Manovra e DPFP, l’Istat gela Giorgetti su PIL & Co. e conferma quella paura

Laura Naka Antonelli

7 Ottobre 2025 - 14:01

Audizione sul DPFP del governo Meloni appena approvato. Il commento dell’Istat, che avverte Giorgetti sul target del PIL e che conferma quel timore.

Manovra e DPFP, l’Istat gela Giorgetti su PIL & Co. e conferma quella paura

Attenzione a quel target di crescita del PIL dell’Italia pari a +0,5% nel 2025 inciso nel Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP) stilato dal governo Meloni e approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana.

A lanciare un attenti è stato oggi il direttore del Dipartimento per le statistiche economiche, ambientali e conti nazionali dell’Istat, istituto nazionale di Statistica, Stefano Menghinello, nel corso di un’audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato che ha avuto per oggetto il DPFP, varato in vista della legge di bilancio, manovra di Meloni, per il 2026.

L’Istat frena ambizioni PIL di Giorgetti, e conferma paura fine PNRR

Se è vero che “la crescita acquisita per il 2025 risulta pari a +0,5%, confermando quanto diffuso lo scorso agosto”, ha fatto notare Menghinello, visti i tre giorni lavorativi in meno del 2025 non basta “un andamento flat negli ultimi due trimestri” per riuscire a centrare l’obiettivo del MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti, per centrare il target di crescita del prodotto interno lordo italiano pari a +0,5%, nel corso del 2025.

Il dirigente dell’Istat ha ricordato inoltre il contesto in cui naviga l’economia italiana caratterizzato, come nel caso di tutte le altre economie globali, dall’incertezza, elemento di cui necessariamente il governo Meloni dovrà tenere conto:

“Per il prossimo biennio, le prospettive dell’economia italiana descritte nel DPFP si confronteranno con un quadro di persistente incertezza sui mercati internazionali e saranno legate in modo più stringente all’evoluzione positiva della domanda interna, nella componente dei consumi privati e in quella degli investimenti”.

In particolar modo, la crescita degli investimenti “dovrà avvenire sia nel settore privato, anche per cogliere le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e sostenere la produttività, sia nel settore pubblico, considerando l’approssimarsi del termine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui impegno nell’attuazione del programma di investimenti e riforme resta fondamentale”.

L’Istat ha così confermato quella paura che è stata manifestata giorni fa dal Centro studi di Confindustria che ha atto notare con la pubblicazione dei “ Rapporti di Previsione. Investimenti per muovere l’Italia ” che, senza il supporto del PNRR, il PIL dell’Italia registrebbe una crescita negativa pari a -0,3% nel 2025 e un aumento di +0,1% nel 2026 senza la leva del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza:

Secondo una simulazione del CSC, l’effetto positivo del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sul PIL è stimato in un +0,8% nel 2025 e un +0,6% nel 2026, rispetto alla variazione nello scenario base (+1,4% cumulato nei due anni). Questo significa che la dinamica del PIL italiano in assenza di PNRR sarebbe di -0,3% nel 2025 e di +0,1% nel 2026 (-0,2% nel biennio): non ci sarebbe crescita, ma una stagnazione”.

L’Istat commenta il DPFP e mette in evidenza gap salari reali del 9% rispetto al 2021

In tutto questo c’è anche il nodo dei salari reali che, seppur in recupero, risultano più bassi di ben il 9% rispetto al 2021.

Il recupero delle retribuzioni reali è cominciato e sta proseguendo. C’è una inversione di tendenza che però non ha consentito un recupero completo. Permane un gap del 9% in termini di salari reali rispetto al livello delle retribuzioni reali di gennaio 2021”, ha sottolineato Menghinello.

Tra l’altro proprio oggi, martedì 7 ottobre 2025, l’Istat ha diramato un rapporto decisamente sconfortante per quanto concerne la dinamica delle spese per le famiglie, segnalando come nel 2024 quasi un terzo delle famiglie abbia limitato la spesa alimentare.

Per la precisione, con il comunicato “Stabile la spesa per consumi delle famiglie, una su tre limita la spesa alimentare”, l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso noto che nel 2024 la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è stata pari a 2.755 euro, sostanzialmente stabile rispetto al 2023 (2.738 euro).

La differenza in termini percentuali tra la spesa del Nord-est (la più alta rispetto alle altre ripartizioni) e quella del Sud (la più bassa) si è attestata al 37,9%.

Ma per l’appunto una famiglia su tre ha deciso di limitare la spesa per l’acquisto dei beni alimentari, dichiarando di avere ridotto in quantità e/o qualità, rispetto a un anno prima, la spesa per cibo (31,1%, era il 31,5% nel 2023) e per bevande (35,3%, dal 35%).

PNRR, Brunetta in audizione: esito favorevole apre la strada a un “PER (Piano Europeo di Bilancio)”

Dell’importanza di attuare nel modo migliore il PNRR ha parlato oggi in audizione anche il presidente del CNEL-Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, Renato Brunetta che, sempre al cospetto delle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha sottolineato che “ è fondamentale compiere bene ’l’ultimo miglio’ del PNRR, la sua parte finale. Oltre, naturalmente, a sfruttare appieno questa grande occasione di ammodernamento del Paese”.

Brunetta ha ricordato che “il PNRR italiano è stato un importante banco di prova per l’ulteriore sviluppo delle politiche europee” e che “l’esito di questo test si sta rivelando molto positivo”.

Non solo. Il presidente del CNEL ha affermato in audizione che, insieme “agli altri Piani nazionali ispirati e sostenuti da NextGEU, l’esito favorevole del PNRR apre la strada a un ’PER’, un Piano Europeo di Rilancio, che rappresenterebbe un controaltare di crescita keynesiana basato sulla domanda e sul rafforzamento della competitività, in contrapposizione al rigore dei conti pubblici ”.

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