Milioni di euro - e di dollari - per plasmare la politica Moldavia prima delle recenti elezioni parlamentari che hanno visto trionfare il partito di Sandu.
Non solo Russia. Secondo un articolo pubblicato dal Berliner Zeitung, le recenti elezioni parlamentari in Moldavia sollevano non pochi interrogativi sulla legittimità dell’influenza dell’Unione Europea nel processo democratico del Paese ex sovietico. La presidente pro-UE Maia Sandu e la sua formazione, il Partito di Azione e Solidarietà (PAS), hanno ottenuto il 50,1% dei voti, mentre il Blocco Patriottico filorusso si è fermato al 24,2%. Tuttavia, si tratta di un trionfo macchiato da non poche ombre e accuse di ingerenza esterna (da parte di Bruxelles), che mettono in discussione la natura democratica del processo elettorale.
Partiti «filo-russi» esclusi a poche ore dal voto
Un mese prima delle elezioni, l’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, Kaja Kallas, aveva dichiarato in una conferenza stampa del Consiglio di Associazione UE-Moldavia: «Il popolo moldavo ha il diritto di decidere del proprio futuro senza interferenze esterne». Parole che, secondo il Berliner Zeitung, risultano ipocrite alla luce delle azioni dell’UE. Poco prima del voto, due partiti filorussi, sono stati esclusi dalla competizione elettorale con accuse di finanziamenti illeciti russi, corruzione elettorale e campagne di disinformazione. Ma c’è un problema sostanziale: le prove concrete di tali accuse non sono state rese pubbliche. [...]
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