La Libia si infiamma: cosa significa il colpo di stato di Haftar?

Violetta Silvestri

29 Aprile 2020 - 16:10

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Mentre il mondo è tutto concentrato sull’epidemia, in Libia ci sono altre priorità. Il generale Haftar si è autoproclamato capo dello Stato, in una messa in scena da golpe. Cosa sta succedendo nello scenario libico?

La Libia si infiamma: cosa significa il colpo di stato di Haftar?

In Libia il caos e la guerra sembrano ormai interminabili. L’ultimo atto che arriva dal Paese non fa che confermare quanto sia complessa la situazione: il generale della Cirenaica Haftar si è proclamato leader nazionale e guida del popolo libico.

Un golpe a tutti gli effetti, quindi, si è consumato nella tarda serata del 27 aprile. Nella distrazione dei potenti del mondo, alle prese con l’emergenza coronavirus, la Libia continua a destare preoccupazione.

Tutta l’area geografica è compromessa dal conflitto e dall’insicurezza provocate da continui combattimenti alle porte di Tripoli, costanti violazioni della tregua della Conferenza di Berlino (ormai un fallimento), atti di guerriglia e arrivo di armi, munizioni, eserciti di mercenari sostenuti da Turchia e Russia in primis.

Ma cosa significa l’auto-proclamazione a capo della Libia di Haftar?

Colpo di Stato in Libia: Haftar si proclama capo della nazione

Con un discorso sul canale televisvo Al Ahdath, il generale della Cirenaica ha annunciato lunedì, 27 aprile, che:

“Ho accettato il mandato del popolo che mi ha chiamato ad occuparmi della gestione degli affari del Paese in questa circostanza eccezionale”

L’uomo forte, a capo dell’Esercito Nazionale Libico e in guerra contro il Governo di Accordo nazionale (Gna) di Fayez al-Serraj per il controllo del Paese ha agito con uno strappo di forza: prendere il potere in modo unilaterale.

Una mossa, questa, che in realtà non ha stupito la controparte, che da tempo accusa Haftar di voler assumere il comando della nazione a suon di colpi di Stato.

A sostegno della sua autoproclamazione e della volontà di assumere pieni poteri, senza intralci di tipo diplomatico, il generale della Cirenaica si è affrettato anche a disconoscere l’accordo di Skhirat, il Libyan National Agreement firmato in Marocco nel 2015 sotto l’egida dell’Onu.

Un patto che doveva spianare la strada verso il raggiungimento di un Governo nazionale condiviso, ma che, a conferma del golpe di Haftar, non ha più grande valore.

Cambierà davvero la Libia dopo il gesto del generale? In realtà, il colpo di Stato sembra essere più apparente che reale. Al momento, il parlamento di Tobruk, al quale fa riferimento Haftar, pare tacere, senza ostentare alcun appoggio.

Cosa significa per la Libia il golpe di Haftar?

Il gesto plateale di Haftar sembra più essere un atto di debolezza che di forza. Il generale della Cirenaica, infatti, non è riuscito a completare l’assalto desiderato alla città di Tripoli. Fatto, quest’ultimo, che avrebbe realmente sancito la sua presa di potere sulla nazione.

L’impasse, quindi, ha probabilmente spinto Haftar verso un gesto estremo, un ultimo tentativo di prendere il potere. Sul campo, però, l’ingresso della Turchia al fianco delle milizie di al-Serraji hanno ridato forza al Governo di Accordo Nazionale. Grazie ai droni e ai sistemi antiaerei di Ankara, la costa a Ovest, fino ai confini con la Tunisia è stata ripresa dalle milizie GAN.

Sul fronte, quindi, la situazione si è rovesciata a svantaggio di Haftar. Per ora, le uniche certezze sono un aumento vertiginoso del caos e della violenza.

Gli attori internazionali e il golpe in Libia

Haftar è parso isolato nel suo gesto anche a livello internazionale. La Russia, sua sostenitrice, che sembra essere stata colpta di sorpresa dinanzi al colpo di Stato. Il Cremlino, infatti, è tornato a parlare di dialogo.

Rammarico è stato espresso anche dagli USA e in generale in Europa c’è stato un respingimento della mossa unilaterale di Haftar.

A questo punto, i partner più fedeli dell’uomo della Cirenaica, restano l’Egitto e gli Emirati Arabi, ferventi oppositori di un Governo guidato dall’islam politico in Libia (e rappresnetato da al-Serraj). L’ideale sarenne un protettorato della Cirenaica, staccato dal resto del Paese.

Ma la situazione è complessa. Turchia, Russia, oltre ai partner regionali, puntano alla spartizione del Mediterraneo e delle sue risorse. E la Libia, in questo contesto, potrebbe essere messa in secondo piano. Anche dinanzia a un discutibile colpo di Stato, come quello di Haftar.

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