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Riforma pensioni: ufficiali le 15 categorie di lavori gravosi, ecco cosa cambierà per loro

venerdì 15 dicembre 2017, di Alessandro Cipolla

Riforma pensioni: approvato l’emendamento che amplia in maniera ufficiale a 15 le categorie di lavori considerati gravosi, con il testo che quindi ora entrerà a far parte della legge di Bilancio 2018 che verrà approvata dal Parlamento prima di Natale.

Un importante tassello questo che va ad arricchire una riforma delle pensioni abbastanza scarna. Vediamo allora questi lavoratori quando potranno ritirarsi dal mondo del lavoro e cosa cambia in tema di Ape Social e innalzamento dell’età pensionabile.

Riforma pensioni: ecco le 15 categorie di lavori gravosi

Alla fine il tanto atteso via libera all’ampliamento della platea dei lavori gravosi è arrivato. Dopo una lunga trattativa con le parti sociali, la commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento che porta da 11 a 15 le categorie interessate.

Dopo che per causa di fondi a disposizione molto limitati quasi tutte le proposte dei sindacati non sono state inserite nella riforma delle pensioni, il governo proprio in extremis ha deciso di acconsentire a questa richiesta di allargamento delle categorie di lavoro considerate gravose.

Ecco dunque nello specifico chi sono questi lavoratori che potranno godere di determinati benefici in materia pensionistica.

  • Educatori di asilo nido
  • Maestre di scuola materna
  • Camionisti
  • Gruisti
  • Infermieri che fanno turni di notte
  • Facchini
  • Muratori
  • Badanti di persone non autosufficienti
  • Addetti alle pulizie
  • Addetti alla raccolta dei rifiuti
  • Addetti alla concia delle pelli
  • Siderurgici
  • Pesca
  • Agricoli
  • Marittimi

Alle 11 categorie già esistenti quindi si è deciso di aggiungere anche i siderurgici di prima e seconda fusione e i lavoratori del vetro ad alte temperature, chi opera nell’agricoltura e nella zootecnia, i marittimi e i pescatori della pesca costiera.

Inoltre nel nuovo anno dovrebbe prendere il via una commissione creata ad hoc per vedere quali altre categorie potrebbero rientrare tra i lavori gravosi. Dopo aver elencato quindi i beneficiari, vediamo ora come potranno andare in pensione.

Come andranno in pensione i lavoratori gravosi?

Questo ampliamento delle categorie dei lavori gravosi interessa sia l’Ape Social che l’innalzamento dell’età pensionabile. Per quanto riguarda l’anticipo pensionistico a costo zero infatti erano già presenti 11 categorie che ora sono state portate a 15, che varranno adesso anche per l’esenzione dal meccanismo di adeguamento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita.

Per quanto riguarda l’Ape Social questi lavoratori devono avere almeno 63 anni, 36 anni di contributi e aver svolto almeno 6 anni di lavoro gravoso negli ultimi 7 precedenti la domanda di pensionamento.

Sempre rispettando il parametro dei 6 anni di lavoro gravoso negli ultimi 7, questi lavoratori poi possono anche ottenere la pensione anticipata se hanno lavorato almeno 1 anno prima di aver compiuto il diciannovesimo compleanno, oltre ad avere comunque 41 anni di contributi.

Per quanto riguarda l’età pensionabile , queste 15 categorie saranno esonerate dal meccanismo di innalzamento legato all’aumento delle aspettative di vita in quanto considerate lavori gravosi.

Se quindi dal 2019 si potrà ottenere la pensione di anzianità a 67 anni, con l’asticella che poi negli anni aumenterà in maniera progressiva (qui la tabella completa), questi lavoratori saranno esclusi dal meccanismo e potranno andare in pensione come adesso a 66 anni e 7 mesi, a patto comunque di avere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne sino al 31 dicembre del 2020.

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