Multe stradali, la Legge Bilancio blocca gli aumenti per il 2023

Antonella Ciaccia

29/12/2022

30/12/2022 - 14:27

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La nuova Legge di Bilancio congela gli importi delle multe stradali per i prossimi due anni, bloccando un potenziale aumento del 15%. Novità per la rottamazione delle cartelle sulle multe pregresse.

Multe stradali, la Legge Bilancio blocca gli aumenti per il 2023

A partire dal prossimo 1° gennaio 2023, gli importi delle multe stradali sarebbero dovuti aumentare, e non di poco: era stato previsto un incremento del 15,6%. Il Codice della Strada, infatti, prevede che ogni due anni il valore delle sanzioni pecuniarie sia aggiornato in base all’inflazione registrata nel biennio precedente, adeguando gli importi all’andamento dei prezzi al consumo rilevati dall’Istat.

Ebbene, a seguito di numerosi appelli, tra cui quelli delle organizzazioni dei consumatori come Assoutenti e Codacons, ma anche dell’associazione della Polizia stradale Asaps, il governo ha congelato i rincari. In particolare, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili si è mosso per bloccare gli importi delle multe stradali, attraverso una norma dedicata, introdotta nella legge di Bilancio 2023 oggi approvata definitivamente al Senato.

Sospeso dunque per i prossimi 2023 e 2024, "in considerazione dell’eccezionalità dell’attuale situazione economica", il prescritto aggiornamento delle sanzioni pecuniarie per le violazioni al codice della strada. Ma non finisce qui: la legge Bilancio mette mano anche alle cartelle esattoriali sotto i mille euro e stabilisce che a decidere sulle sanzioni del passato, o meglio, sulle cartelle emesse in seguito al mancato pagamento delle contravvenzioni, saranno i singoli Comuni.

Multe stradali: come viene calcolato l’aumento degli importi

Secondo il nostro ordinamento, gli importi delle sanzioni stradali vengono rivalutati ogni biennio e modificati in base a una serie di fattori. Si tratta di un adeguamento previsto dall’articolo 195 del Codice della Strada che al terzo comma specifica:

“... La misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti. All’uopo, entro il 1 dicembre di ogni biennio, il ministro della giustizia, di concerto con i ministri dell’economia e delle finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, fissa, seguendo i criteri di cui sopra, i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano dal 1 gennaio dell’anno successivo... ”.

Il dato che viene preso in considerazione è il cosiddetto Foi, ovvero l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. La crescita dell’indice Foi corrisponde a una crescita della spesa media.

Prendendo come riferimento tale indice, il ministro della Giustizia, di concerto con i ministri dell’Economia e delle Finanze, e delle Infrastrutture e dei Trasporti, avrebbe dovuto fissare in questo mese di dicembre i nuovi minimi e massimi delle sanzioni pecuniarie, applicabili dal 1° gennaio 2023.

Come comunicato dall’Istat, l’indice di novembre, quello che sarebbe stato preso a riferimento per determinare l’incremento, ha segnato un rialzo del 15,6%; percentuale che avrebbe impattato significativamente su tutte le sanzioni

Multe stradali, scongiurato l’aumento per il 2023

Se fosse stato applicato, l’incremento dal nuovo anno sarebbe stato quello storicamente più alto. Soltanto a gennaio 1997 era stata disposta una variazione del 17,5%, che però era stato calcolata su quattro anni, anziché su due; successivamente le variazioni percentuali erano rimaste contenute tra un + 0,1% a inizio 2017 e un + 5,4% a inizio dell’anno 2013.

Nell’ultimo aggiornamento, con decreto ministeriale del 31 dicembre 2020, era stata applicata per la prima volta una diminuzione pari a 0,2%, applicata dal 1° gennaio 2021.

Considerato quindi che nel 2021 c’è stato addirittura un decremento, tale sospensione determina di fatto un periodo complessivo di ben sei anni, dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2024, di mancanza di aumenti degli importi.

I potenziali aumenti delle multe stradali nel 2023

Per capire meglio quale sarebbe stata l’entità dell’aumento delle multe stradali per il prossimo anno, qualora non fosse intervenuto il governo e il Mims, basta fare qualche esempio. Un aumento del 15,6% avrebbe determinato, a titolo esemplificativo un incremento:

  • da 42 a 49 euro per il classico divieto di sosta in area vietata;
  • da 83 a 96 euro per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza;
  • da 165 a 191 euro per la guida con telefono e per la sosta in stalli per invalidi;
  • da 167 a 193 euro per il passaggio del semaforo con luce rossa;
  • da 173 a 200 euro per la circolazione senza la revisione;
  • da 543 a 628 euro per la guida in stato di ebbrezza alcolica con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l,
  • da 845 a 977 euro per l’eccesso di velocità di oltre 60 km/k rispetto al limite massimo consentito;
  • da 866 a 1.001 per la mancanza di copertura assicurativa;
  • da 5.100 a 5.896 euro per la guida senza patente o con patente di categoria.

Novità della rottamazione delle cartelle

La legge di Bilancio 2023 ha scongiurato l’aumento delle contravvenzioni ma c’è un’altra novità e riguarda le multe pregresse. O meglio, le cartelle esattoriali emesse in seguito al mancato o insufficiente pagamento delle sanzioni.

Al momento della presentazione del disegno di legge si è parlato di una sorta di condono generalizzato ma l’iter non ha portato a questo risultato. In riferimento alle sanzioni amministrative, comprese le multe per infrazioni stradali, diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o di obblighi di natura contributiva o previdenziale, la definizione riguarda prettamente gli interessi e le somme maturate a titolo di aggio.

La cosiddetta rottamazione delle cartelle riguarda quindi solo i debiti affidati agli agenti della riscossione tra l’1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015 e, la somma in sospeso, non deve superare i mille euro complessivi, comprensivi di capitale, interessi e sanzioni.

La rottamazione però non riguarderà il capitale, ossia l’importo non pagato, ma soltanto gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, le relative sanzioni e i corrispondenti interessi di mora.

Infine, ed è questa la novità più rilevante, saranno gli enti locali, ossia prevalentemente i Comuni e le unioni di Comuni, a decidere se ricorrere a questa opzione. In poche parole, saranno gli enti locali a stabilire se annullare i crediti dovuti dai cittadini, come le multe stradali, o rinunciare allo «stralcio» per cercare di riscuotere almeno una parte della somma dovuta.

Gli enti locali avranno la possibilità di non applicare la norma. Dovranno provvedere in questa direzione, se lo vorranno, entro il 31 gennaio 2023 e dovranno stabilirlo con uno specifico provvedimento. In ogni caso, dall’1 gennaio al 31 marzo 2023 è sospesa la riscossione dell’intero ammontare dei debiti.

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