Il cambio delle abitudini economiche dei giovani ha portato alla scomparsa di diverse aziende e settori: i millennial porteranno alla distruzione dell’economia mondiale?
I millennial - la generazione fatta di coloro che sono diventati maggiorenni dopo il 2000 - rischiano di mettere in serio pericolo l’economia mondiale. La motivazione è semplice: questi non spendono quanto dovrebbero, tant’è che stanno mettendo a rischio diversi settori, come le catene di fast food.
Le abitudini dei giovani di età compresa tra i 18 e 34 anni sono cambiate, le loro decisioni economiche stanno avendo un impatto distruttivo su diverse società e settori.
I millennial non fanno acquisti folli, non comprano auto o case e visto il calo delle nascite si può dire che non acquistano neppure pannolini.
E gli effetti del nuovo trend si fanno sentire: il calo delle vendite ha fatto sì che molte aziende abbiano dovuto licenziare diversi dipendenti, mentre le meno fortunate non sono riuscite ad evitare lo spettro della bancarotta. Il settore più colpito, specialmente negli Stati Uniti, è quello dei fast food dove catene come Buffalo Wild Wings e Applebee sono in piena crisi a causa del cambio di abitudini dei giovani.
Per quale motivo i millennial non spendono più? La colpa non è loro, ma di chi ha contribuito a plasmare una generazione con scarsi guadagni e priva di ogni prospettiva economica.
I millennial non spendono? La colpa non è loro
Il tasso di disoccupazione per i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni è elevato e anche quando uno di loro riesce a trovare lavoro lo stipendio non è abbastanza per permettergli di spenderlo come vorrebbe.
La mancanza di lavoro porta i giovani ad aspettare a mettere su famiglia e a fare figli. Se i millennial non spendono in determinati settori, quindi, non è colpa loro ma di chi ha contribuito a creare una generazione priva di futuro.
I giovani di oggi sono più inclini al risparmio, consapevoli del fatto che una “tempesta perfetta” come quella che è stata la crisi del 2007 potrebbe ripetersi in qualsiasi momento. E in tal caso meglio non farsi trovare impreparati.
La colpa è della crisi e di chi l’ha creata: i baby boomer, ovvero i nati nel 1945 e 1964 che almeno negli Stati Uniti hanno contribuito a quello che fu un notevole aumento demografico.
La crisi ha creato una generazione di risparmiatori
Quando è scoppiata la crisi del 2007 alcuni millennial erano adolescenti mentre altri avevano appena concluso l’università e si preparavano ad entrare in un mondo - quello del lavoro - che non era pronto ad accoglierli.
Questi hanno vissuto sulla loro pelle le difficoltà dei genitori immersi fino al collo nella crisi finanziaria. Un’esperienza che ha segnato profondamente i giovani, lasciando in loro una “grave cicatrice psicologica”, così come dichiarato dall’analista Kimberly Greenberger - di Morgan Stanley - a Business Insider.
È per questo che le loro abitudini sono profondamente cambiate: adesso i giovani cercano sempre i vestiti a prezzi scontati - e con questo si spiega il boom degli online fashion outlet - evitano di investire in azioni e stanno alla larga dai fast food, visto che quando possono permettersi di cenare fuori preferiscono farlo in un posto più “ricercato”.
Le abitudini stanno cambiando e alcune imprese ne devono prendere atto e provare ad uniformarsi a quello che è il nuovo trend. Altrimenti per loro non resterà altro che lo spettro del fallimento.
I millennial quindi distruggeranno l’economia? I giovani oggi non porteranno alla distruzione della società, ma contribuiranno a cambiarla profondamente. Chi vuole sopravvivere deve adattarsi alle nuove tendenze o altrimenti deve lasciare lo spazio al nuovo.
Ma chi non ce la farà non deve dare la colpa ai giovani, ma a coloro che hanno contribuito a cambiare le loro esigenze creando la crisi finanziaria.
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