito ha costruito una parte importante della propria vittoria alle ultime elezioni politiche.

Dal promettere l’addio alla legge Fornero al dover accettare persino l’aumento dei requisiti per la pensione, il passo è stato breve. E se a questo si aggiunge la cancellazione di Quota 103 e di Opzione Donna, con il rischio che il 2026 sia il primo anno dal 2019 - quando venne introdotta Quota 100 - senza alcuna forma di flessibilità in uscita, si comprende facilmente perché la Lega guardi con grande attenzione al passaggio in Parlamento della manovra finanziaria, dove tenterà di introdurre modifiche ai requisiti come definiti oggi.

Le ipotesi sul tavolo sono diverse, anche se molte appaiono difficilmente realizzabili. Per questo, in ambienti vicini al Carroccio, si parla di un “piano segreto” che potrebbe rendere meno severa la riforma attualmente prevista dalla legge di Bilancio.

La legge di Bilancio peggiora la riforma Fornero

Per il momento la manovra finanziaria non sorride ai lavoratori prossimi alla pensione.

Da un lato, vengono penalizzati coloro che compiranno 62 anni nel 2026 e che contavano di poter lasciare il lavoro grazie a Quota 103. L’abolizione della misura escluderà infatti alcune migliaia di lavoratori dalla possibilità di anticipare l’uscita, e lo stesso destino riguarda le lavoratrici che matureranno i requisiti per Opzione Donna solo nel 2025, poiché al momento la norma consente l’accesso soltanto a chi li ha raggiunti entro il 31 dicembre 2024.

Dall’altro lato, pesa l’aumento dell’età pensionabile: il governo è riuscito a introdurre soltanto una doppia tranche per evitare un incremento di 3 mesi in un solo anno, mantenendo comunque l’esclusione dei lavoratori gravosi e usuranti, ma solo per chi ha almeno 30 anni di contributi. Anche per questi ultimi, tuttavia, l’età pensionabile crescerà, con la scomparsa della deroga che finora consentiva il pensionamento a 66 anni e 7 mesi.

In sintesi, nel 2027 la generalità dei lavoratori potrà accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni e 1 mese, mentre i gravosi e usuranti potranno farlo a 67 anni. Nel 2028, invece, l’età salirà rispettivamente a 67 anni e 3 mesi. Per le Forze Armate e di Polizia, già il 2027 comporterà un aumento di 4 mesi, che diventeranno 6 mesi nel 2028.

Insomma, la manovra non fa che alzare ulteriormente l’età pensionabile. E sebbene queste novità stiano passando quasi sotto silenzio, la Lega è consapevole dell’impatto politico che avranno. Proprio per questo, il partito sta lavorando a un pacchetto di emendamenti da presentare in Parlamento, nel tentativo di rendere meno rigida la riforma.

Così la Lega vuole rendere meno severa la riforma

La Lega intende muoversi su un doppio fronte. Da una parte punta a ripristinare le misure di flessibilità che, per il momento, non trovano conferma nella manovra, a partire da Quota 103. D’altronde, pur avendo coinvolto un numero di lavoratori inferiore alle attese, questa misura ha comunque rappresentato una delle poche reali alternative alle rigide regole imposte dalla legge Fornero. Il costo dell’operazione sarebbe relativamente contenuto, tale da poter rientrare nei vincoli di spesa che Camera e Senato potranno gestire in fase di discussione parlamentare. Resta tuttavia da capire se vi sia la volontà politica di procedere in questa direzione, poiché da più parti si ritiene che il tempo delle uscite flessibili sia ormai giunto al termine.

Parallelamente, il Carroccio intende intervenire per ampliare l’elenco dei lavori gravosi e usuranti, così da consentire a un numero maggiore di lavoratori di andare in pensione secondo le regole più favorevoli oggi in via di superamento.

Si tratta di un dossier riservato, ma su cui, assicurano fonti interne, la Lega starebbe lavorando con determinazione, con l’obiettivo di modificare ancora una volta i requisiti per la pensione.

Un’operazione pensata non solo per evitare penalizzazioni ai lavoratori prossimi all’uscita, ma anche per proteggere l’immagine del partito, che dopo aver costruito la propria identità politica sulla promessa di superare la Fornero, oggi rischia di non essere più percepito come un interlocutore credibile in materia previdenziale.

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