La Nato ha appena consegnato l’Ucraina a Putin

Luna Luciano

28 Giugno 2025 - 18:40

La NATO aumenta la spesa militare, ma lascia sola l’Ucraina. Il vertice all’Aia, dominato da Trump, segna un duro colpo alla credibilità dell’Alleanza orientale: ecco cosa sta accadendo.

La Nato ha appena consegnato l’Ucraina a Putin

Donald Trump ha avuto l’ultima parola in fatto di spesa militare, ma ha abbandonato l’Ucraina a se stessa.
È questo ciò che è accaduto al recente vertice NATO all’Aia, dove la retorica della forza si è scontrata con la realtà del fronte orientale.

Mentre Donald Trump ha festeggiato una vittoria diplomatica con l’impegno dell’Alleanza ad aumentare la spesa per la difesa fino al 5% del bilancio nazionale, a discapito di un Pedro Sánchez che a torto collo ha dovuto firmare e soprattutto a discapito dell’Ucraina che è stata visibilmente relegata ai margini della scena.

La dichiarazione finale non ha condannato con chiarezza l’invasione russa, né ha offerto passi concreti per accelerare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Volodymyr Zelensky è apparso isolato, costretto a rispondere alle provocazioni americane sulla crisi della leva militare nel Paese, mentre le sue richieste di armi sofisticate sono state di fatto ignorate.

Lontano dalle foto ufficiali, il fronte ucraino sta crollando sotto il peso di una guerra di logoramento che dura da oltre tre anni. La carenza di soldati, il calo di morale e la scarsità di forniture militari mettono l’Ucraina in grave difficoltà, mentre la Russia avanza.

La NATO, pur rilanciando il proprio apparato difensivo, rischia di perdere il suo senso strategico se abbandona l’Ucraina. Il messaggio trasmesso a Putin è che la determinazione occidentale vacilla, e questo potrebbe avere conseguenze devastanti. Se Trump festeggia la sua vittoria, non si rende conto dei rischi che potrebbero conseguirne: di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Vertice NATO, la vittoria di Trump rischia di spaccare l’Alleanza

Il vertice all’Aia ha segnato una svolta nella strategia NATO, ma non necessariamente in senso positivo. Il presidente Donald Trump è riuscito a imporre la sua agenda, ottenendo l’aumento della spesa militare europea, un tema che ha portato avanti fin dai suoi primi anni alla Casa Bianca. Tuttavia, il prezzo politico di questa vittoria potrebbe essere altissimo: l’unità dell’Alleanza.

Le dichiarazioni ambigue di Trump sulla validità dell’articolo 5, la clausola di difesa collettiva della NATO, hanno lasciato i Paesi dell’Est Europa in allarme. I timori dei Paesi baltici, in particolare, sono cresciuti: se la NATO non è disposta a difendere l’Ucraina da un’aggressione ibrida o convenzionale, allora può davvero garantire la sicurezza dei suoi membri più esposti?

Il vertice ha evidenziato un crescente scollamento tra la leadership americana e il resto dell’Alleanza. Il Segretario Generale uscente, Mark Rutte, ha ripetuto formule vuote sul “futuro euro-atlantico” dell’Ucraina, mentre i fatti dimostravano il contrario.

Il messaggio è chiaro: la NATO si rafforza militarmente, ma perde la bussola strategica. L’intransigenza di Trump verso il sostegno illimitato all’Ucraina e la marginalizzazione politica del suo presidente rischiano di minare la credibilità stessa dell’Alleanza atlantica, proprio nel momento in cui la Russia testa ogni giorno i suoi limiti.

Vittoria di Trump, ma la NATO ha consegnato l’Ucraina a Putin: ecco perché

Mentre si esaltano gli annunci su caccia F-16 e missili Patriot, l’Ucraina affonda in una crisi militare senza precedenti. La guerra di logoramento con la Russia ha esaurito le riserve di uomini e materiali. Le forze armate ucraine soffrono per la mancanza di difensori esperti, il morale basso e il divario crescente tra la truppa e il comando. Zelensky è stato costretto a rivedere la sua storica opposizione alla mobilitazione dei giovani, ma le nuove reclute non sono sufficienti a tenere il fronte.

Gli aiuti europei, pur presenti, sono insufficienti. Germania, Paesi Bassi e Norvegia hanno inviato alcune forniture significative, ma restano vincolati dalla burocrazia, dalla paura dell’escalation e da arsenali indeboliti. La produzione militare interna dell’Ucraina cresce, ma non regge il confronto con il supporto nordcoreano a Mosca.

La NATO, di fronte a questi dati, sembra voltarsi dall’altra parte. Il vertice non ha incluso nessuna accelerazione formale all’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza, né ha garantito sistemi d’arma che possano invertire l’attuale trend militare. Le dichiarazioni ufficiali non colmano il divario tra parole e azioni.

Il risultato? Un messaggio pericoloso: l’Ucraina, combattendo da sola, potrebbe non farcela. E Putin, osservando il calo del sostegno occidentale, ha meno incentivi a negoziare e più motivi per intensificare l’offensiva.

Iscriviti a Money.it