Patto Trump-Putin, il Nyt svela il “piano Mariupol”: guerra in Ucraina pianificata nel 2016?

Alessandro Cipolla

3 Novembre 2022 - 10:55

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Per il Nyt nel 2016 ci fu un simil patto tra Putin e Trump: i russi avrebbero aiutato il tycoon a vincere le elezioni in cambio di una risposta soft in caso di guerra all’Ucraina.

Patto Trump-Putin, il Nyt svela il “piano Mariupol”: guerra in Ucraina pianificata nel 2016?

Donald Trump e Vladimir Putin nel 2016 avrebbero stretto una sorta di patto dove già si prevedeva una guerra in Ucraina, con l’invasione da parte della Russia che così da anni sarebbe nei piani del Cremlino.

La bomba questa volta è stata sganciata dal New York Times , che ha svelato quello che sarebbe stato denominato “piano Mariupol”; uno scoop che arriva a meno di una settimana dalle delicatissime midterm election, le elezioni di metà mandato in programma per martedì 8 novembre dove Joe Biden rischia seriamente di perdere il controllo del Congresso.

Al centro di questa vicenda che assomiglia molto a un thriller hollywoodiano c’è ancora una volta Donald Trump, che secondo il Nyt pur di vincere le elezioni presidenziali del 2016 ha deciso all’epoca di siglare un accordo con Vladimir Putin.

In cambio dell’hackeraggio ai danni di Hillary Clinton da parte dei russi, Trump se eletto avrebbe poi garantito un sostanziale immobilismo nel caso in cui la Russia avesse deciso di muove guerra a Kiev invadendo l’Ucraina.

Nyt : il patto tra Trump e Putin

Quanto raccontato dal New York Times sarebbe un ulteriore tassello del Russiagate, l’inchiesta giudiziaria sulle presunte inferenze della Russia nella campagna elettorale delle elezioni presidenziali americane del 2016 poi vinte da Donald Trump.

Al centro della ricostruzione del Nyt ci sarebbe Paul Manafort, un avvocato da sempre legato ai Repubblicani che nel 2016 è stato il responsabile della campagna elettorale di Donald Trump. Sarebbe stato lui l’anello di contatto tra l’entourage del tycoon e il Cremlino tramite Konstantin Kilimnik, un russo suo socio in affari.

I due nel 2016 si sarebbero incontrati proprio a New York e nell’occasione Kilimnik avrebbe illustrato a Manafort il “piano Mariupol”, ovvero il progetto di invasione dell’Ucraina da parte della Russia; l’obiettivo di Mosca sarebbe stato quello di creare uno Stato cuscinetto con a capo Viktor Yanukovych, l’ex presidente ucraino filo-russo.

“Tra i documenti citati c’è il testo madre di tutto: una nota inviata nel 2005 da Manafort a un oligarca russo vicino a Putin, Oleg Deripaska e citata in un report della commissione Intelligence del Senato - si legge su La Repubblica - Manafort promuoveva il patto di fratellanza con Yanukovych e indicava la strategia per permettergli di vincere le elezioni, un modello, aveva aggiunto, che poteva portare grandi benefici al governo di Putin. Proprio sotto l’ala protettiva di Manafort, Yanukovych è arrivato alla vittoria nelle presidenziali”.

Queste secondo il giornale della Grande Mela sarebbero state le basi di una sorta di accordo stretto tra l’ex collaboratore di Donald Trump e i russi, il tutto per far vincere ai Repubblicani le elezioni del 2016.

Tra elezioni e guerra in Ucraina

In questi anni molto si è parlato dell’azione degli hacker in occasione delle elezioni presidenziali del 2016. I russi stando alle accuse dell’inchiesta Russiagate avrebbero condotto una campagna di hackeraggio e fake news contro la democratica Hillary Clinton per favorire la vittoria di Donald Trump.

In cambio l’ex presidente non avrebbe usato il pugno duro nei confronti della Russia in caso di una invasione dell’Ucraina, motivando il tutto con i rischi di una terza guerra mondiale dettati da un sostegno militare ed economico a Kiev.

In sostanza se alle elezioni 2020 a vincere fosse stato Trump e non Biden, per il Nyt con il tycoon ancora alla Casa Bianca il supporto degli Stati Uniti all’Ucraina sarebbe stato ora assai più blando rispetto ai massicci aiuti decisi dall’attuale presidente.

Di recente Donald Trump così ha commentato gli sviluppi della guerra in Ucraina: “Dobbiamo chiedere negoziati immediati per una fine pacifica della guerra o arriveremo a una terza guerra mondiale e non rimarrà nulla del nostro pianeta, perché persone stupide non capiscono il potere nucleare”.

Parole queste che sembrerebbero combaciare con la ricostruzione fatta dal New York Times, anche se le dure accuse rivolte dal giornale nei confronti di Trump sono ancora tutte da dimostrare.

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