Liste di leva 2026, ecco chi entra e chi esce il prossimo anno

Simone Micocci

3 Dicembre 2025 - 11:35

Tutto pronto per l’aggiornamento 2026 delle liste di leva. Entra in elenco chi è nato nel 2009, escono i nati nel 1980. Escluse le cittadine.

Liste di leva 2026, ecco chi entra e chi esce il prossimo anno

Mentre si parla di ripristino dell’obbligo di servizio militare, i Comuni si apprestano ad aggiornare le liste di leva. Indipendentemente da quelle che saranno le decisioni prese dalla politica - con il ministro della Difesa che valuta un piano di ritorno dell’obbligo di leva al pari di quanto stanno già facendo diversi Paesi europei - infatti, il nostro ordinamento non ha mai cessato di aggiornare l’elenco di coloro che in un tale scenario verrebbero richiamati a svolgere il servizio militare.

I Comuni lo fanno ogni anno, con tanto di annuncio che puntualmente genera del panico tra coloro che vengono inseriti nelle liste di leva, timorosi del fatto che un tale passaggio comporti anche l’obbligo di dover prestare servizio militare o, ancora peggio, di essere chiamato alle armi in caso di guerra. E in uno scenario internazionale che non fa stare tranquilli, visto che la diplomazia non riesce a sbloccare l’accordo di pace tra Ucraina e Russia, è chiaro che quando si parla di servizio militare il pensiero va subito alla possibilità che si venga chiamati al fronte.

Ebbene, va subito specificato che per il momento l’aggiornamento delle liste di leva - che nel 2026 interesserà una nuova classe di cittadini - è solamente un’operazione di routine che si conclude il 31 marzo di ogni anno, componendosi di varie fasi di cui andremo a parlare in questo articolo.

Cosa sono le liste di leva e a cosa servono

Le liste di leva sono registri ufficiali che raccolgono i nominativi di tutti i cittadini italiani maschi tra i 17 e i 45 anni, come previsto dal Codice dell’ordinamento militare. Anche se il servizio di leva obbligatorio è sospeso dal 2005, i Comuni sono comunque tenuti ad aggiornarle ogni anno. Ma attenzione: si tratta di un adempimento amministrativo ordinario, che non produce alcun effetto immediato per chi vi viene inserito. L’ingresso nelle liste, infatti, non significa essere chiamati al servizio militare né tantomeno essere destinati alle armi in caso di guerra.

Questi elenchi servono esclusivamente a mantenere aggiornato il bacino anagrafico dei cittadini potenzialmente idonei alla leva, così da consentire allo Stato di essere preparato nel caso - remoto e subordinato a una decisione politica formale - in cui venisse ripristinato l’obbligo di servizio. Solo in situazioni eccezionali, come una dichiarazione di stato di guerra e una carenza di personale volontario, potrebbe essere valutata la riattivazione della leva tramite decreto del presidente della Repubblica su deliberazione del consiglio dei Ministri.

In assenza di queste condizioni, le liste di leva hanno un valore puramente tecnico e non comportano alcun obbligo per i cittadini interessati.

Chi entra (e chi esce) nelle liste di leva 2026

Nel 2026 verranno inseriti nelle liste di leva tutti i cittadini maschi che entro il 31 dicembre 2026 compiono 17 anni, ossia i nati nel 2009. Si tratta della nuova classe anagrafica che ogni Comune è tenuto ad aggiungere annualmente, aggiornando il registro dei potenziali soggetti idonei al servizio militare così come previsto dal Codice dell’ordinamento militare.

Allo stesso tempo, restano presenti nelle liste tutti coloro che, negli anni precedenti, sono già stati iscritti e che non hanno ancora superato il limite massimo previsto dalla legge. Ne fanno parte, infatti, tutti i cittadini maschi fino ai 45 anni, limite oltre il quale si viene automaticamente esclusi. Nel 2026, quindi, escono dalle liste coloro che sono nati nel 1980, poiché nel corso dell’anno raggiungono o superano il 46° anno di età.

In pratica, la composizione delle liste di leva 2026 sarà formata dai nati dal 2009 al 1980, un bacino che - è bene ribadirlo - ha per ora solo una funzione amministrativa e non implica obblighi di servizio.

Le scadenze

L’aggiornamento delle liste di leva segue un calendario preciso che si ripete ogni anno. Entro il 31 gennaio i Comuni pubblicano il manifesto di leva con l’indicazione della nuova classe da iscrivere; successivamente, le liste vengono predisposte e verificate dagli uffici comunali, che hanno tempo fino al 31 marzo per completare la formazione dell’elenco definitivo.

Una volta chiusa la fase comunale, le liste devono essere trasmesse entro il 10 aprile all’Ufficio documentale competente del ministero della Difesa, che le acquisisce per finalità amministrative.

La leva obbligatoria secondo Crosetto (e perché le liste non c’entrano)

Come anticipato, in queste settimane il dibattito sulla leva militare è tornato centrale, ma va chiarito che l’aggiornamento delle liste di leva non ha alcun legame con il piano di Crosetto: è un adempimento amministrativo previsto dalla legge, che esiste da sempre e continua indipendentemente dalla politica.

Il progetto del ministro - a oggi ancora senza un testo ufficiale - riguarda invece una riserva volontaria, modellata sui sistemi francese e tedesco. L’obiettivo sarebbe reclutare almeno 10 mila persone con competenze specifiche, soprattutto nel campo tecnologico e della cybersicurezza, da impiegare solo in casi di necessità e mai in prima linea.

Non si tratta quindi di reintrodurre la coscrizione obbligatoria, ma di creare un bacino di specialisti richiamabili per supporto logistico, tecnico ed emergenziale.

La proposta divide la politica: la Lega rilancia la leva obbligatoria, Forza Italia mantiene prudenza, mentre le opposizioni criticano l’idea di un Paese orientato al riarmo.

E tu saresti d’accordo con la proposta di Crosetto? Vota al nostro sondaggio.

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