La pensione di reversibilità e di vecchiaia sono cumulabili? Per questa donna sì e ora percepisce più di 2.000 euro al mese.
Garantire un sostentamento dignitoso alle persone che non si trovano più nell’età lavorativa è doveroso in ogni Stato di diritto che si rispetti. Quando sorgono delle controversie sui trattamenti pensionistici è quindi fondamentale cercare di fare chiarezza il prima possibile, soprattutto quando la pensione viene ridotta. Adire le vie legali è l’unico mezzo per far valere le proprie ragioni se si ritiene di aver subito un’ingiustizia da parte dell’istituto previdenziale, proprio come ha fatto questa donna spagnola. Quando ha ricevuto la pensione di vecchiaia ha perso quella di reversibilità, in quanto i trattamenti sono stati giudicati incompatibili. La pensionata si è quindi rivolta al tribunale e ha vinto il ricorso, ottenendo il diritto a entrambe le prestazioni, percependo così più di 2.000 euro al mese a titolo di pensione.
Addio alla reversibilità per la pensione di vecchiaia ma vince il ricorso
L’andamento di questa vicenda è particolarmente travagliato. Inizialmente la protagonista ha subito il rifiuto della pensione di reversibilità richiesta in quanto i propri redditi superavano il massimo previsto dalla legge previdenziale spagnola. In seguito, quando i criteri di calcolo sono stati modificati, ha ottenuto il riconoscimento della prestazione. Poco dopo ha ottenuto anche la pensione di vecchiaia, arrivando così a percepire più di 2.000 euro mensili. Dopo questo primo periodo, tuttavia, l’ente previdenziale ha interrotto l’erogazione della prestazione di reversibilità, ritenendola incompatibile con la pensione di vecchiaia.
Una decisione contro cui si è opposta in tribunale, il quale ha riconosciuto il diritto a entrambe le pensioni. La norma che regola la non cumulabilità tra le due prestazioni, infatti, non è generalizzata. Secondo il tribunale l’interpretazione corretta vuole che l’incompatibilità emerga al momento della richiesta di reversibilità, quando il cittadino è già percettore di una pensione di vecchiaia. Se avviene il contrario, quindi il cittadino già percepisce la reversibilità e richiede in seguito la pensione di vecchiaia, ha diritto a entrambi i trattamenti pensionistici (al netto dei requisiti di legge).
Una bella soddisfazione della donna, che è tornata a percepire pensioni per oltre 2.000 euro mensili, ma anche per i tutti i pensionati e i lavoratori spagnoli, che sperano in questo precedente favorevole. Ciò non riguarda però gli italiani, che devono fare riferimento al proprio ordinamento, anche in materia pensionistica. Vediamo cosa prevede.
Reversibilità e altre pensioni
La legge italiana prevede regole differenti rispetto a quella spagnola in merito alla cumulabilità dei trattamenti pensionistici. La pensione di vecchiaia (come pure quella anticipata) può essere cumulata con la reversibilità, ma quest’ultima può essere ridotta a seconda del valore complessivo dei redditi percepiti dal cittadino. Nel dettaglio, se si percepiscono redditi tra 3 e 4 volte superiori al trattamento minimo la pensione di reversibilità viene ridotta del 25%. Quando i redditi superano il trattamento minimo tra 4 e 5 volte la pensione di reversibilità viene invece ridotta del 40%.
Infine, se i redditi superano di oltre 5 volte il trattamento minimo la decurtazione della reversibilità è pari al 50%. L’incompatibilità vera e propria tra le pensioni interessa beneficiari diversi dal coniuge superstite. Genitori, fratelli e sorelle del defunto, che hanno diritto alla reversibilità se non vi sono coniuge e figli beneficiari, perdono questo diritto se percepiscono un’altra pensione. La pensione di reversibilità non deve in ogni caso venire meno al fine di solidarietà, supportando i familiari superstiti che subiscono una riduzione dei redditi o comunque del supporto economico.
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