I limiti massimi di prelievo di contanti nel 2025. Ecco quanto si può prelevare al giorno e quanto al mese, le regole sui pagamenti e i versamenti.
L’uso del contante non è destinato a sparire di qui a breve, né questa è l’intenzione delle istituzioni. Tuttavia, è importante regolamentarne l’utilizzo per contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio, che può legarsi a crimini piuttosto gravi. Per questo motivo l’Unione europea e i singoli Stati dispongono dei limiti ai pagamenti in contanti. Nello specifico, la legge di Bilancio 2025 ha confermato il limite di 5.000 euro, per cui sono consentite transazioni in contanti fino a 4.999,99 euro, mentre a livello Ue il limite è del doppio. Accanto a queste disposizioni ci sono poi i regolamenti degli istituti di credito, legati più che altro a questioni operativo-organizzative e, in secondo luogo, ai controlli antiriciclaggio. Ecco le informazioni più importanti da sapere sui prelievi di contanti.
Limite pagamenti in contanti 2025
Come anticipato, il tetto massimo al denaro contante resta di 5.000 euro. Tutti i pagamenti di importo pari o superiore a questa cifra devono quindi essere effettuati tramite strumenti tracciabili, il che dovrebbe essere agevolato dalle nuove regole sui bonifici. Naturalmente è possibile scegliere il mezzo che più si preferisce, inclusi assegni (che dovranno essere di tipo non trasferibile) e vaglia.
C’è poi un’altra somma massima di cui è bene tenere conto, ossia 10.000 euro. Questa cifra corrisponde infatti al massimo di contanti stabilito a livello generale dell’Unione europea, che i singoli Stati possono diminuire ma non innalzare a partire dal 2027, oltre che alla somma oltre cui le operazioni sul conto corrente possono essere oggetto di segnalazione fiscale. Si tratta inoltre della somma massima di denaro non dichiarabile in dogana europea.
Le regole sui pagamenti in contante
In merito al limite, i ricorda che dilazionare il pagamento per ovviare al limite non è uno stratagemma ammesso, in quanto bisogna comunque considerare l’importo totale dovuto per ogni prestazione. Pagare in due o più volte in riferimento alla stessa prestazione comporta quindi una violazione delle regole. Ci sono tuttavia delle eccezioni, nello specifico quando la rateizzazione è prevista dal contratto o dall’uso commerciale. Per esempio, se l’accordo con il professionista prevede delle rate con specifiche scadenze è sufficiente che i singoli importi non superino il tetto massimo. Lo stesso accade nelle prassi commerciali in cui si guarda l’avanzamento lavori e così via. Le rate devono in ogni caso essere distanziate di almeno 7 giorni. Altrimenti, è sempre possibile un pagamento misto: 4.999,99 euro in contanti e la parte restante con un mezzo tracciabile.
Limite prelievo di contanti
I prelievi e i versamenti restano consentiti nei limiti delle proprie disponibilità finanziarie e secondo il contratto del correntista. Non si applica quindi il limite di 5.000 euro, ma soltanto quello previsto dalla banca per quanto riguarda il prelievo da Atm. Non esiste a tal proposito una legge con limiti generali sui prelievi di contanti, che dipendono dal regolamento dell’istituto di credito, dal prodotto finanziario e ovviamente dalla liquidità disponibile. Per ogni carta sono previsti limiti ben precisi per il prelievo giornaliero e mensile da Atm, che possono entro una certa misura essere modificati dal cliente, anche tramite home banking. Di seguito qualche esempio per avere un’idea indicativa dei limiti sui prelievi, tenendo presente che bisogna verificare le regole specifiche per il proprio conto.
- Postepay Evolution di Poste Italiane: massimo 600 euro al giorno e 2.500 euro al mese.
- Bancoposta di Poste Italiane: massimo 600 euro al giorno e 2.500 euro al mese.
- XME Card Plus di Intesa Sanpaolo: fino a 3.000 euro al giorno e 10.000 euro al mese.
- MPS Debit del Monte dei Paschi di Siena: fino a 250 euro giornalieri e 1.550 euro mensili.
- Carta di debito Bper di Bper Banca: massimo 1.500 euro al giorno e 3.000 euro al mese.
- Carta di debito Mediolanum: massimo 3.000 al giorno e 4.500 euro al mese.
I limiti sono quindi piuttosto variabili e spesso modificabili dal correntista, a seconda delle condizioni contrattuali. Queste disposizioni riguardano esclusivamente il prelievo da Atm, con regole spesso differenti tra il prelievo presso un Atm dell’istituto o terzo convenzionato. Possono poi essere applicati limiti ulteriori in caso di funzionalità specifiche, come il prelievo senza carta. In ogni caso, non ci sono limiti ai prelievi allo sportello. Il cliente può prelevare qualsiasi cifra che rientri nelle proprie disponibilità e l’istituto di credito non può opporsi. Al più, se si tratta di somme importanti sarà necessario attendere del tempo, a seconda delle tempistiche massime previste dal contratto.
Operazioni ingenti e sospette o in ogni caso superiori a 10.000 euro sono tuttavia oggetto di segnalazione all’Unità di informazione finanziaria (Uif), pertanto sarà necessario poterle giustificare debitamente, fugando ogni dubbio di illecito. Il limite di 10.000 riguarda il prelievo di contante, indipendentemente dalle modalità, effettuato dal correntista in un mese, anche se frazionato. La banca è tenuta in questi casi alla segnalazione, facendo compilare al cliente l’apposito modulo che serve sostanzialmente a spiegare la ragione del prelievo. L’istituto di credito può segnalare anche operazioni di entità minore se risultano anomale per qualche ragione, motivo per cui accade che gli addetti si interessano al motivo del prelievo richiesto. Quest’ultimo non può comunque essere negato, ma il correntista potrebbe essere chiamato a risponderne all’Uif.
Limite minimo ai prelievi
I prelievi di contanti sono soggetti anche a un limite minimo di importo, sotto al quale non è possibile prelevare. In generale, si attesta intorno a 20 euro. Ci sono numerose variabili che influenzano gli importi prelevabili e i tagli di banconote, ma in generale sono limitati i tagli dal 10 euro e da 5 euro, motivo per cui alcuni importi non sono disponibili. Non si possono prelevare 30 euro, per esempio, ma 40 sì.
Limite versamento di contanti
Non esistono veri e propri limiti al versamento di contanti, se non quelli previsti dal proprio bancomat o conto. In generale, bisogna attenersi al plafond, ma anche in questo caso operazioni sospette potrebbero essere oggetto di segnalazione.
Cosa rischia chi non rispetta le regole?
Il limite ai pagamenti in contanti riguarda entrambe le parti dello scambio. Chi effettua un pagamento superiore al massimo consentito rischia infatti una sanzione pecuniaria amministrativa, che va da 1.000 a 50.000 euro. Per importi superiori a 250.000 euro, inoltre, la multa va da un minimo di 5.000 euro. L’ammontare della multa dipende da una serie di fattori, tra cui l’importo effettivamente scambiato, le modalità impiegate e le finalità più o meno lecite che hanno portato alla violazione. La stessa sanzione viene applicata a chi riceve il denaro contante, a meno che si tratti di un soggetto con obbligo di segnalazione alle autorità. In quest’ultimo caso si aggiunge una sanzione da 3.000 a 15.000 euro.
Per quanto riguarda i prelievi, invece, non ci sono rischi se non l’impossibilità di ottenere l’importo desiderato. Quando si supera il limite di 10.000 euro al mese, come già detto, o si effettuano operazioni potenzialmente sospette si viene però segnalati all’Uif. Quest’ultimo informerà poi il correntista dell’esito delle indagini - se effettuate - chiedendo eventualmente ulteriori informazioni e garanzie. Sostanzialmente, sarà necessario provare che il denaro non è servito a finanziare illeciti e non è collegato al riciclaggio di denaro.
Le eccezioni ai limiti di pagamento
Si hanno alcune eccezioni al limite di contante, anche in eccesso. Il limite non si applica ai cittadini stranieri residenti all’estero (come i turisti) nei pagamenti verso esercenti commerciali al dettaglio (il limite sale a 15.000 euro). Per le rimesse all’estero, invece, tramite i money transfer la soglia è di 1.000 euro.
Per cambiare il denaro in valuta straniera – o viceversa - si applica il limite di 2.000 euro in vigore per il cambiavalute. I pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni, invece, devono rispettare la soglia di 1.000 euro. Anche i pagamenti dal condominio hanno un limite di 1.000 euro, che non si applica ai pagamenti verso il condominio (purché siano poi versati sul conto).
È di 1.000 euro anche la soglia di pagamenti in contanti per le associazioni di sport dilettantistico, che sopra questa cifra devono avvalersi di mezzi tracciabili. Infine, occhio alle detrazioni: fatta eccezione per le prestazioni sanitarie e l’acquisto di farmaci in strutture pubbliche, le spese detraibili al 19% sono tali se pagate con mezzi tracciabili (come il carburante e le donazioni a Onlus). Ancora più attenzione per le detrazioni su spese edilizie, che necessitano del bonifico parlante.
A prescindere dalla normativa sui limiti alle transazioni di denaro contante, in quanto mezzo non tracciabile, tutte le paghe, le retribuzioni e gli stipendi devono essere pagati con strumenti tracciabili (fatta eccezione per i lavoratori domestici). Un obbligo di legge che prescinde dall’importo, ma non vale per i pagamenti accessori rispetto allo stipendio (ad esempio il rimborso spese per una trasferta).
Il datore di lavoro rischia una multa da 1.000 a 1.500 euro se non rispetta la tracciabilità degli stipendi (oltre alle altre sanzioni se si tratta di lavoro nero). Nessuna conseguenza, invece, per il dipendente.
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