Legge di Bilancio 2018: nuovi limiti all’uso dei contanti, 200 miliardi di euro da recuperare

Anna Maria D’Andrea

19 Settembre 2017 - 17:15

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Legge di Bilancio 2018, in arrivo una nuova stretta all’uso dei contanti, con la Voluntary disclosure rinnovata e l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica tra privati. Ecco le misure previste.

Legge di Bilancio 2018: nuovi limiti all’uso dei contanti, 200 miliardi di euro da recuperare

Nuovi limiti all’uso del contante e voluntary disclosure rinnovata nella Legge di Bilancio 2018: l’obiettivo è far emergere ben 200 miliardi di euro quantomai necessari ora al Governo, alle prese con i vincoli di Bilancio e con le misure necessarie per la crescita dell’Italia.

Proprio in materia di utilizzo della moneta in contanti la Legge di Bilancio 2018 mira ad introdurre ancora importanti misure, con l’introduzione di novità fiscali pensate per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica, più tracciabile per il fisco e meno soggetta ad evasione fiscale.

Intanto, dopo l’annuncio di una possibile sanatoria dei contanti, si iniziano a sollevare le prime polemiche: la voluntary disclosure 2017, un vero e proprio flop, aveva già fatto scaldare gli animi lo scorso anno, quando già in vista della Manovra 2017 si iniziava a parlare di una possibile estensione a contanti detenuti in cassette di sicurezza e non dichiarati.

A condannare una possibile sanatoria dei contanti è stato, da ultimo, Pier Luigi Bersani, il quale parla della nuova voluntary della Legge di Bilancio 2018 come una vera e propria forma di riciclaggio di denaro sporco.

Cerchiamo di capire come funzionerà la nuova voluntary disclosure e quali sono i limiti all’uso del contante che il Governo pensa di introdurre nella Legge di Bilancio 2018.

Voluntary dei contanti nella Legge di Bilancio 2018

Una delle novità che il Governo starebbe pensando di introdurre è una nuova edizione della voluntary, un condono incentrato in questo caso all’emersione del contante detenuto in cassette di sicurezza e non dichiarato.

La Legge di Bilancio 2018 si pone l’ambizioso obiettivo di puntare a quei 200 miliardi di euro attualmente non dichiarati e sui quali è andata dunque concretizzandosi un’importante evasione fiscale. Una misura più volte annunciata e criticata, che secondo molti - e nonostante le accortezze del Governo - rischia di far emergere e regolarizzare parte del denaro sporco proveniente da atti illeciti.

Stando alle indiscrezioni pubblicate nelle scorse ore, a margine del convegno che ha visto la Boschi protagonista quale annunciatrice di alcune delle novità fiscali della Legge di Bilancio 2018, chi aderirà alla sanatoria del contante dovrà pagare un’imposta forfettaria, con il vincoli di investire parte di questi soldi in titoli di Stato.

Obiettivo principale della nuova stretta al contante è quello di far cassa: il Governo è alla ricerca di ulteriori fondi da utilizzare per la crescita dell’Italia, in primis per misure a favore dell’occupazione e contro la povertà. Non si tratta tuttavia dell’unica novità che potrebbe limitare l’uso del contante.

Se attualmente sono previsti precisi limiti d’importo per i pagamenti in contanti, quello che la prossima Legge di Bilancio vuol fare è andare oltre, con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica per tutti.

Limite all’uso del contante: fatturazione elettronica nella Legge di Bilancio 2018

La stretta al contante non passerà soltanto dalla voluntary disclosure in nuova veste: importanti novità fiscali anche in materia di Iva, che introdurranno l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati e una nuova stretta alle compensazioni Iva.

La fatturazione elettronica tra privati diventerebbe lo strumento fondamentale per consentire la piena tracciabilità del denaro, facendo parallelamente calare notevolmente le transazioni in contanti. Il tutto a vantaggio del Fisco, ma in questo caso anche dei contribuenti. La fatturazione elettronica consentirebbe di poter eliminare numerosi e complessi adempimenti fiscali attualmente previsti, come lo spesometro e la comunicazione delle liquidazioni Iva.

Non solo: limiti alla circolazione di denaro anche con l’estensione dell’obbligo di split payment, con il quale l’acquirente in sostanza anticipa il pagamento dell’Iva e che stando alle indiscrezioni con la Legge di Bilancio 2018 potrebbe essere esteso anche alle società non quotate che superano una certa dimensione.

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