Mercati chiudono il 2022 con lieve ottimismo, ma l’anno resta pessimo

Violetta Silvestri

30 Dicembre 2022 - 08:34

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Si chiude l’anno dei mercati finanziari con la seduta odierna: le azioni salgono in Asia, ma con quale auspicio? Il 2022 resta pessimo per gli indici a livello globale. Si attende un incerto 2023.

Mercati chiudono il 2022 con lieve ottimismo, ma l’anno resta pessimo

Le azioni dell’Asia-Pacifico sono state scambiate al rialzo nell’ultima sessione di negoziazione dell’anno, dopo che Wall Street è rimbalzata durante la notte, recuperando la maggior parte delle perdite rispetto al giorno precedente.

Gli investitori cercano note di ottimismo, seppure lieve, in seguito ai dati statunitensi che hanno mostrato che la politica monetaria aggressiva della Federal Reserve stava attenuando le pressioni inflazionistiche, nonostante persistano forti timori per i casi Covid in rapida diffusione in Cina.

Il più ampio indice MSCI di azioni dell’Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è ​​salito dello 0,71%, ma è destinato a chiudere l’anno in calo del 19%, la peggiore performance dal 2008.

Il 2022 si sta chiudendo in modo drammatico per le azioni globali. L’ultima seduta lascia piccole tracce di speranza con gli indici in rialzo, ma il bilancio dei 12 mesi resta negativo.

Mercati in rialzo, ma non basta per avere ottimismo

L’ultima seduta asiatica del 2022 si è chiusa con Shanghai e Shenzhen in aumento rispettivamente dello 0,25% e dello 0,51%. Anche il Nikkei ha archiviato la sessione in parità e l’Hang Seng di Hong Kong sale dello 0,63%.

Nella notte a Wall Street, c’è stata una prova di rally finale, con il Nasdaq Composite e l’S&P 500 che sono saliti rispettivamente di circa il 2,6% e circa l′1,8%. Il Dow è balzato di 345 punti, o dell′1,05%.

Tuttavia, il bilancio resta pessimo per i mercati finanziari. Il 2022 è stato un anno in cui l’inflazione si è riaffermata, cancellando un quinto del valore delle azioni globali, la peggiore corsa al ribasso dalla crisi finanziaria.

Poche regioni sono state risparmiate dal tonfo, con i titoli asiatici che quest’anno sono scesi di oltre il 19%. Le obbligazioni hanno perso il 16% di valore, il più grande calo almeno dal 1990, poiché le banche centrali hanno corso per rallentare il balzo dei prezzi al consumo, aumentando i tassi di interesse in tutto il mondo.

Intanto, il 2022 si sta chiudendo con rinnovate paure per il Covid. Si prevede che la Cina subirà un rallentamento della produzione industriale e dei consumi nel breve termine a causa dei contagi in crescita.

Il sistema sanitario cinese è stato sotto stress a causa dell’aumento dei casi da quando il Paese ha iniziato a smantellare la sua politica zero-Covid all’inizio del mese, con diversi Stati - tra i quali l’Italia - che hanno imposto o considerato di imporre limiti ai viaggiatori provenienti dalla Cina.

Sul mercato valutario, il dollaro Usa era sulla buona strada per la migliore performance annuale degli ultimi sette anni. L’indice del dollaro ha guadagnato quasi il 9% nel corso dell’anno.

La sterlina è invece destinata alla peggiore performance rispetto al dollaro dal 2016, quando il Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione Europea.

Infine, il petrolio sale dopo una serie di ribassi di tre giorni a causa delle preoccupazioni per un aumento delle scorte di greggio e dei timori che la diffusione delle infezioni Covid-19 in Cina possa rallentare la domanda in uno dei principali importatori di greggio al mondo.

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