Novità pensioni: i cambiamenti per i lavoratori precoci rientranti nella tanto chiacchierata in questi giorni Quota 41 e le scadenze da rispettare nel 2018.
Novità pensioni: non si parla di Quota 41 solo in merito alla campagna elettorale, con la misura che è già in vigore per i lavoratori precoci e che in questo 2018 subirà dei cambiamenti in positivo, mentre a partire dal 2019 la musica sarà decisamente diversa.
Mentre il dibattito politico è incentrato sulla cancellazione della legge Fornero, che nei progetti di centrodestra e Movimento 5 Stelle dovrebbe essere sostituita dall’estensione a tutti della Quota 41 e della Quota 100, vediamo le novità pensioni e le scadenze che andranno a interessare i lavoratori precoci nel 2018.
Novità pensioni: la Quota 41 nel 2018
La Quota 41 è un sistema che permette di andare in pensione dopo 41 anni di contributi riservata ai lavoratori precoci, ovvero a tutti quelli che, oltre a essere in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995, hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro prima del compimento dei 19 anni.
Non tutti i precoci però possono ritirarsi dal mondo del lavoro dopo 41 anni di contributi a prescindere dalla propria età anagrafica, ma soltanto chi rientra in determinate categorie e parametri.
In quest’ottica, le novità pensioni per il 2018 sono positive. Sono state allargate infatti le maglie per accedere alla Quota 41. In particolare, le categorie di lavoratori considerati gravosi sono passate da 11 a 15, seguendo lo stesso principio dell’Ape Social e dell’esenzione dal meccanismo di innalzamento dell’età pensionabile.
Potranno a partire dal 1 gennaio fare domanda di pensionamento quei lavoratori precoci che si trovano in stato di disoccupazione, chi ha una invalidità civile almeno del 74%, chi si adopera nei lavori di cura verso un parente anche di secondo grado (fino al 2017 era soltanto per quelli di primo grado) e chi è occupato in lavori usuranti.
I lavoratori precoci che rientrano in questi parametri dovranno fare una doppia domanda per potere andare in pensione nel 2018: la prima è riservata a coloro che matureranno i requisiti entro il 31 dicembre 2018 e va fatta entro il 31 marzo, la seconda poi va inoltrata al momento della maturazione effettiva.
Se quindi un precoce dovesse arrivare ai 41 anni di contributi a maggio 2018, dovrà comunque fare prima una domanda entro il 31 marzo, producendone poi una seconda a maggio sempre che arrivi il disco verde da parte dell’Inps.
Il futuro per i precoci
Se le novità pensioni per quanto riguarda il 2018 possono essere considerate positive, nel 2019 anche la Quota 41 non sarà esente dal meccanismo di innalzamento dell’età pensionabile dovuto al miglioramento delle aspettative di vita.
Così come l’età pensionabile passerà dai 66 anni e 7 mesi attuali a 67 anni per tutti, anche la Quota 41 vedrà uno scatto in avanti di 5 mesi: i lavoratori precoci quindi nel 2019 potranno usufruire dell’anticipo pensionistico dopo 41 anni e 5 mesi di contributi.
Tutto questo sempre che non ci siano “rivoluzioni” apportate dal prossimo governo. Sono tante infatti le promesse riguardanti una cancellazione o profonda modifica della riforma Fornero, che verrebbe sostituita proprio dalla Quota 41 e dalla Quota 100 estesa a tutti i lavoratori.
Nel concreto però difficile che ci possiamo essere cambiamenti nel breve: oltre al probabile pareggio elettorale, a prescindere da chi sarà a Palazzo Chigi dopo il 4 marzo non ci sono al momento i fondi per dire addio alla legge Fornero.
I tempi per una vera riforma delle pensioni non sembrerebbero essere quindi ancora maturi, in quanto mancherebbero sia la stabilità politica necessaria che i soldi per realizzare un cambiamento del genere.
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