Leva obbligatoria in Croazia. Le ragioni di una decisione che fa discutere

Luna Luciano

26 Ottobre 2025 - 07:52

La Croazia ha deciso di introdurre di nuovo la leva obbligatoria, che aveva abolito nel 2008. Ecco perché e cosa sta accadendo al confine del Paese.

Leva obbligatoria in Croazia. Le ragioni di una decisione che fa discutere

In Croazia torna il servizio di leva obbligatoria. Dopo 18 anni il parlamento fa un passo indietro: non basta un esercito professionale, servono più giovani pronti a difendere il Paese, nel caso in cui ci fosse bisogno.

Oggi, infatti, le crescenti tensioni ai confini orientali d’Europa e il conflitto russo-ucraino hanno riacceso in molti governi la consapevolezza che la sicurezza non possa più essere data per scontata. Zagabria sembra temere un allargamento del conflitto e ha deciso di correre ai ripari con una legge che ha fatto discutere non poco. La decisione di reintrodurre la leva obbligatoria segna un cambio di rotta netto per la Croazia. Dopo aver abolito il servizio militare nel 2008, a un anno dall’ingresso nella NATO, il Paese aveva puntato su un esercito professionale, più moderno e ““snello””.

Il Parlamento, con 84 voti favorevoli su 151, ha quindi approvato una legge che riporta il servizio di leva obbligatoria a partire dal 2026. Il governo guidato dal partito conservatore Hdz ha motivato la scelta come una misura di difesa ma non solo. Le critiche ovviamente non si sono fatte attendere, soprattutto da parte dell’opposizione di sinistra e dei gruppi pacifisti, che parlano di “ritorno al passato”. Scopriamo perché la Croazia ha voluto il ritorno della leva obbligatoria, perché questa scelta è stata considerata “discriminatoria” e quali altri Paesi hanno ancora il servizio di leva attivo: ecco tutto quello che serve sapere a riguardo.

Leva obbligatoria in Croazia, ecco perché

Il ministro della Difesa, Ivan Anusic ha spiegato che la decisione di inserire nuovamente la leva obbligatoria nasce dalla necessità di “preparare la popolazione a reagire rapidamente di fronte a eventuali minacce”.

In un contesto internazionale in cui la sicurezza è tornata un tema centrale, il governo croato ritiene che un addestramento militare di base sia essenziale. L’obiettivo è quello di garantire un esercito più ampio e una riserva di cittadini in grado di rispondere in caso di emergenza. Ogni anno saranno chiamati circa 18.000 giovani al compimento del diciottesimo anno d’età, per un periodo di addestramento di due mesi. Si tratta di una misura che, secondo l’esecutivo, non mira alla militarizzazione del Paese, ma a “creare cittadini consapevoli e pronti a difendere la propria nazione”.

La scelta, però, va letta anche in chiave geopolitica: la Croazia si trova in una regione delicata, ai margini del conflitto ucraino, e teme il rischio di instabilità nei Balcani. Il ritorno della leva obbligatoria è dunque una risposta preventiva, ma anche un messaggio politico del partito conservatore chiaro: la sicurezza nazionale torna al centro dell’agenda di governo.

Croazia, cosa prevede la leva obbligatoria e perché piovono polemiche

Tuttavia, come c’era da aspettarselo, la reintroduzione della leva obbligatoria ha sollevato non poche critiche. La nuova legge, infatti, prevede che solo tutti i giovani di sesso maschile, una volta compiuti i 18 anni, siano arruolati per due mesi di formazione militare di base.

Le donne, invece, saranno esentate, ma potranno aderire su base volontaria. Gli obiettori di coscienza potranno invece scegliere un servizio civile alternativo della durata di tre o quattro mesi. Durante il periodo di leva, i coscritti riceveranno una retribuzione di 1.100 euro al mese e, una volta terminato il servizio, potranno beneficiare di vantaggi nei concorsi pubblici.

Nonostante ciò, la misura ha sollevato un acceso dibattito. Le opposizioni denunciano una discriminazione di genere, ritenendo ingiusto escludere le donne dalla leva obbligatoria. Inoltre, alcuni gruppi pacifisti hanno espresso preoccupazione per il ritorno di una logica militarista, in un momento in cui la priorità dovrebbe essere la diplomazia e la costruzione di pace. Per i sostenitori, invece, il provvedimento rappresenta un “investimento nella sicurezza nazionale” e un modo per rafforzare il senso di appartenenza e disciplina tra i giovani.

Quali Paesi europei hanno ancora la leva obbligatoria

La Croazia non è l’unico Paese europeo a mantenere o reintrodurre la leva obbligatoria. Negli ultimi anni, diverse nazioni hanno scelto di conservare un sistema di coscrizione, anche se con modalità differenti. Vediamo insieme l’elenco dei Paesi europei che prevedono ancora il servizio militare:

  • la Finlandia ha la leva obbligatorio per gli uomini, con una durata variabile da 6 a 12 mesi;
  • la Svezia ha reintrodotto la leva nel 2017, coinvolgendo anche una quota di donne selezionate;
  • Estonia, Lituania e Lettonia prevedono la coscrizione maschile con possibilità di adesione volontaria per le donne;
  • la Danimarca ha un servizio obbligatorio breve, con possibilità di scegliere il servizio civile;
  • la Norvegia ha la leva obbligatorio per uomini e donne, con un modello considerato tra i più moderni;
  • la Svizzera mantiene la leva maschile e un sistema di riserva molto attivo;
  • l’Austria prevede un servizio militare di 6 mesi o un’alternativa civile di 9 mesi;
  • la Grecia anche ha un servizio obbligatorio per gli uomini, con durata di 9-12 mesi;
  • Cipro ha servizio militare obbligatorio per tutti i cittadini uomini.
  • Anche l’Ucraina mantiene ovviamente la coscrizione a causa del conflitto in corso.

E mentre alcuni Paesi non escludono una possibile escalation del conflitto armato in Europa, non resta che chiedersi se proprio queste misure, più che di precauzione, rischino di essere nuova benzina con la quale alimentare il fuoco. La via della diplomazia rischia di non essere più la prima scelta.

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