Il 60% dei partecipanti al sondaggio di Money.it si esprime a favore. Una proposta che divide il Paese e riapre un confronto politico e sociale sulla difesa del 2025.
Per molti anni non se n’è più parlato, eppure la leva militare torna oggi sorprendentemente d’attualità. La proposta rilanciata dal ministro della Difesa Guido Crosetto — un servizio obbligatorio profondamente rinnovato rispetto al passato — ha riacceso un dibattito che sembrava ormai archiviato. E i cittadini? Il sondaggio lanciato da Money.it mostra una netta spaccatura: il 60% dei partecipanti si dice favorevole, mentre il 40% è contrario.
Leva militare obbligatoria? Il 60% è favorevole al ritorno
Il sondaggio di Money.it
Numeri che rivelano quanto il tema sia ancora vivo e sentito. Il contesto internazionale, del resto, è cambiato radicalmente rispetto al 2005, quando l’Italia decise di dire addio alla leva obbligatoria. Oggi si parla di guerre ibride, attacchi informatici, disinformazione globale e tensioni geopolitiche in continua evoluzione. Per Crosetto la risposta potrebbe essere proprio un modello di servizio “ibrido”, che formi giovani capaci non solo di imbracciare un fucile, ma anche di difendere il Paese con competenze tecniche e digitali.
Chi sostiene la proposta immagina una leva nuova, capace di integrare attività utili anche nella vita civile: protezione del territorio, gestione delle emergenze, cybersecurity, supporto sanitario e logistico. Un periodo di formazione che possa diventare un’opportunità per i più giovani, un momento di crescita personale e professionale, e persino una spinta al senso di comunità e partecipazione civica. È ciò che avviene in Paesi come Norvegia, Finlandia, Svezia e Svizzera, dove il servizio obbligatorio è stato aggiornato senza perdere di efficacia.
Ma non mancano le critiche. Per molti, la leva resta un’idea superata, difficilmente adattabile alla società attuale. Ricostruire strutture, assumere istruttori e attrezzare nuove caserme comporterebbe una spesa elevatissima, in un momento in cui le priorità di bilancio sono già fortemente in discussione. C’è anche chi teme che rendere obbligatorio il servizio sia controproducente, soprattutto in una generazione che guarda al mondo con occhi diversi: voglia di esperienze internazionali, percorsi professionali personalizzati, e un rapporto con le istituzioni non sempre idilliaco.
Ed eccoci dunque davanti a una domanda che va oltre un semplice “sì” o “no”: cosa significa oggi “difendere il Paese”? È giusto chiedere un contributo obbligatorio ai giovani? E soprattutto, quale tipo di sicurezza vogliamo costruire per l’Italia del futuro?
Il sondaggio di Money.it ci consegna una fotografia chiara: gli italiani sono pronti a discutere seriamente della leva militare. Adesso la palla passa alla politica, chiamata a trasformare un’idea in una decisione che potrebbe cambiare il rapporto tra generazioni, Stato e difesa nazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA