Con i nuovi posti di lavoro sotto 600mila e la media mensile a 75mila, l’Ufficio Studi segnala un campanello d’allarme: rischio recessione tra fine 2025 e 2026.
Il mercato del lavoro è un “lagging indicator” perché reagisce in ritardo rispetto all’inizio di una recessione, un po’ come il taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale. Può però il mercato degli occupati diventare un “leading indicator” in grado di anticipare le recessioni? Basandosi sui dati storici si ottiene una duplice informazione importante:
1. Quando alla fine dell’anno i nuovi posti di lavoro scendono sotto la soglia dei 2 mln, partendo da valori maggiori degli anni precedenti, c’è da preoccuparsi;
2. Quando la media mensile dei nuovi occupati scende sotto i 150 k, venendo da valori superiori, c’è da preoccuparsi. [...]
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