Novità pensioni: Damiano del Partito Democratico e Fedriga della Lega Nord insistono per inserire la Quota 100 nella riforma, il problema però sono gli alti costi.
Novità pensioni: in questi giorni di studio dopo l’incontro tra governo e sindacati della scorsa settimana, si torna a parlare della famigerata Quota 100 presentata dal Presidente della commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano.
Per chi non ne fosse al corrente, questa novità pensioni si basa sull’idea di ripristinare il vecchio sistema di quote, dove per stabilire l’età pensionabile si poteva sommare gli anni del richiedente a quelli dei suoi contributi.
Da qui il nome Quota 100 con il numero che rappresenterebbe la somma necessaria da raggiungere con l’addizione. Se questa novità pensioni dovesse passare, ad esempio un lavoratore di 62 anni potrebbe ritirarsi dal lavoro una volta raggiunti i 38 anni di contributi.
Una proposta questa della Quota 100 che non dispiace anche alla Lega Nord, ma per essere presente nella prossima riforma delle pensioni il testo deve trovare l’adeguata copertura finanziaria, impresa ardua visti gli alti costi.
Novità pensioni: torna la Quota 100
Tra le novità pensioni più chiacchierate in questo periodo di movimentato confronto tra governo e sindacati, la Quota 100 rappresenta senza dubbio uno degli argomenti che più caldi.
La proposta venne presentata tempo fa con un Ddl da Cesare Damiano, deputato del Partito Democratico e Presidente della commissione Lavoro alla Camera, ma ora con la riforma delle pensioni alle porte potrebbe trovare la sua realizzazione.
Due sono i requisiti fondamentali per poter accedere alla Quota 100: l’avere almeno 62 anni (63 per i lavoratori autonomi) e avere alle spalle almeno 35 anni contributi. Per determinare l’età pensionabile basta fare quindi un semplice calcolo.
Con questa novità pensioni quindi un lavoratore di 62 anni potrebbe smettere di lavorare dopo 38 anni di contributi, uno di 63 anni dopo 37 e così via fino a un raggiungimento di 65 anni e 35 di contributi.
Il Ddl Damiano piace anche alla Lega Nord, che a suo tempo per mano del deputato Massimiliano Fedriga aveva presentato una proposta simile, dove si abbassava ulteriormente l’asticella visto che bastavano 58 anni compiuti e 42 anni di contributi per andare in pensione. Un’ipotesi questa che era nata per venire incontro anche a chi è entrato nel mondo del lavoro in giovane età.
In generale comunque il Ddl Damiano denominato Quota 100 piace un po’ a tutti, anche ai sindacati. In mezzo però c’è il solito scoglio, non di poco conto, della copertura finanziaria, che rende quindi in bilico la presenza del testo nella prossima riforma delle pensioni.
Novità pensioni: i soldi per la riforma
Fino agli inizi di ottobre, periodo dove governo e sindacati torneranno a sedersi attorno a un tavolo per cercare di trovare l’accordo definitivo in merito alla riforma delle pensioni, saranno giorni di serrate trattative ma anche di cervellotici calcoli.
A breve è prevista l’approvazione finale del Def, che sarà il momento in cui si capirà quanti fondi saranno a disposizione per la riforma che sarà inclusa nella prossima manovra Finanziaria, da approvare entro la fine dell’anno.
Per bocca del ministro Poletti, tra le varie novità pensioni di certo troverà spazio nella riforma il taglio dei contributi per chi assume giovani lavoratori, mentre è molto probabile anche la stabilizzazione dell’Ape Social.
Il terreno di scontro più duro però è quello relativo ad alcuni benefit riguardanti le donne e l’aumento dell’età pensionabile dovuto al miglioramento delle condizioni di vita: se il governo è pronto a concedere 6 mesi di sconto per ogni figlio alle lavoratrici, più difficile che si possa evitare lo scatto ai 67 anni per andare in pensione a partire dal 2019.
Per quanto riguarda la Quota 100 il discorso è simile. Per far si che il Ddl presentato da Damiano possa diventare realtà, occorrerebbe una copertura finanziaria che andrebbe a oscillare tra i 7 e i 10 miliardi.
Anche se in clima di campagna elettorale il governo tende ad accontentare i sindacati, con la Cgil che parla anche di mobilitazione da organizzare nei prossimi giorni, gli alti costi della Quota 100 mettono molto a rischio la sua presenza nella riforma delle pensioni.
Il tempo stringe perché ottobre non è così lontano, ma finché dal Def non uscirà con precisione quanti fondi ci sono per le pensioni, ogni discorso non può che risultare monco visto che senza la adeguata copertura finanziaria tutte le proposte non potranno che rimanere tali.
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