Partite IVA, scadenza contributi INPS il 16 febbraio 2021. Che fine ha fatto l’anno bianco?

Anna Maria D’Andrea

10/02/2021

02/12/2022 - 15:00

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Partite IVA, scadenza il 16 febbraio 2021 per il versamento dei contributi INPS dovuti da artigiani e commercianti. Nessuna proroga per la quarta rata dei contributi minimi obbligatori. La crisi di Governo porta al rinvio dei nuovi provvedimenti emergenziali, ma anche del decreto attuativo sull’anno bianco contributivo.

Partite IVA, scadenza contributi INPS il 16 febbraio 2021. Che fine ha fatto l’anno bianco?

Partite IVA, scadenza il 16 febbraio 2021 per il versamento dei contributi INPS.

L’appuntamento chiama alla cassa artigiani e commercianti, tenuti a versare la quarta rata del contributo minimo obbligatorio.

Non c’è traccia, ad oggi, dell’atteso decreto sull’anno bianco contributivo previsto dalla Legge di Bilancio 2021, che prevede la cancellazione totale o parziale dei contributi dovuti da professionisti ed autonomi.

L’atteso decreto Ristori 5, inoltre, avrebbe dovuto rifinanziare il fondo per l’esonero dal versamento dei contributi, con ulteriori 1,5 miliardi. Un processo congelato dalla crisi di Governo.

La scadenza del 16 febbraio 2021 per il versamento della quarta rata dei contributi obbligatori rischia di mettere in seria difficoltà le categorie economiche più colpite dalla crisi da Covid-19.

Partite IVA, scadenza contributi INPS il 16 febbraio 2021

Quella del 16 febbraio 2021 è l’ultima scadenza relativa ai contributi INPS dovuti da artigiani e commercianti, in relazione al 2020.

L’appuntamento riguarda il versamento del contributo minimo obbligatorio, ovvero la quota di contribuzione dovuta sulla base del reddito minimale, individuato annualmente dall’INPS.

Per quel che riguarda l’anno trascorso, il reddito minimo annuo per il calcolo dei contributi IVS era pari a 15.953,00 euro, con un importo così suddiviso:

SoggettiArtigianiCommercianti
Titolari di qualunque età e coadiuvanti/ coadiutori di età superiore ai 21 anni € 3.836,16 (3.828,72 IVS + 7,44 maternità) € 3.850,52 (3.843,08 IVS + 7,44 maternità)
Coadiuvanti/coadiutori di età non superiore ai 21 anni € 3.501,15 (3.493,71 IVS
+ 7,44 maternità)
€ 3.515,50 (3.508,06 IVS + 7,44 maternità)

La scadenza ormai alle porte ha creato non poca confusione da parte dei titolari di partita IVA, convinti che la quota dovuta fosse stata sospesa o addirittura cancellata.

Partite IVA, anno bianco contributivo ancora in standby

È un mix di annunci e ritardi ad aver causato confusione in merito alla scadenza del 16 febbraio 2021.

La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto quello che è stato presentato come l’anno bianco per le partite IVA, ovvero un Fondo da 1 miliardo di euro per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali.

A poterne beneficiare sono (almeno su carta) i titolari di partita IVA con reddito fino a 50.000 euro, e che nel 2020 anno subito una perdita di fatturato o corrispettivi pari almeno al 33%.

Secondo quanto anticipato poi dal Viceministro al MEF, Antonio Misiani, il decreto Ristori 5 avrebbe dovuto stanziare ulteriori risorse, per ampliare la portata della misura, ed azzerare totalmente i contributi minimi per le partite IVA in difficoltà a causa del Covid-19.

Il nuovo passaggio del decreto Ristori 5 era atteso a completamento di quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021; lo stanziamento di nuove risorse avrebbe dovuto precedere l’emanazione del decreto attuativo del Ministero del Lavoro, per definire le modalità di accesso all’anno bianco contributivo.

Un processo concatenato interrotto dall’inattesa crisi di Governo. Resta bloccato di fatto l’anno bianco fiscale, e la scadenza del 16 febbraio 2021 è uno dei primi pesanti appuntamenti con l’Erario per i titolari di partita IVA.

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