Partite IVA: per professionisti e imprese premi in base all’indice di affidabilità

Simone Micocci

28 Aprile 2017 - 10:19

Partite IVA, addio agli studi di settore: ecco quali potrebbero essere i benefici per i professionisti e le imprese con un indice di affidabilità elevato.

Partite IVA: per professionisti e imprese premi in base all’indice di affidabilità

Partite IVA: i professionisti e le imprese presto saranno valutati sulla base di una serie di indici di affidabilità, con i quali verranno identificati i contribuenti più virtuosi e quelli che invece nascondono i compensi al Fisco.

È questo il punto centrale della proposta di legge (atto Camera 4440) presentata da Michele Pelillo, capogruppo del Partito Democratico per la commissione Finanze della Camera dei Deputati, e Maurizio Bernardo di Alternativa Popolare, presidente della stessa commissione.

I 13 articoli della proposta di legge si pongono come obiettivi quelli di introdurre un approccio più semplice in tema di adempimenti e di superare una volta per tutte il sistema degli studi di settore, attraverso l’introduzione di un “nuovo sistema degli indici di affidabilità fiscale”.

Un percorso che in parte è già stato avviato con la conversione del decreto fiscale (Decreto Legge 193/2016) collegato alla Legge di Bilancio 2017, e che potrebbe essere completato con la suddetta proposta di legge.

Lo scopo quindi è quello di invertire l’approccio utilizzato fino ad oggi con gli studi di settore: dal metodo punitivo, infatti, si passerà agli indici di affidabilità fiscale più idonei per un approccio di tipo premiale. Le imprese e i professionisti più virtuosi dal punto di vista fiscale, quindi, saranno premiati, mentre per gli evasori saranno previste delle sanzioni molto pesanti.

Di seguito analizzeremo i dettagli dei 13 articoli della nuova proposta di legge presentata in questi giorni mettendo in risalto i premi e le agevolazioni previste per i contribuenti più virtuosi e le sanzioni per i “furbetti”.

Partite IVA: i nuovi indici di affidabilità

Con gli ISA (indici sintetici di affidabilità fiscale) si punterà a favorire, sia per le imprese che per i professionisti, l’emersione delle basi imponibili e degli obblighi tributari.

Nel dettaglio, saranno valutate sia la normalità che la coerenza della gestione aziendale in una scala da 1 a 10; il punteggio ottenuto identifica il grado di affidabilità del contribuente. La valutazione avverrà al massimo ogni due anni dalla loro prima applicazione o dall’ultima revisione.

Previste anche delle clausole di esclusione per quei contribuenti che hanno:

  • iniziato, oppure concluso, l’attività nel periodo d’imposta di applicazione;
  • i ricavi e i compensi dichiarati di un importo superiore al limite stabilito da un prossimo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Riguardo alle attività soggette agli indici di affidabilità, queste saranno identificate prossimamente e indicate in un provvedimento emanato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Partite IVA: i premi per le imprese e i professionisti più affidabili

Sulla base degli indici di affidabilità verranno attribuiti dei benefici per quei contribuenti più virtuosi. Le agevolazioni consistono in una semplificazione e in una riduzione dei controlli, come emerge dalla proposta di legge presentata di concerto dal capogruppo PD e dal direttore della Commissione Finanze della Camera dei Deputati.

Nel dettaglio, i benefici previsti sono i seguenti:

  • esclusione degli accertamenti basati su presunzione semplice;
  • esonero dagli accertamenti fondati sul principio della presunzione semplice;
  • abolizione del visto di conformità per l’IVA per la compensazione di quei crediti non superiori ai 50mila euro annui;
  • esonero dalla prestazione di garanzia per i rimborsi IVA (per gli importi non superiori ai 50mila euro);
  • anticipati i termini della decadenza per l’attività di accertamento;
  • stop al redditometro.

Rispetto al sistema utilizzato per gli studi di settore, quindi, c’è un’inversione verso un approccio di tipo premiale. Questo non significa però che non sono previste delle sanzioni per gli evasori e per coloro che provano a nascondere i compensi al Fisco.

Partite IVA, nuovi indici di affidabilità: pesanti sanzioni per i “furbetti”

Le sanzioni per le omissioni dei dati saranno le stesse di quelle previste dall’attuale sistema degli studi di settore. Nella proposta di Legge Pelillo-Bernardo, infatti, c’è un riferimento alla sanzione che va dai 250€ ai 2mila euro per le mancate comunicazioni e per quelle incomplete.

Sanzione massima che ricordiamo è prevista qualora la comunicazione dei dati non sia stata fatta nonostante lo specifico invito da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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