Pensione di reversibilità, dal 1° gennaio 2023 sono cambiati i limiti entro cui è possibile goderne senza taglio. Ecco una guida aggiornata con le ultime novità.
Ogni anno cambiano i limiti di reddito oltre cui scattano i tagli alla pensione di reversibilità. Il calcolo della suddetta soglia, infatti, dipende dall’importo del trattamento minimo che annualmente è soggetto a rivalutazione grazie all’adeguamento all’inflazione media registrata negli ultimi 12 mesi.
Quest’anno la misura del trattamento minimo ha beneficiato di un aumento senza precedenti per merito di un’inflazione media del 7,3% e di conseguenza si innalzano anche le soglie reddituali entro cui è possibile godere della pensione di reversibilità per intero, quindi al 100% della quota spettante.
Ciò significa che un maggior numero di persone avrà diritto alla pensione di reversibilità senza tagli, senza dimenticare che in ogni caso - quindi indipendentemente dal reddito percepito - non sono previste decurtazioni laddove nel nucleo siano presenti figli minori, studenti o inabili.
Alla luce delle ultime novità, ecco una guida aggiornata sulla pensione di reversibilità, con tutte le informazioni utili per rispondere ad alcune delle domande più comuni.
Cos’è la pensione di reversibilità
Quando un pensionato muore la sua pensione non viene persa: ad averne diritto, in una percentuale che varia a seconda del grado di parentela o affinità, possono essere infatti i familiari superstiti del dante causa laddove ne soddisfino determinati requisiti.
La pensione di reversibilità rientra nel più ampio insieme delle cosiddette pensioni ai superstiti, nel quale è compresa anche la pensione indiretta.
La differenza tra le due prestazioni, ossia la pensione di reversibilità e la pensione indiretta è che nel primo caso il defunto ha già maturato il diritto al trattamento previdenziale, il quale poi viene girato ai familiari superstiti tenendo conto di determinate percentuali, mentre nel secondo questo stava ancora lavorando ma aveva comunque maturato un’anzianità contributiva sufficiente a far riconoscere la cosiddetta pensione indiretta.
A eccezione di questo aspetto, non ci sono differenze tra la pensione di reversibilità e la pensione indiretta.
La pensione di reversibilità è dunque quel trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato in favore dei familiari superstiti, e il suo importo è pari a una quota percentuale della pensione del dante causa. Solamente in certi casi spetta una pensione di reversibilità pari al 100% dell’importo della pensione che veniva percepito dal pensionato defunto, senza dimenticare poi che questo trattamento non sempre è interamente compatibile con altri redditi.
A quali familiari spetta?
Come visto sopra, la pensione di reversibilità è quel trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato in favore dei familiari superstiti. Ma chi sono questi “familiari superstiti”? A seconda delle singole situazioni familiari possono beneficiare della pensione di reversibilità diversi familiari, ecco una piccola disamina.
Coniuge
Ha diritto alla pensione di reversibilità il coniuge (anche dopo un solo giorno di matrimonio) o l’unito civilmente. Spetta anche al coniuge separato, anche in caso di separazione con addebito e senza diritto all’assegno di mantenimento. Tuttavia, in caso di nuove nozze del coniuge superstite, la pensione di reversibilità viene revocata.
Spetta la pensione di reversibilità anche all’ex coniuge superstite in caso di divorzio, ma a patto che vengano soddisfatte alcune condizioni:
- è titolare dell’assegno divorzile;
- non è passato a nuove nozze;
- la data d’inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Se viene a mancare anche una delle suddette condizioni non spetta alcuna pensione di reversibilità. Va detto che quando il de cuius si è risposato la pensione di reversibilità spetta sia al coniuge divorziato che al coniuge superstite.
Figli
La pensione di reversibilità spetta anche ai figli. Sempre ai minorenni, così come ai figli inabili a carico del genitore al momento del decesso (indipendentemente dall’età).
Nel caso dei figli maggiorenni, invece, condizione essenziale per avere diritto alla pensione di reversibilità è quella per cui questi risultino a carico del genitore al momento del decesso e abbiano un’età non superiore ai 21 anni. È inoltre necessario che questi siano studenti, o comunque frequentino scuole o corsi di formazione professionali equiparabili ai corsi scolastici, e non prestino attività lavorativa.
Solamente nel caso dei figli che frequentano l’università la pensione di reversibilità spetta, al soddisfare delle suddette condizioni, nei limiti dei 26 anni di età.
Altri familiari
Di regola, dunque, la pensione di reversibilità spetta al coniuge e ai figli del dante causa. Ma in assenza di queste due categorie di familiari, o comunque qualora questi non soddisfino le condizioni per avere diritto alla pensione di reversibilità, hanno diritto al trattamento anche:
- i genitori del dante causa, a patto che questi al momento del decesso abbiano compiuto i 65 anni di età, non siano titolari di pensione e risultavano a carico del pensionato deceduto;
- in assenza dei genitori, o comunque se questi non hanno diritto alla pensione di reversibilità, possono richiedere l’accesso a tale prestazione anche i fratelli e le sorelle del pensionato purché inabili al lavoro, i quali non devono essere sposati, non devono essere titolari di altra pensione e dovevano risultare a carico del pensionato deceduto.
Quanto spetta?
La pensione di reversibilità è pari a una certa percentuale della pensione che veniva erogata al pensionato dante causa. Ad esempio, in presenza del coniuge e di eventuali figli, la pensione di reversibilità viene così distribuita:
Soggetti superstiti | Percentuale |
---|---|
Coniuge solo | 60% |
Coniuge più un figlio | 80% |
Coniuge e almeno due figli | 100% |
In assenza del coniuge, ossia quando ad avere diritto alla pensione di reversibilità sono i figli, oppure i genitori oppure fratelli e sorelle, bisogna fare invece riferimento alla seguente tabella:
Soggetti superstiti | Percentuale |
---|---|
Un figlio | 70% |
Due figli | 80% |
Tre o più figli | 100% |
Un genitore | 15% |
Due genitori | 30% |
Un fratello o una sorella | 15% |
Due fratelli o sorelle | 30% |
Quando viene tagliata?
Come anticipato, gli importi della pensione di reversibilità sono cumulabili con gli altri redditi del beneficiario solo quando questi non superano determinati limiti. Al di sopra di questi si applicano dei tagli alla quota di pensione di reversibilità riconosciuta, a eccezione del caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili.
La regola generale prevede che il taglio ammonta al:
- 25%, per redditi superiori a 3 volte (ma inferiori a 4) il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
- 40%, per redditi superiori a 4 volte (ma inferiori a 5) il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
- 50% per redditi superiori a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Dal momento che il trattamento minimo di pensione è soggetto ogni anno a perequazione - l’importo tiene conto dell’andamento generale dei prezzi - anche i limiti per la pensione di reversibilità senza tagli variano ogni inizio anno. Nel 2023, considerando un trattamento minimo annuo di pensione pari a 572,19 euro, 7.438,47 euro l’anno, i limiti per il taglio sono i seguenti:
- zero tagli entro il limite di 22.315,41 euro;
- meno 25%, in caso di reddito compreso tra 22.315,41 e 29.753,88 euro;
- meno 40% in caso di reddito compreso tra 29.753,88 e 37.192,35 euro;
- meno 50% per redditi superiori a 37.192,35 euro.
Come fare domanda?
La pensione di reversibilità decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato. Ma serve inviare la domanda in quanto tale diritto non è automatico.
La domanda per la pensione di reversibilità deve essere presentata online all’Inps attraverso il servizio dedicato (clicca qui). In alternativa si può chiedere il supporto degli operatori del contact center Inps (chiamando il numero verde) oppure di un patronato.
Nel caso del coniuge divorziato bisognerà invece rivolgersi al tribunale.
Per quanto riguarda la domanda di pensione di reversibilità spettante al coniuge, da qualche anno è operativo un servizio realizzato dall’Inps al fine di rendere l’intera procedura più semplice. Conosciuto come “reversibilità precompilata”, con questo servizio il coniuge superstite verrà informato con un sms della possibilità d’inviare la domanda semplicemente accedendo alla propria area personale MyInps, dove sarà disponibile la domanda già precompilata con tutte le informazioni necessarie ai fini della richiesta.
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