Pensione statali, trattenimento in servizio oltre i 67 anni: quando è possibile

Antonio Cosenza

09/04/2021

25/10/2022 - 12:08

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Per i dipendenti pubblici è obbligatoria la cessazione in servizio al compimento dei 67 anni? Sì, ma c’è un’eccezione.

Pensione statali, trattenimento in servizio oltre i 67 anni: quando è possibile

Pensione dipendenti pubblici: nelle scorse settimane si è parlato molto della possibilità - anticipata dal Ministro Brunetta - di uno “scivolo” per gli statali, così da permettere il collocamento anticipato in quiescenza e favorire il ricambio generazionale.

In attesa di ulteriori sviluppi, qui vogliamo concentrarci su un altro tema riguardante la pensione dei dipendenti pubblici, ossia la possibilità per cui l’amministrazione possa autorizzare la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre quelli che sono i limiti ordinamentali di cessazione.

Per i dipendenti pubblici, infatti, generalmente si parla di pensionamento d’ufficio: al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, infatti, non è possibile la prosecuzione in servizio salvo un caso specifico. Vediamo di quale si tratta e proviamo a fare chiarezza su alcuni punti che ancora generano confusione tra gli interessati.

Cessazione del servizio obbligatoria al raggiungimento della pensione di vecchiaia?

In passato i dipendenti pubblici potevano decidere se - al raggiungimento del limite di età ordinamentale (requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia) - continuare a stare in servizio o meno.

Questa possibilità oggi non è più prevista dalla legislazione vigente, in quanto i dipendenti pubblici sono obbligati ad andare in pensione a 67 anni senza poter chiedere la prosecuzione del servizio. Ma attenzione, perché come anticipato vi è un’eccezione: nel dettaglio, l’amministrazione deve concedere l’autorizzazione alla prosecuzione in servizio a quel dipendente che al raggiungimento dell’età ordinamentale non ha raggiunto l’anzianità contributiva minima necessaria per avere diritto alla pensione di vecchiaia.

Quindi, se al compimento dei 67 anni si hanno ancora 20 anni di contributi, allora si può anche restare in servizio, ma solo se la prosecuzione permetterà il raggiungimento del suddetto requisito entro il compimento dei 71 anni di età.

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con le sentenze n. 282/1991 e n. 22/2013, nelle quali si legge che in tal caso la persistenza in servizio è autorizzata fino al compimento dei 70 anni; tuttavia, visti gli adeguamenti con le aspettative di vita intervenuti in questi anni - dal 2012 ad oggi - questo limite è salito a 71 anni.

In ogni caso, quindi, non si potrà lavorare nella Pubblica Amministrazione oltre i 71 anni di età. Non vi è comunque possibilità di scelta per l’amministrazione: una volta accertato che entro il compimento dei 71 anni il dipendente pubblico raggiungerà gli anni di contributi richiesti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, questa dovrà accogliere insindacabilmente la richiesta di trattenimento in servizio.

Pensione dipendenti pubblici, possibilità di restare in servizio fino a 71 anni: alcuni chiarimenti

Ci sono però dei dubbi rispetto a questa possibilità.

Ad esempio, ci si chiede cosa succede a quei dipendenti pubblici che hanno posizioni contributive di natura miste, con l’accredito anche in altre gestioni private oltre a quella pubblicistica.

Nel calcolare l’eventuale raggiungimento dei 20 anni di contributi in caso di trattenimento in servizio, si deve tener conto quindi di tutta la contribuzione versata - indipendentemente dalla gestione di riferimento - oppure solamente di quella facente capo alla gestione pubblicistica? Una risposta a questa domanda arriva dalla circolare n° 2/2015 della funzione pubblica, nella quale viene specificato che - in virtù della facoltà di cumulo dei periodi assicurativi - si deve tener conto di tutta la contribuzione, indipendentemente dalla gestione.

Questo vale sia per coloro che che rientrano nel regime misto che per chi è esclusivamente nel regime contributivo. A proposito di quest’ultimi, va ricordato che vi è anche la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 71 anni di età e con soli 5 anni di contributi.

E d’altronde la norma che consente il trattenimento in servizio oltre i 67 anni si collega proprio a questa opzione.

Ciò significa che chi rientra nel regime contributivo potrà - come tra l’altro confermato dall’orientamento della giurisprudenza degli ultimi anni - restare in servizio oltre i 67 anni anche quando ha maturato un solo anno di contribuzione. Al compimento dei 71 anni, infatti, questo avrà maturato esattamente i 5 anni di contributi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia di tipo contributivo.

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