Novità pensioni, si lavora per il 2020: cosa aspettarsi

Simone Micocci

28 Gennaio 2019 - 09:31

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Devi andare in pensione nel 2020? Ecco le ultime novità su cui il Governo ha già cominciato a lavorare.

Novità pensioni, si lavora per il 2020: cosa aspettarsi

Nonostante la riforma delle pensioni 2019 non sia ancora operativa (dal momento che il decreto deve essere ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale) il Governo sta cominciando a pensare alle novità da introdurre nel 2020.

Come confermato da Matteo Salvini durante la conferenza stampa in cui ha spiegato il funzionamento di Quota 100 e gli altri aspetti della riforma delle pensioni, quanto fatto nel 2019 è stato solamente il primo passo verso uno smantellamento totale della Legge Fornero.

L’obiettivo dichiarato dal Ministro dell’Interno è chiaro: arrivare all’estensione di Quota 41 - oggi riservata ad alcune categorie di precoci - per tutti. Un obiettivo che però appare irrealizzabile, specialmente alla luce di quanto dichiarato dalla Ragioneria di Stato in merito ai costi della riforma appena approvata.

Secondo la Ragioneria, infatti, solamente Quota 100 nel prossimo triennio costerà poco meno di 20 miliardi di euro (rispettivamente 3,78 miliardi nel 2019, 7,85 nel 2020 e 8,31 nel 2021); si tratta di un investimento ingente fatto dallo Stato con la possibilità inoltre che alla fine i costi possano essere più alti di quelli prospettati (con la previsione, in tal caso, di una clausola salva spesa).

Ecco perché pensare ad una nuova riforma delle pensioni nel 2020 ci appare improbabile, specialmente con l’estensione di Quota 41 per tutti che da sola potrebbe costare più di Quota 100. Questo Governo, però, ci ha abituati alle sorprese quindi non è da escludere che effettivamente nel 2020 si possa arrivare a questo traguardo insperato.

Novità pensioni: cosa significa Quota 41 per tutti?

Durante la presentazione di Quota 100 Matteo Salvini ha confermato che quanto appena fatto dal Governo è solamente “il primo passo” visto che - come ribadito più volte anche da Di Maio - l’obiettivo finale è di superare definitivamente la Legge Fornero estendendo a tutti i lavoratori la possibilità di andare in pensione indipendentemente dall’età con 41 anni di contributi.

Oggi questa possibilità è riservata ai soli lavoratori precoci (ossia coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni) che rientrano in una delle categorie meritevoli di tutela, quali: disoccupati, caregivers, invalidi e lavoratori usuranti.

Obiettivo è far cadere questi paletti consentendo a tutti di accedere alla pensione con 41 anni di contribuzione. Si cercherà di fare qualcosa in tal senso già nel 2020, ma lo scopo è di arrivarci nel 2022 dopo un triennio di transizione con Quota 100.

Novità pensioni: nuova proroga per Opzione Donna

Dopo anni di battaglie nel 2019 le lavoratrici hanno ottenuto la tanto sospirata Opzione Donna, la misura che consente loro di accedere alla pensione una volta maturati 35 anni di contributi, a fronte di un’età anagrafica non inferiore ai 58 anni (per le dipendenti) e 59 anni (per le autonome).

Nel dettaglio, per andare in pensione nel 2019 con Opzione Donna è necessario che i suddetti requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre scorso; quindi, questa misura è riservata alle sole nate nel 1960 (se dipendenti) o 1959 (se autonome).

Con l’approvazione del decreto il Governo ha assicurato che le escluse potranno fare domanda per la pensione con O.D. nel 2020, visto che questa misura sarà nuovamente prorogata nella Legge di Bilancio del prossimo anno. Al momento però si tratta solamente di parole; per averne la certezza, quindi, dovremo attendere i prossimi mesi.

Novità pensioni: proroga dell’anticipo pensionistico nel 2020

Il 31 dicembre prossimo ci sarà la scadenza dell’Ape Sociale (già prorogato di un anno con l’ultima manovra finanziaria) e dell’Ape Volontario. Nella Legge di Bilancio 2020, quindi, il Governo dovrà prendere una decisione - più o meno definitiva - sull’anticipo pensionistico. Le opzioni possibili sono tre: i due provvedimenti non saranno confermati, saranno prorogati ulteriormente oppure saranno resi strutturali (difficile).

Prima di prendere una decisione in merito il Governo attenderà il report su quante persone effettivamente hanno beneficiato di queste misure: in questi anni non ce ne sono state molte, ecco perché non è da escludere una loro cancellazione nel 2020 per far spazio a misure più favorevoli per i lavoratori.

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