Mai così vicini a una guerra nucleare: cosa sta succedendo in Ucraina

Alessandro Cipolla

22 Marzo 2023 - 08:29

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Dai proiettili all’uranio impoverito all’Ucraina passando per il piano Aukus e la “disperazione” di Putin: perché il mondo è a forte rischio di una catastrofica guerra nucleare.

Mai così vicini a una guerra nucleare: cosa sta succedendo in Ucraina

La guerra nucleare è un autentico incubo che per decenni ha evitato uno scontro diretto tra le varie superpotenze mondiali; l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia invece sembrerebbe aver rotto questa sorta di status quo che ha retto anche durante i complicati anni della Guerra Fredda.

A preoccupare non è tanto la retorica nucleare dei belligeranti che rientra a pieno titolo nell’ABC di ogni logica di propaganda, quanto l’incoscienza con la quale entrambe le parti si stanno ostinando a voler rifiutare ogni via diplomatica per porre fine alla guerra in Ucraina.

Del resto non c’è bisogno di essere Winston Churchill per capire che da oltre un anno stiamo pericolosamente ballando sull’orlo del precipizio, visto potrebbe bastare un nulla per tramutare il conflitto in Ucraina in una guerra nucleare o mondiale.

Appare così inconcepibile che nel Regno Unito gli eredi di Churchill non solo decidano di fornire all’Ucraina munizioni perforanti all’uranio impoverito, ma lo ammettano anche durante una audizione di secondaria importanza alla Camera non elettiva dei Lord.

Non è questo purtroppo il solo episodio che ci fa tremare i polsi al pensiero di una guerra nucleare, senza contare i rischi che ogni giorno corriamo quando i razzi sorvolano e sfiorano la centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa da mesi pericolosamente teatro di feroci scontri tra le truppe russe e quelle ucraine.

A piccoli passi verso una guerra nucleare?

La guerra in Ucraina per la prima volta dopo anni vede come diretta protagonista una potenza nucleare; la Russia nel dettaglio è la prima nazione al mondo per arsenale atomico a disposizione, con migliaia di armi nucleari tattiche (possono distruggere una colonna di tank) e strategiche (possono polverizzare una città intera) già pronte all’uso.

Viste le difficoltà incontrate sul campo a causa della coriacea resistenza delle truppe ucraine, ben armate, guidate e istruite dall’Occidente, non c’è da meravigliarsi se in qualche modo la Russia agiti lo spauracchio della guerra nucleare per tentare di intimorire la Nato.

Sempre in quest’ottica può rientrare sull’altra sponda il piano Aukus, con l’accordo siglato tra Usa, Gran Bretagna e Australia per la costruzione di sottomarini nucleari che però ha indispettito non poco anche la Cina.

Fornire all’Ucraina munizioni all’uranio impoverito significa però voler soffiare sul fuoco della guerra nucleare, visto che il Cremlino già a inizio anno ha specificato come l’uso di questi proiettili da parte dell’Ucraina sarebbe stato considerato “alla stregua dell’uso di bombe nucleari sporche contro la Russia con tutte le conseguenze che ne derivano”. Come la notizia della scelta del Regno Unito è stata diffusa, Putin ha detto che la Russia è “pronta a reagire” e adesso si attendono le spiegazioni - e il passo indietro - da parte di Londra.

Ma c’è anche un altro aspetto che spaventa. La Nato è pronta a fare di tutto pur di permettere all’Ucraina di vincere questa guerra, tanto da voler escludere al momento ogni iniziativa diplomatica mentre Kiev, per tagliare la testa al toro, ha vietato per legge ogni trattativa con Mosca.

L’obiettivo è quello di sbarazzarsi una volta per tutte di Vladimir Putin, ma chi si sentirebbe di escludere che un tipino imprevedibile come il presidente russo non decida di usare ogni arma a sua disposizione pur di evitare una sconfitta che andrebbe a decretare la sua fine - bene che gli vada verrebbe messo alla sbarra all’Aja per crimini di guerra - e il disfacimento della Federazione Russa?

Il rischio di una guerra nucleare di certo non deve essere una sorta di jolly capace di far genuflettere Zelensky ai piedi di Putin, anche se la prepotenza russa è simile a quella usata dagli americani in Iraq e in Afghanistan, ma dovrebbe rappresentare il motivo per cui tutta la comunità internazionale abbia interesse a spingere per una soluzione diplomatica che non scontenti troppo nessuno dei belligeranti, ponendo poi le basi affinché non ci siano più dei pretesti per dare vita ad altre operazioni militari del genere.

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