Movimento delle sardine tra elezioni regionali e proposte di legge

Violetta Silvestri

17 Gennaio 2020 - 23:43

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Movimento delle sardine: in attesa delle elezioni regionali, spunta la proposta di legge contro l’odio social

Movimento delle sardine tra elezioni regionali e proposte di legge

Il Movimento delle sardine è al suo momento topico. Domenica 26 gennaio, infatti, con i risultati delle elezioni regionali più attese dell’anno, quelle dell’Emilia Romagna, si capirà quale effetto elettorale hanno avuto le piazze riunite dall’esperimento dei giovani bolognesi.

Gli ideatori delle manifestazioni restano cauti sul loro futuro, mantenendo salda l’unica certezza - almeno per ora - di non volersi trasformare in partito. Cosa faranno e come si evolveranno lo decideranno in un’assemblea l’8 marzo.

Intanto, mentre prepara il grande concerto bolognese di domenica 19 gennaio, il movimento delle sardine abbozza una proposta di legge da presentare direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Movimento sardine: in attesa delle Regionali, proposta contro l’odio social

La fibrillazione in vista del voto in Emilia Romagna di domenica 26 gennaio c’è. D’altronde, il movimento è nato per scommessa contro la volontà della Lega, e soprattutto del suo leader Matteo Salvini, di conquistare la “terra rossa”.

E, più in generale, contro una visione del fare politica considerata sbagliata, lontana dagli ideali di dibattito civile, rispettoso, dai toni pacati e fondato sull’onestà. Il populismo, l’uso strumentale dei social network, l’impiego estremizzato di slogan schematici e riduttivi nel significato, la diffusione di fake news attraverso i profili social sono stati e continuano ad essere nel mirino delle sardine.

Per questo, in attesa di capire se il messaggio è stato davvero colto nella regione storicamente orientata a sinistra, è spuntata l’idea della Daspo per i social network.

Il tema è molto sentito da chi si identifica nel movimento. La lotta a distanza tra sardine e Salvini in questi mesi, infatti, è avvenuta spesso proprio per polemiche nate dalla propaganda politica tramite post. Come la questione del commento scritto nella pagina del leader di Salvini contro la ragazza di origine palestinese che aveva preso la parola ad una manifestazione delle sardine.

O, più recentemente, la questione esplosa a seguito di un video montato ad hoc da Salvini con protagonista un ragazzo dislessico che parlava ad un comizio delle sardine. L’intento di presa in giro è stato classificato come cyber-bullismo da Santori e dai suoi sostenitori.

L’emergenza dell’odio social esiste e, secondo le sardine, va affrontato con una legge incisiva e ferma. La proposta - solo abbozzata e da approfondire - è quella di una Daspo per i social network. Combattere l’odio che dilaga tramite post virali, come accaduto a discapito di personalità quali Liliana Segre, ed eliminare la manipolazione di notizie sono sfide urgenti e molto sentite dal movimento.

Matteo Santori ha lanciato il progetto di “una vigilanza di un organo di polizia che garantisca che c’è un livello di sostenibilità democratica all’interno dei social network.” Si potrebbe affiancare il codice fiscale ai profili per identificare le persone che offendono e manipolano la libertà altrui.

Tutto è ancora da definire. Ma l’idea c’è. E, soprattutto, è forte il desiderio di incontrare Conte, magari dopo il turno elettorale come sperato dallo stesso movimento. L’occasione potrebbe essere sfruttata per intavolare una discussione sul decreto sicurezza e sulla democrazia digitale.

Il movimento delle sardine, a prescindere dal voto regionale, non sembra volersi allontanare dalla politica. Dal 27 gennaio si comincerà a capire anche la sua strada.

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