Sardine: chi sono, cosa vogliono e come sono nate

Violetta Silvestri

28/02/2020

25/08/2021 - 12:10

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Dai successi nelle piazze alle ospitate in TV, ecco chi sono Mattia Santori e le Sardine: come sono nate, cosa vogliono e la loro storia.

Sardine: chi sono, cosa vogliono e come sono nate

Le Sardine continuano ad attirare l’attenzione mediatica. Chi sono, cosa vogliono e come sono nate? Il movimento ideato da Mattia Santori e altri giovani bolognesi ha riscosso un immenso successo sin dalla prima iniziativa svolta nel capoluogo emiliano.

Durante la campagna elettorale per le elezioni in Emilia Romagna del 26 gennaio, le manifestazioni in piazza contro il populismo e la politica dell’odio hanno ottenuto grande partecipazione, provocando un’ondata di entusiasmo senza freni e confini geografici.

Oggi, le Sardine sono in pieno fermento, tra polemiche e prospettive di sviluppo, soprattutto in termini di organizzazione. Con la prima assemblea nazionale a Scampia, prevista a marzo, dovrebbero definire meglio gerarchie e obiettivi.

La loro presenza capillare sul territorio - in assenza però di un vero coordinamento - ha provocato dissapori. Come, ad esempio, sulla scelta di postare la foto con i vertici di Benetton o partecipare al programma “Amici”.

Sulla loro pagina Facebook è disponibile anche il manifesto, che spiega l’origine e gli obiettivi di questo fenomeno di attivismo politico civile.

In attesa di capire cosa ne sarà nel prossimo futuro della rivoluzione ittica ormai avviata, scopriamo chi sono le sardine, cosa vogliono e come sono nate.

Movimento delle sardine: chi sono e come sono nate

Tutto parte da Bologna e dalla notizia dell’arrivo del leader della Lega al Paladozza per sostenere la candidata alle regionali Lucia Borgonzoni.

Un giovane bolognese di 32 anni, Mattia Santori, pensa che la città debba trovare una risposta al tentativo leghista di cancellare anni di storia di centro-sinistra. E soprattutto, sente la necessità di rispondere ai toni populisti della politica odierna. Ad una settimana dall’arrivo di Salvini, quindi, escogita la formula delle sardine in piazza.

L’idea, da buon ingegnere, è numerica. Lo scopo del flash-mob, infatti, come si legge dalla pagina Facebook, è di radunare 6.000 persone sul crescentone di Piazza Maggiore. I partecipanti dovranno stringersi come sardine per concretizzare l’obiettivo di superare il numero 5.570, la capienza massima del Paladozza.

La prima rivoluzione ittica della storia è così lanciata. Le sardine, come raccontato dalla cronaca, raggiungono il numero di 15.000. La piazza di Bologna di giovedì sera è già diventata il simbolo di una coscienza anti-salviniana risvegliata.

Gli ideatori dell’iniziativa sono quattro. Oltre a Mattia Santori, ci sono Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa. Un piccolo gruppo di amici trentenni, senza tessere di partito, con una normale vita privata e professionale e, soprattutto, con un messaggio da diffondere.

Cosa vogliono le sardine? Nasce il manifesto ufficiale

Le sardine hanno un manifesto ufficiale reso noto sulla pagina Facebook che spiega cosa vogliono veramente.

I nuovi manifestanti si presentano come un popolo di persone normali e di tutte le età, accomunati da un comune sentire: la lotta contro i populisti. È proprio a loro che si rivolgono le sardine, sottolineando che per troppo tempo “hanno avuto la libertà di affogare i contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota.”

Il messaggio da diffondere è chiaro: sfidare con la partecipazione civile, l’impegno in prima persona e la coscienza critica la retorica della comunicazione vuota. Senza insulti, né violenza.

La politica “con la P maiuscola” come viene ribadito nel manifesto, resta il faro del movimento, proiettato a diffondere il più possibile questi intenti.

Le sardine danno a tutti i simpatizzanti il “Benvenuto in mare aperto”, mettendo in guardia che: “Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network.”

Effetto sardine nelle elezioni emiliane e in politica

Con le elezioni regionali in Emilia Romagna, il movimento delle sardine si è imposto sulla scena politica nazionale con determinazione. E soprattutto, ha dimostrato di avere capacità di influenza e di incisione su appuntamenti elettorali cruciali.

Il centrosinistra ha benedetto il ruolo di vivacità democratica svolto nei mesi di campagna elettorale dalla cosiddetta rivoluzione ittica, osannata e appoggiata dai maggiori esponenti dei Partito Democratico e di tutta la sinistra.

Per molti analisti, infatti, la vittoria del candidato dem Bonaccini - contro l’avversaria sostenuta da Salvini - e l’aumento di affluenza al voto sono stati trainati dall’entusiasmo delle sardine, in grado di coinvolgere migliaia di cittadini a sostegno dei valori antifascisti e anti-populisti.

Il movimento delle sardine, da allora, ha iniziato a svolgere un ruolo non trascurabile nella politica. I colloqui tenuti da Santori e gli altri con alcuni ministri e la proposta di un’agenda di misure da sottoporre a Giuseppe Conte hanno sancito l’evoluzione da movimento di piazza a lobby civile e politica.

Restano accesi, quindi, i riflettori sulle mosse delle sardine.

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