Il Ministro della Difesa Guido Crosetto vuole presentare un disegno di legge per la reintroduzione del servizio militare in Italia: ecco cosa prevede.
Anche in Italia, come in altri Stati europei, potrebbe tornare la leva militare, ma solo su base volontaria: prima di noi, la Francia ha annunciato il potenziamento dell’esercito e il reclutamento di nuove riserve, mentre la Germania ha già contattato 700.000 giovanissimi per potenziare l’esercito. La necessità di rafforzare le difese interne del Paese e proteggere i cittadini da eventuali calamità naturali o crisi internazionali è sempre più sentita.
Guido Crosetto, da Parigi, ha sottolineato che “se la visione che noi abbiamo del futuro è una visione nella quale c’è minore sicurezza, una riflessione sul numero delle forze armate va fatta”. La proposta che il ministro intende sottoporre al Governo e al Parlamento sarebbe quella di reintrodurre il servizio militare su base volontaria per reclutare nuove riserve.
Il disegno di legge in questione dovrà garantire, spiega il ministro, “la difesa del Paese nei prossimi anni e non parlerà soltanto di numero di militari ma proprio di organizzazione e di regole”. Ma come funzionerà la leva militare in Italia e chi sarà chiamato ad arruolarsi?
Servizio militare su base volontaria in Italia: come funziona
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge per la reintroduzione del servizio militare in Italia su base volontaria. La notizia è arrivata da Parigi, a margine di un incontro con l’omologa francese Catherine Vautrin. L’obiettivo, secondo il ministro, è quello di istituire una riserva militare ausiliaria composta da almeno 10.000 unità pronte a intervenire in caso di necessità.
Oltre a definire il numero di militari necessari per la riserva, Crosetto ha anche anticipato alcuni aspetti tecnici e organizzativi per garantire la difesa del Paese nei prossimi anni.
In particolare, la riserva militare sarà composta da professionisti con esperienza, militari in congedo, volontari in ferma prefissata, ex guardie giurate e personale civile qualificato come medici in pensione. Il loro servizio, su base volontaria, potrà tornare utile in caso di conflitti, crisi internazionali e calamità.
La proposta di legge dovrà essere presentata prima davanti al Consiglio dei Ministri e poi dovrà superare l’esame del Parlamento: al momento non c’è nulla di certo, in quanto la decisione finale spetterà alle Camere.
Le altre proposte dei partiti
Le proposte per la reintroduzione della leva militare ad oggi presentate in Italia sono due e riguardano categorie di cittadini diverse.
La proposta di legge più recente è stata presentata dalla Lega il 15 maggio del 2024, a firma del deputato Eugenio Zoffili, e prevede la reintroduzione della leva universale obbligatoria di sei mesi per ragazzi e ragazze. Al momento l’iter parlamentare è ancora in corso, ma sono già definite alcune ipotesi. Le due opzioni previste dalla proposta di legge sono: formazione militare o impiego di tipo civile, che coinvolga per sei mesi tutti i cittadini italiani tra i 18 e i 26 anni di età.
Anche in Friuli Venezia Giulia è stata lanciata la proposta di reintroduzione della leva militare ma su base volontaria: la proposta firmata dal meloniano Edmondo Cirielli si trova ancora in fase di assegnazione.
Francia e Germania rilanciano le Forze Armate
Nel frattempo anche negli altri Stati europei stanno iniziando a creare delle riserve militari: in particolare in Francia e in Germania si stanno reintroducendo gli obblighi di leva. Anche Polonia, Paesi Bassi, Romania e Bulgaria stanno introducendo obblighi simili per rafforzare le capacità difensive nazionali.
La Francia di Emmanuel Macron ha annunciato l’introduzione di un servizio militare volontario di dieci mesi a partire dall’estate 2026, rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni. L’obiettivo è reclutare almeno 3.000 giovani per il 2026, per poi salire progressivamente fino a 10.000 nel 2030 e 50.000 nel 2035.
La Germania, invece, ha contattato direttamente circa 700.000 giovani nati nel 2008 con particolari caratteristiche fisiche e mentali per potenziare il personale già attivo passando da 182.000 a 260.000 unità entro il 2035.
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