Nel commentare la rinuncia di MPS a quella soglia, Mediobanca ha accusato Siena di voler assumere il controllo anche dinanzi a rilevanti rischi di dissinergie e distruzione valore.
Mediobanca è tornata a bocciare l’offerta di MPS, anche se comprensiva di un rilancio, che è avvenuto sotto forma di una componente in contanti.
I vertici della banca italiana guidata dal CEO Alberto Nagel non si sono fatti incantare, rimanendo arroccati sulla loro posizione: no all’OPS di MPS, che è diventata OPAS.
L’ennesimo rifiuto è stato annunciato da Piazzetta Cuccia con un comunicato diramato al termine della riunione del CDA di ieri, giovedì 4 settembre 2025, con cui l’istituto di credito finito preda del Monte ancora di Stato ha attaccato anche la decisione di MPS di assumere il suo controllo accontentandosi del raggiungimento di una soglia minima del 35% che, come è emerso dalle ultime indicazioni, è stata già superata.
Mediobanca attacca MPS, “vuole controllo anche a rischio dissinergie e di distruzione di valore”
Nel comunicare di avere preso atto della decisione dell’offerente Monte dei Paschi di Siena di alzare la posta, mettendo sul piatto un corrispettivo aggiuntivo in cash di 0,90 euro per ciascuna azione portata in adesione, che va a unirsi alle 2,533 azioni MPS di nuova emissione, in esecuzione dell’aumento di capitale al servizio dell’offerta, il CDA di Mediobanca ha ribadito la propria contrarietà alla operazione.
Il nuovo corrispettivo non è “di per sé sufficiente, anche alla luce dei rischi di dissinergie e di distruzione di valore che caratterizzano l’Offerta (come rappresentati nel Comunicato dell’Emittente), a mutare la precedente valutazione di non congruità e inadeguatezza del Corrispettivo espressa dal Consiglio di Amministrazione nel Comunicato dell’Emittente” (intendendosi per emittente Mediobanca stessa, a fronte dell’offerente MPS).
Mediobanca non si è fermata qui, aggiungendo che il CDA ha sottolineato che la rinuncia alla condizione della soglia del 66,7% segnala “in maniera inequivocabile, a dispetto della dichiarata finalità di massimizzare le adesioni all’Offerta perseguita con il suddetto incremento del Corrispettivo, la volontà di MPS di assumere il controllo, anche di fatto, di Mediobanca, anche dinanzi ai rilevanti rischi di dissinergie e di distruzione di valore che sono stati rappresentati nel Comunicato dell’Emittente ”.
Piazzetta Cuccia ha rimarcato dunque le due parole e frasi chiave: dissinergie e distruzione di valore, sulla base di alcune considerazioni:
Per la precisione, “il nuovo corrispettivo esprime una valorizzazione di Mediobanca che non riconosce in maniera adeguata il valore intrinseco dell’azione di Mediobanca anche alla luce della prospettiva del Piano One Brand-One Culture esteso al 2028 e non remunera adeguatamente il contributo che Mediobanca darebbe al valore della combined entity”.
Non solo: “anche alla luce dell’entità della componente in azioni del Nuovo Corrispettivo rispetto alla componente in denaro, l’offerta di Siena continua a porre a carico degli azionisti di Mediobanca gran parte dei rischi connessi al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’offerta definiti da MPS e specificamente individuati da Mediobanca
nel Comunicato dell’Emittente”.
Mediobanca cita opinioni advisor su assenza congruità prezzo. OPAS MPS verso la fine, la riapertura dei termini
Il CDA ha ricordato la posizione dei suoi advisor finanziari Centerview, Equita e Goldman Sachs che, ai fini dell’approvazione del comunicato rilasciato da Mediobanca lo scorso 11 luglio, si erano espressi con le loro fairness opinion mettendo in evidenza “ l’assenza di congruità ” del corrispettivo offerto da MPS.
Da segnalare che il periodo di adesione all’OPAS di MPS da parte degli azionisti di Mediobanca è vicino al capolinea, vista la conclusione stabilita al prossimo lunedì, 8 settembre.
La riapertura dei termini è prevista tra il 16 e il 22 settembre. In data 3 settembre, e a seguito del rilancio dell’offerta con l’aggiunta della componente cash pari a 0,90 euro per azione, MPS ha annunciato di avere superato la soglia minima del 35% di adesioni prevista per il successo del piano per conquistare Mediobanca. Un piano che è diventato tuttavia meno ambizioso, e che ha smorzato l’entità dell’attacco alla roccaforte storica di Piazzetta Cuccia, vista la decisione del Monte dei Paschi di rinunciare alla soglia del 66,7%.
“L’Offerente (MPS) comunica che, sulla base delle n. 313.252.717 azioni di Mediobanca (pari a circa il 38,5% del capitale sociale di Mediobanca e al 37,8% delle Azioni Oggetto dell’Offerta, i.e., n. 829.458.551) portate in adesione all’Offerta fino alla data odierna e delle n. 31.996 azioni Mediobanca già detenute dall’Offerente, come comunicato in data 20 giugno 2025 (pari a circa il 0,004% del capitale socialedi Mediobanca), ad esito dell’Offerta verrà a detenere almeno n. 313.284.713 azioni di Mediobanca,ossia una partecipazione superiore alla Condizione Soglia Minima (del 35%)”.
Negativa la performance di ieri, giovedì 4 settembre, delle azioni MPS-Monte dei Paschi di Siena e di Mediobanca, entrambe scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari.
Mediobanca, gli azionisti continuano a vendere le azioni, adesioni a OPAS oltre 40%. Attenti a Fitch
Nelle ultime ore sono arrivati nuovi annunci relativi alle mosse degli azionisti di Mediobanca di vendere le loro azioni. Protagoniste le mosse del gruppo Lucchini, che ha venduto azioni per 14,8 milioni di euro, mentre Fin. Fer. S.p.A., società del Gruppo Pittini, ha smobilizzato 1.600.000 azioni, per un controvalore di circa 30,9 milioni di euro.
Continuano ad aumentare le adesioni all’OPAS di MPS da parte degli azionisti di Piazzetta Cuccia, che ieri hanno sfondato la soglia del 40% del capitale, dopo che sono state consegnati altre 15 milioni di titoli. La quota totale delle adesioni è salita così al 40,4254%.
Nel frattempo, attenzione alla decisione di Fitch di tagliare il rating watch su Mediobanca a “negativo” da “evolving”.
Il downgrade, ha spiegato l’agenzia di rating, è successivo alla decisione degli azionisti della banca capitanata dal CEO Alberto Nagel di bocciare l’OPS che quest’ultima aveva promosso su Banca Generali. Fattore che, secondo Fitch, fa sì che i rating su MB non riflettano più “i benefici che sarebbero derivati dall’acquisizione, tra cui la crescita del business nel wealth management e private banking, una migliore redditività e una base di depositi più ampia”.
Ancora, Fitch ha aggiunto che la revisione “riflette i rischi al ribasso per Mediobanca derivanti dall’offerta di scambio di Banca Monte dei Paschi di Siena, considerando i rispettivi livelli di rating, gli alti rischi di esecuzione legati a un’operazione di una tale portata e le potenziali conseguenze negative sul franchise e sulla performance di Mediobanca”.
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