MPS, tutte le frasi di Lovaglio su Mediobanca, Banco BPM e Generali. E su quel marchio “sacro”

Laura Naka Antonelli

10 Ottobre 2025 - 10:43

Tutte le risposte di Lovaglio, CEO di MPS, alle domande della Commissione d’inchiesta sulle banche del Senato sui dossier Mediobanca, BPM, Generali.

MPS, tutte le frasi di Lovaglio su Mediobanca, Banco BPM e Generali. E su quel marchio “sacro”

È stato Luigi Lovaglio, amministratore delegato di MPS-Monte dei Paschi di Siena, il primo tra i grandi CEO delle banche italiane a comparire al cospetto della Commissione d’inchiesta sul settore bancario del Senato, e a dare così il via alla stagione delle audizioni dei banchieri, iniziata ieri, 9 ottobre 2025.

Il numero uno della banca senese, che ha appena acquisito il controllo di Mediobanca, ha risposto alle domande dei componenti della Commissione, spiegando sia l’origine dell’offerta lanciata su Piazzetta Cuccia all’inizio di quest’anno - che ha sollevato tanti interrogativi, in quanto considerata dall’opposizione al governo Meloni come un tentativo di Palazzo Chigi di puntare al vero oggetto del desiderio dell’esecutivo, ovvero a Generali - sia commentando gli altri possibili dossier di M&A che potrebbero stagliarsi all’orizzonte del Monte.

In quest’ultimo caso, Lovaglio ha risposto a una domanda su Banco BPM che, secondo alcune indiscrezioni di mercato basate su alcune stesse dichiarazioni rilasciate dal CEO di BAMI, Giuseppe Castagna, sarebbe la prossima preda a cui la nuova entità MPS + Mediobanca potrebbe mirare.

Tutto, mentre sullo sfondo nuove ipotesi sono state fatte sulle prossime mosse di Banco BPM che, oltre a una eventuale partita di M&A con Crédit Agricole Italia, controllata della francese Crédit Agricole -quest’ultima anche maggiore azionista del Banco - starebbe guardando con interesse a un’altra banca italiana.

MPS, Lovaglio ripete: Mediobanca operazione di mercato. Il Monte controllato dal 70% circa da fondi

Il CEO di MPS-Monte dei Paschi di Siena Luigi Lovaglio ha ribadito al Senato che l’OPS - poi diventata OPAS - lanciata su Mediobanca è stata una operazione di mercato, di certo non frutto di una strategia orchestrata dal governo Meloni, o dagli azionisti del Monte Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio:

È una operazione ampiamente di mercato e lo dimostra l’attenzione con cui il mercato ci sta seguendo”, ha detto Lovaglio, rispondendo alla domanda della Commissione di inchiesta sul sistema bancario relativa al ruolo dei due grandi azionisti, Caltagirone e Delfin. Ruolo che Lovaglio ha minimizzato, ricordando che l’istituto senese “è controllato per quasi il 70% da azionisti vari, fondi di investimento internazionali e italiani” e aggiungendo che “buona parte del nostro azionariato” è rappresentata dai “ tanti fondi che ci hanno dato ragione ”.

La prova? “L’adesione all’OPS ne è stata la conferma ”, ha ricordato Lovaglio.

I complimenti di Lovaglio al MEF e al governo Meloni

Detto questo, i complimenti al lavoro fatto dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) guidato da Giancarlo Giorgetti e in generale dal governo Meloni nel privatizzare MPS, restituendola al mercato, non sono mancati:

Si è trattato, ha sottolineato Lovaglio di “ una delle operazioni piu brillanti portate a termine dal Governo in una maniera estremamente trasparente a beneficio del mercato e il modo in cui è stata fatta ha consentito di creare valore per tutti gli stakeholder. Quindi ne va riconosciuto il merito, perché l’operazione è stata gestita e portata a termine in maniera eccellente”.

Tornando al successo dell’operazione che ha consentito a MPS di conquistare Mediobanca, Lovaglio ha affermato che
si tratta di “un progetto industriale che non si basa sulle solite operazioni di chiusura filiali e licenziamento del personale ”. È, piuttosto, “un progetto di ampio respiro che si basa sulla crescita dei ricavi ed è in grado di generare benefici per tutti gli stakeholder e quindi per il sistema paese ”.

Mediobanca, per il CEO di MPS posto più bello dove lavorare per private banker. Un marchio “sacro”

Tra l’altro, Mediobanca è stata definita da Luigi Lovaglio “ il posto più bello dove lavorare per un private banker ”.

Per un private banker, ha continuato il CEO di MPS, “il posto dove viene riconosciuta ancor di più la sua professionalità è Mediobanca, il posto dove in questo momento si vuole investire per crescere e diventare ancora più importanti e avere soddisfazioni personali è Mediobanca ”.

Motivo per cui l’AD di MPS non crede che ci sarà un esodo dei private banker: “Quindi non credo che qualcuno possa essere interessato ad andarsene, se lo fa è per una questione di ingaggio e generalmente poi chi va per ingaggio torna ad andare anche da dove è andato”, tanto che la scorsa settimana ci “hanno raggiunto 5 consulenti finanziari da altre entità e sono venuti in Mediobanca Premier ” .

Riguardo ai rumor che circolano sulla dipartita di alcuni private banker, il banchiere non si è scomposto, dal momento che quello “è un mercato dove ogni tanto uno va e uno viene, ci sono le campagne acquisti, c’è molta movimentazione”. Tutti i motivi per cui il CEO di MPS non ha alcuna intenzione di liberarsi del marchio Mediobanca Tutt’altro. Così come, al momento, parlare di delisting di Piazzetta Cuccia è decisamente prematuro:

“È presto per dire cosa faremo con il titolo Mediobanca, ma una cosa è certa: il brand Mediobanca è sacro, come lo è il brand Monte Paschi, e sarà mantenuto”.

MPS, i commenti di Lovaglio su Banco BPM e Generali

Lovaglio ha tessuto le lodi anche di Banco BPM, tra l’altro azionista di MPS, definendo l’istituto guidato da Giuseppe Castagna, libero ormai dalle mire di UniCredit - e per alcuni destinato a finire sempre di più nelle mani francesi di Crédit Agricole, “una ottima banca”, e precisando al contempo che “oggi noi siamo completamente focalizzati a portare avanti il progetto” con Mediobanca, visto che la “velocità è un fattore determinante nel successo di queste operazioni (..) quindi il nostro focus oggi è portare a casa questa operazione”.

Per quanto riguarda Generali, il CEO di MPS ha definito la partecipazione che ora il Monte detiene nel Leone di Trieste grazie alla conquista di Mediobanca “un asset molto importante, che offre opzionalità anche nel business della bancassicurazione ”.

Di conseguenza, MPS “guarda questo investimento in un’ottica esclusivamente industriale e di opportunità di ulteriore ricchezza per tutt gli stakeholder”.

In definitiva, la quota che MPS detiene in Generali attraverso Piazzetta Cuccia “rappresenta una parte non correlata strettamente con l’attività bancaria di una fonte di reddito ed è quindi benvenuta nel nostro conto economico, e come tutti gli investimenti è un investimento che deve continuare a dare una redditività positiva”.

Va ricordato che negli ultimi mesi un sospetto sulla ratio dell’offerta promossa da Rocca Salimbeni su Mediobanca era stato manifestato dalla stessa Generali, il campione assicurativo attentamente monitorato non solo dal governo Meloni ma da tutta la politica italiana, in quanto cassaforte dei risparmi degli italiani e per il ruolo attibuitogli di salva-BTP.

Di fatto, Generali si è confermata tra i dossier che più scottano sulla scrivania della presidente del Consiglio Giorgia Meloni fin da subito.

Lovaglio spiega la genesi dell’operazione su Mediobanca, l’incontro con Giorgetti nel dicembre del 2022

C’è una frase di Luigi Lovaglio che ha sollevato tuttavia di nuovo perplessità, manifestate soprattutto dal M5S.

Nel corso della sua audizione alla Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, Lovaglio ha spiegato la genesi dell’operazione su Mediobanca, riconducendola a un desiderio che lui stesso aveva espresso tre anni fa:

Il 16 dicembre 2022 ho avuto il mio primo incontro con il ministro Giorgetti in cui racconto quanto fatto con MPS, una volta fatto l’aumento di capitale con la banca già sanata. In quella occasione parliamo di prospettive e ho scritto tre indicazioni al ministro: la prima lentamente si va sul mercato, come poi avvenuto, seconda una combinazione tra pari, quindi o Banco o BPER, terza un progetto di trasformazione totale attraverso l’unione con Mediobanca. Quindi questa è una idea mia, assieme al cfo, che risale a dicembre 2022”.

Lovaglio ha dunque ribadito che l’idea di conquistare Piazzetta Cuccia è stata sua, sottolineando che “Mediobanca quindi è sempre stata al centro dell’attenzione in prospettiva”.

Detto questo, “il fattore che ha fatto determinare la decisione di partire su Mediobanca è stata l’OPS di Unicredit su Banco BPM: a quel punto BPER con Sondrio e noi non volevamo stare da soli”.

In sostanza, dunque, “coraggio e iniziativa, una serie di eventi a nostro favore, la combinazione degli azionisti e siamo andati avanti con l’operazione, un’operazione ideata da me e messa in piedi in tempi rapidissimi ”.

Ma il M5S vuole più risposte su ruolo governo Meloni, possibile “danno a carico dello Stato”

Ma le parole di Lovaglio sono state considerate da Mario Turco, senatore e vicepresidente del M5S e componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, come la prova del nove della regia del governo Meloni nell’operazione MPS + Mediobanca:

Solo grazie all’insistenza e al pressing del M5S oggi la Commissione d’inchiesta sulle banche ha finalmente cominciato ad ascoltare i protagonisti del risiko bancario”, si legge in una nota diramata da Mario Turco, con cui il senatore ha fatto notare che oggi (ieri per chi legge), “a nostra precisa domanda ha detto che l’ipotesi dell’offerta di MPS su Mediobanca sarebbe stata presentata per la prima volta al ministro Giorgetti, durante un incontro al MEF nel dicembre del 2022, a ridosso del compleanno del ministro e in compagnia dell’allora direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera”. Il che significa che “l’operazione MPS-Mediobanca, quindi, è stata pianificata ben due anni prima del suo lancio effettivo a gennaio 2025”.

Così ancora Mario Turco:

“È appena il caso di ricordare che MPS a dicembre 2022 valeva 1,8 euro, mentre oggi ne vale 7,3, con un bel +300%. Nel mezzo c’è il valore di 5,792 euro, prezzo al quale il MEF ha ceduto il 23 novembre del 2024 un pacchetto del 15% di MPS agli azionisti Caltagirone, Delfin (gruppo Del vecchio), Banco BPM e Anima, in un momento in cui il valore contabile del titolo era di 9 euro. Peraltro Lovaglio, omettendo il dettaglio, ha detto che l’offerta di MPS su Mediobanca è arrivata come reazione all’offerta di Unicredit su Banco BPM, lanciata il 25 novembre del 2024 e successivamente ostacolata dal Governo con un esercizio discutibile del golden power. Peccato che però Lovaglio non abbia detto che il precedente 13 novembre era avvenuta la suddetta cessione del pacchetto del 15% della banca senese da parte del MEF. Noi riteniamo che i contorni dell’operazione possano configurare un danno a carico dello Stato e siano ancora avvolti da enormi ambiguità. A confermarlo, purtroppo, è stato oggi lo stesso Lovaglio che, senza imbarazzi, ha definito ’eccellente’ l’operazione di cessione del 15% di MPS. Cessione affidata dal MEF alla gestione di banca Akros, controllata da BPM, una delle beneficiarie della cessione, e collegata ad Anima, altra beneficiaria della cessione sempre controllata da BPM. Un groviglio inenarrabile, che definire ’eccellente’, come ha fatto Lovaglio, è come minimo discutibile. D’altro canto su quella cessione è ancora in corso un’indagine della Procura di Milano, dalla quale Lovaglio ed MPS non sono mai stati sentiti, stando a quanto risposto dall’AD della banca senese a una nostra domanda. La vicenda necessita ancora di enormi chiarimenti, che confidiamo di poter avere in Commissione banche nel prosieguo delle audizioni”.

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