Medici: il mancato aumento di stipendio durante la specializzazione va risarcito

Simone Micocci

25 Gennaio 2018 - 10:20

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La Corte di Giustizia Europea condanna l’Italia a risarcire i medici che non hanno ottenuto la giusta retribuzione nel periodo della specializzazione.

Medici: il mancato aumento di stipendio durante la specializzazione va risarcito

I medici hanno diritto all’aumento di stipendio non riconosciuto negli anni della specializzazione: lo ha ribadito la Corte di Giustizia europea - con le sentenze riunite sulle cause C-616/16 e C-617/16 - chiedendo all’Italia di adeguarsi al più presto a quanto stabilito dalla direttiva CEE 82/76.

È in questa direttiva infatti che venne dato mandato ai Paesi membri dell’Unione Europea di quantificare - con una legge dello Stato - l’ammontare della giusta retribuzione da riconoscere ai medici specializzandi; la scadenza per l’attuazione di questo principio venne fissata al 31 dicembre del 1982 ma l’Italia si adeguò con un notevole ritardo poiché i primi effetti della direttiva si ebbero solamente nell’anno accademico 1991/1992.

E non solo, perché diversi medici dieci anni dopo notarono delle incongruenze; fu il caso ad esempio dell’Università degli Studi di Palermo colpevole di non riconoscere il giusto stipendio ai medici impiegati in un corso di specializzazione.

Da allora ha avuto inizio un iter giudiziario culminato con la recente sentenza della Corte di Giustizia europea che ha fatto chiarezza su diversi aspetti riguardanti la retribuzione spettante ai medici specializzandi.

Una sentenza che conferma l’arretratezza del nostro Paese sul tema degli stipendi: non è un segreto infatti che un medico in Italia guadagna meno rispetto agli altri Paesi europei - come indicato nella nostra infografica di riferimento - e questo vale anche per chi ha intrapreso un corso di specializzazione.

Ma per l’Unione Europea è arrivato il tempo che l’Italia si adegui ai nuovi parametri riconoscendo un risarcimento ai medici che durante la specializzazione non hanno ricevuto la giusta retribuzione; ma analizziamo la vicenda nel dettaglio approfondendo quanto stabilito dalla recente sentenza della Corte di Giustizia UE.

La vicenda

Come anticipato la vicenda risale al periodo compreso tra il 2001 e il 2003 quando alcuni medici fecero ricorso al Tribunale locale per far sì che l’Università di Palermo riconoscesse loro una retribuzione adeguata per i corsi di specializzazione in medicina da loro seguiti prima dell’adeguamento dell’Italia alla direttiva europea (quindi per gli anni antecedenti al 1991).

Dopo la sconfitta in primo grado i medici hanno ottenuto la vittoria nel ricorso presentato alla Corte d’Appello; la vicenda infine è arrivata alla Cassazione che però si è rivolta alla Corte di Giustizia UE chiedendo alcuni chiarimenti in merito ai termini di attuazione della direttiva.

Nel dettaglio, la Cassazione ha chiesto se questa si applica anche:

  • per i corsi iniziati prima del 1982 (scadenza per l’adeguamento alla direttiva comunitaria);
  • per i corsi iniziati prima del 1990, anno in cui la direttiva è stata attuata in Italia.

La risposta della Corte di Giustizia non si è fatta attendere: come vedremo di seguito per i giudici europei l’Italia ha il dovere di risarcire i medici per il ritardo con il quale si è adeguata alla direttiva.

Stipendi medici specializzandi: cosa dice la Corte di Giustizia UE

La Corte di Giustizia europea con la suddetta sentenza ha stabilito che:

  • l’adeguamento della retribuzione riguarda i corsi iniziati a partire dal 1982, ma solo per quei corsi di specializzazione comuni a tutti - o almeno a più di due - Stati membri;
  • l’adeguamento è immediato, non dipende quindi dalla data in cui lo Stato membro si è adeguato alla direttiva.

Questo significa che in caso di mancato adeguamento spetta al giudice incaricato quantificare la giusta retribuzione per il periodo di specializzazione interpretando le norme del diritto comunitario.

Inoltre, per tutto il periodo del ritardo l’Italia deve pagare gli effetti del suo inadempimento e quindi deve riconoscere ai medici un risarcimento pari almeno alla retribuzione che sarebbe stata concessa qualora l’adeguamento alla direttiva fosse avvenuto entro i tempi indicati.

Risarcimento che potrebbe essere persino maggiore qualora il medico provi di aver subito un danno specifico per il mancato pagamento del giusto stipendio nel periodo sopra indicato.

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