Mercati a rischio la prossima settimana, i motivi sono 5

Violetta Silvestri

13/04/2024

13/04/2024 - 10:25

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5 fattori possono sconvolgere i mercati la prossima settimana, quali sono i temi chiave da seguire?

Mercati a rischio la prossima settimana, i motivi sono 5

Mercati, suona il campanello di allarme per 5 motivi la prossima settimana.

I dati sull’inflazione statunitense hanno acceso la miccia sui mercati mondiali e costretto a un forte ripensamento sulle scommesse sulla riduzione dei tassi della Federal Reserve, quindi i prossimi dati e utili dovrebbero tenere nervosi i trader, proprio mentre restano vigili su un possibile intervento giapponese per sostenere lo yen.

Anche gli ultimi numeri della Cina sono al centro dell’attenzione, mentre l’India si prepara a votare e i ministri delle finanze e i banchieri centrali si ritrovano a Washington per le riunioni primaverili del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. Infine, occhio vigile sul prezzo del petrolio e alle dinamiche del Medio Oriente, con l’attesa per un attacco iraniano su Israele.

La settimana che verrà in 5 punti caldi secondo le valutazioni degli analisti Reuters.

1. Tutti osservano gli Usa

I mercati hanno frettolosamente accantonato le scommesse per un taglio dei tassi da parte della Fed a metà anno, con settembre ora visto come la probabile data di inizio dell’allentamento poiché un’inflazione vischiosa resta alla base di un’economia forte.

Ciò pone maggiormente l’attenzione sui consumatori statunitensi con i dati sulle vendite al dettaglio previsti per il 15 aprile e una serie di utili aziendali.

Le vendite al dettaglio di marzo sono probabilmente aumentate dello 0,3%, secondo un sondaggio Reuters condotto tra gli economisti. Ciò fa seguito a un rialzo dello 0,6% inferiore alle attese a febbraio, che ha suggerito un rallentamento della spesa dei consumatori in un contesto di crescente inflazione e alti costi di finanziamento.

I risultati degli utili che potrebbero anche far luce sulla spesa dei consumatori includono Bank of America, American Express, il gigante dei prodotti di consumo Procter & Gamble e Discover Financial Services.

2. Cina

È un’altra settimana piena di dati cinesi e questa volta gli investitori possono dare una prima occhiata a come si sta delineando la crescita nella seconda economia più grande del mondo.

Martedì saranno diffusi i risultati sul prodotto interno lordo del primo trimestre, insieme ai dati sui prezzi delle case e sulle vendite al dettaglio.

Le aspettative sono che l’economia cresca del 4,6% su base annua, un inizio difficile per Pechino nel raggiungere il suo obiettivo di crescita del 5% circa per il 2024. Ci sono comunque alcuni segnali positivi derivanti dai sondaggi sul settore manifatturiero e dei servizi e dall’aumento dei prezzi al consumo, ma la persistente deflazione dei prezzi alla produzione indica una ripresa traballante.

Un mercato immobiliare in difficoltà continua a rappresentare un ostacolo: è difficile cancellare un settore che una volta rappresentava oltre un quarto del PIL.

3. India al voto

L’India, la più grande democrazia al mondo per popolazione, inizierà a votare dal 19 aprile per le elezioni nazionali che si terranno in sette fasi fino al 1 giugno. Si tratta delle seconde elezioni più lunghe dell’India, con risultati attesi dal 4 giugno.

Il primo ministro in carica Narendra Modi è in cerca di un terzo mandato consecutivo. Dopo le elezioni statali chiave di dicembre, i mercati si sono ripresi nella speranza di una continuità politica a livello nazionale.

Indici azionari di riferimento dell’India Nifty 50 e Sensex nonché le società a media capitalizzazione più ampie e focalizzate sul mercato nazionale sono a livelli record, aiutati da afflussi interni sostenuti e da una forte prospettiva economica.

4. Economia mondiale sotto i riflettori

I ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali di tutto il mondo si recano a Washington DC per l’ annuale incontro primaverile del FMI/Banca Mondiale, a partire da lunedì.

Verranno pubblicati una serie di rapporti sulle prospettive economiche e sulla stabilità finanziaria, mentre anche i politici del G20 e del G7 si riuniranno. Non mancano gli argomenti su cui riflettere – la traiettoria a doppio binario di un’economia americana che avanza mentre il resto del mondo più o meno balbetta – e tutte le conseguenze sulla politica monetaria e sui mercati finanziari che potrebbero comportare.

Se le banche centrali abbiano davvero vinto la battaglia sull’inflazione (il capo del FMI Kristalina Georgieva non la pensa così), soprattutto perché le tensioni in Medio Oriente fanno salire i prezzi del petrolio. O come le economie, in particolare i mercati emergenti, affronteranno gli oneri debitori ancora elevati.

5. Petrolio e guerra

Il petrolio è salito di circa l’1% venerdì a causa delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente, ma ha registrato una perdita settimanale a causa delle previsioni ribassiste di crescita della domanda mondiale da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) e dei timori per un rallentamento dei tagli dei tassi di interessi statunitensi.

Durante la settimana, i prezzi del petrolio si sono avvicinati ai massimi di sei mesi per la preoccupazione che l’Iran, il terzo produttore dell’OPEC, possa reagire per un sospetto attacco aereo israeliano contro l’ambasciata iraniana a Damasco.

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