Perché il Metaverso ultra-tecnologico di Facebook non sta funzionando e cosa ha in mente Zuckerberg

Giacomo Andreoli

29 Ottobre 2022 - 12:27

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L’investimento miliardario di Meta nell’espansione virtuale del mondo reale finora non ha dato i frutti sperati e i fondi impiegati sono sempre di più. Zuckerberg, però, ci crede ancora, ecco perché.

Perché il Metaverso ultra-tecnologico di Facebook non sta funzionando e cosa ha in mente Zuckerberg

L’aveva presentato come l’investimento del millennio, ma ora rischia di diventare una voragine finanziaria senza fondo, con prospettive di lungo periodo ancora difficilmente visibili all’orizzonte. Mark Zuckerberg crede ancora nel Metaverso, l’espansione virtuale del mondo reale della sua big tech Meta (la società proprietaria dei social Facebook e Whatsapp), ma i conti mese dopo mese sono sempre più negativi.

A pesare è l’aumento dei costi e degli investimenti, passati da 18,6 miliardi a 22 miliardi. Un aumento che ha contribuito a dimezzare gli utili (scesi da a 4,4 miliardi di dollari rispetto ai 9,2 miliardi dello stesso trimestre nel 2021). Questo buco è causato proprio dal Metaverso. La divisione Reality Labs, responsabile dello sviluppo della tecnologia, ha fatto registrare perdite altissime, pari a 3,7 miliardi, che da previsioni sembrerebbero essere addirittura in crescita nella parte finale dell’anno.

Tutto questo non può piacere agli azionisti, che infatti hanno punito il titolo a Wall Street. Il segno meno è stato pesante, con un calo del 18%, vicino al vero e proprio crollo che c’è stato a febbraio del 26%, nei giorni in cui il valore azionario Meta era sceso di 230 miliardi di dollari. Da inizio anno, poi, il titolo Meta ha perso il 70% del proprio valore.

La ragione vorrebbe che ora Zuckerberg riducesse l’esborso per il Metaverso per tornare a dare priorità al proprio “core-business”. Lo dimostra il fatto che nell’ultimo trimestre ad esempio la raccolta pubblicitaria è salita del 17% rispetto al 2021 e gli utenti giornalieri di Facebook sono il 3% in più. Tuttavia, nonostante l’annuncio di generici “cambiamenti significativi”, l’ad di Meta non cambia idea. Qual è la sua scommessa?

Cos’è il metaverso e cosa può diventare

Il metaverso è un’espansione virtuale del mondo reale, dove poter vivere e interagire attraverso un avatar e tramite dispositivi tecnologici e indossabili, come smart glasses, caschi e visori di realtà virtuale, guanti e tute tattili. Un mondo digitale dove la realtà virtuale è profondamente connessa al web e in cui le persone possono vivere una vita parallela a quella del mondo reale.

Il metaverso di Facebook è una sorta di “Internet portato in vita”, o almeno reso in 3D. Zuckerberg lo ha descritto come un ambiente virtuale in cui è possibile entrare invece di limitarsi a guardarlo su uno schermo.

Ad oggi il metaverso è semplicemente una serie di piattaforme su cui le persone possono accedere con un computer e una connessione a internet. L’intenzione di Meta, però, è renderlo domani un vero e proprio universo immersivo che ampia la vita vissuta utilizzando la tecnologia e in cui si possono prendere appuntamenti, fare acquisti o transazioni di denaro.

La scommessa di Zuckerberg

Zuckerberg vorrebbe arrivare a circa un miliardo di persone coinvolte nel Metaverso, con ognuna che effettua transazioni per centinaia di dollari, “sia acquistando beni e contenuti digitali che acquistando oggetti e vestiti virtuali per esprimere la propria personalità”. Secondo il numero uno di Meta “gli utenti potrebbero essere interessati anche a comprare oggetti per essere più produttivi nella realtà virtuale e aumentata”.

Tutto ciò lo si otterrebbe anche sfruttando ancor più intensamente l’Intelligenza Artificiale, passando da un sistema dove la maggior parte dei contenuti che si vedono viene dalla cerchia di amici e/o conoscenti a un sistema dove è l’IA a segnalarti i contenuti, i prodotti e le possibilità finanziarie che ritiene più interessanti per te, imparando dal pregresso.

L’investimento, però, costa tantissimo sia perché bisogna sviluppare software decisamente complessi, pieni di sfaccettature e possibilità, sia perché va reso accessibile a una platea di persone enorme, con strumenti fisici di realtà aumentata a un prezzo potenzialmente abbordabile.

Perché il Metaverso non funziona

Il ceo di Meta è convinto che i costi record e gli utili in calo siano influenzati da alcune “dinamiche impegnative”, che fa risalire alle condizioni generali dell’economia occidentale in questo momento, tra inflazione, crisi energetica e politiche monetarie aggressive delle banche centrali. Zuckerberg ha parlato espressamente di “concorrenza crescente, perdite pubblicitarie e costi crescenti dai nostri investimenti a lungo termine”, ribadendo però che “le tendenze dei nostri prodotti sembrano migliori di quello che emerge da alcuni commenti: sono piuttosto fiducioso che stiamo andando nella direzione giusta”.

Quello a cui fa riferimento è il fatto che stanno girando diversi commenti negativi sul business del Metaverso, con vari utenti che abbandonano i primi servizi messi a disposizione da Meta. Ad esempio Horizon Worlds, il primo prodotto del Metaverso per i consumatori, non raggiunge i 200mila utenti mensili attivi, contro i 500mila previsti.

Meta, il piano per ridurre le perdite

Quello che probabilmente conta per il ceo di Meta è che le perdite registrate finora non hanno causato un rallentamento esagerato delle entrate della compagnia (pari a 29 miliardi nel terzo trimestre, in calo del 4% rispetto allo scorso anno). Ora Zuckerberg vuole dare un segnale, ma probabilmente lo farà nel senso di ridurre il numero di lavoratori nei vari team o alcune voci di spesa. Secondo Bloomberg la ristrutturazione aziendale arriverebbe il prossimo anno e prevederebbe accorpamenti dei team, forse con annesso blocco delle assunzioni.

Potrebbero quindi essere ridotti i budget della maggior parte dei gruppi di lavoro, compresi i settori in crescita, ma le priorità rimarranno sempre Reels (la sezione nata per rispondere a TikTok) e il Metaverso. Quest’ultima, insomma rimane la carta per il futuro, nonostante non convinca gli analisti economici.

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