La tensione tra la Russia di Putin e gli USA di Trump è tornata a salire, mentre i venti di guerra commerciale non accennano a placarsi. Quali conseguenze per i mercati internazionali?
I mercati internazionali di nuovo in apprensione, sulla scia di rinnovati timori relativi non soltanto ad una guerra commerciale globale, ma anche ai rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti.
Gli USA di Donald Trump hanno scelto di sanzionare 19 cittadini e cinque gruppi russi con l’accusa di aver interferito nelle elezioni presidenziali del 2016 e di aver partecipato a diversi attacchi informatici - in virtù di tali sanzioni, gli asset degli individui e delle entità colpite saranno congelati e ai cittadini americani sarà proibito di fare affari con loro. Mosca, dal canto suo, non è rimasta a guardare le mosse di Trump ed ha immediatamente comunicato la sua intenzione di reagire.
I mercati hanno assistito con il fiato sospeso alle ultime dichiarazioni del vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov, il quale ha reso nota l’intenzione russa di dar vita a misure ritorsive nei confronti degli Stati Uniti.
Eppure, l’escalation tra gli USA e la Russia pare oggi soltanto la punta di un iceberg molto più profondo. Se le tensioni politiche internazionali sono tornate a fare da sfondo, i timori relativi ad una guerra commerciale non si sono mai attenuati del tutto.
La tensione internazionale
È notizia delle ultime ore quella secondo cui il procuratore speciale USA, Robert Mueller avrebbe richiesto alla Trump Organization la presentazione di svariati documenti riguardanti, almeno in parte, i rapporti con Mosca. L’obiettivo dovrebbe essere sempre lo stesso: indagare sulla presunta inferenza della Russia nelle elezioni presidenziali che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca.
Se i rapporti tra Washington e Mosca sono tornati ad attirare l’attenzione internazionale, i mercati hanno assistito costantemente alle crescenti ipotesi di guerra commerciale, fomentate dagli ultimi dazi introdotti da Trump.
La Cina, dal canto suo, non ha mancato di far sentire la propria voce ed ha immediatamente escluso l’ipotesi di appeasement in caso di ulteriori tariffe da parte degli USA.
Contro l’escalation si sono già schierati diversi rappresentanti internazionali, tra cui Mario Draghi (durante la sua ultima conferenza stampa) e Christine Lagarde dal FMI, con un monito a non farsi risucchiare dalla tensione internazionale:
“I policy maker devono cooperare per ridurre le barriere commerciali e risolvere le controversie sui relativi accordi. Devono assicurarsi che le recenti tariffe USA sulle importazioni non determinino un’escalation delle misure protezionistiche. La storia economica mostra chiaramente che le guerre commerciali non soltanto danneggiano la crescita globale, ma sono altresì invincibili,”
ha concluso.
Anche dal ministero dell’economia tedesco le preoccupazioni non sono tardate ad emergere. Ad intimorire, in questo caso, sono i danni che un conflitto commerciale potrebbe provocare alla crescita economica globale.
L’andamento dei mercati oggi
Per il momento, la reazione odierna dei mercati internazionali alla tensione tra gli USA e la Russia non è stata così evidente. Gli indici di Wall Street hanno archiviato la scorsa sessione in modo contrastato: l’unico a chiudere al di sopra della parità è stato il Dow Jones con un guadagno dello 0,47% su quota 24.873,66.
In preda alla debolezza, invece, l’S&P 500 che non è riuscito a riportarsi a galla ed ha archiviato gli scambi a -0,08% su quota 2.747,33 punti. Il peggiore della sessione è risultato comunque il Nasdaq, che con una flessione dello 0,20% si è riportato sui 7.481,74 punti.
I mercati asiatici oggi hanno registrato un andamento simile. Il Nikkei, solo per fare un esempio, ha chiuso su quota 21.684,50 punti, con un ribasso di 0,55 punti percentuali. Non è andata meglio allo Shanghai, spinto su quota 3.270,39 da un rosso dello 0,63%. Mentre anche l’Hang Seng ha continuato a perdere quota, l’unico indice a scambiare sopra la parità è risultato il Kospi a +0,06% su quota 2.493,97 punti.
Il prezzo dell’oro, bene rifugio per eccellenza cui gli investitori ricorrono in momenti di tensione o di estrema incertezza sui mercati, ha ripreso la via del rialzo senza però mettere a segno guadagni degni di particolare nota. Al momento della scrittura la quotazione del metallo giallo sta scambiando su quota $1.318 in rialzo dello 0,14%.
Il dollaro, invece, ha viaggiato ieri costantemente sopra la soglia dei 90, mentre il cambio del biglietto verde contro l’euro si è mostrato in lieve rialzo su quota $1,2319.
Come già accennato in precedenza, i mercati non stanno guardando con apprensione ai soli rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti. Quel che più interessa oggi è la possibilità che le tariffe di Trump si trasformino presto o tardi in una guerra commerciale globale. Al concretizzarsi dell’ipotesi, le reazioni e le conseguenze per i mercati sarebbero certamente più evidenti.
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