La prima manovra del Movimento: che fine hanno fatto le “5 Stelle”?

Alessandro Cipolla

24 Dicembre 2018 - 10:41

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La legge di Bilancio ha trovato la sua stesura definitiva: dall’ambiente allo sviluppo, il giudizio sui temi cari al Movimento 5 Stelle.

La prima manovra del Movimento: che fine hanno fatto le “5 Stelle”?

Anche se il percorso è stato lungo, tortuoso e non senza ostacoli, il governo del cambiamento sta per approvare in maniera definitiva la legge di Bilancio 2019. Per il via libera conclusivo manca solo la terza lettura alla Camera che avverrà dopo Natale.

Ma che manovra è stata la prima firmata, in tandem con la Lega, dal Movimento 5 Stelle? Adesso che ci troviamo di fronte a un testo ufficiale, anche se mancano ancora dei decreti molto importanti come quello sul Reddito di Cittadinanza, vediamo come i pentastellati hanno deliberato in merito a quelli che da sempre sono i temi a loro più cari.

La legge di Bilancio del Movimento 5 Stelle

Manca soltanto l’ultimo sforzo poi il lungo e complesso travaglio della legge di Bilancio arriverà al suo compimento. Senza dubbio era dal 2011, anno della caduta dell’ultimo governo Berlusconi e dell’arrivo dei tecnici di Monti, che non si registrava un così sostanziale caos in merito alla manovra.

Grazie a una abiura dalle posizioni iniziali, sgonfiando il petto rispetto al “non indietreggeremo di un millimetro” e alle “letterine da qui fino al Natale”, il governo carioca è riuscito a evitare la procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea.

Di Maio e Salvini quindi hanno esultato per aver allontanato lo spettro della procedura senza rinunciare a Reddito di Cittadinanza e Quota 100. I due provvedimenti cardine però saranno trattati con due decreti ad hoc (arriveranno a gennaio), perdendo molti dei fondi inizialmente previsti che già parevano insufficienti per una loro piena attuazione.

Alla fine comunque il Movimento 5 Stelle è riuscito a inserire i fondi necessari per l’avvio del Reddito di Cittadinanza, per l’aumento delle pensioni minime e per il restyling dei centri per l’impiego.

Anche se saranno poco più di 7 miliardi i soldi a disposizione del RdC rispetto ai 16 miliardi ipotizzati dai grillini in campagna elettorale, Di Maio e soci possono comunque festeggiare per essere riusciti a mantenere la loro più impegnativa promessa elettorale.

Rispetto però gli altri temi cardine dei pentastellati, cosa ci dice questa legge di Bilancio? Tralasciando il tema giustizia che è stato trattato nella legge Anticorruzione, le famose “5 Stelle” del 2009 sono state un po’ messe da parte dal Movimento.

Le 5 Stelle

Forse in molti non ricordano da cosa deriva il nome Movimento 5 Stelle. Quando Beppe Grillo insieme a Gianroberto Casaleggio fondarono i pentastellati, le “5 Stelle” rappresentavano i cinque grandi temi da portare avanti.

  • Acqua pubblica
  • Mobilità sostenibile
  • Sviluppo
  • Connettività
  • Ambiente

Anche se il Reddito di Cittadinanza è stata la proposta più sbandierata durante gli anni dell’opposizione, oltre a essere stato il volano per risultare il primo partito alle ultime elezioni politiche, inizialmente i grillini si fondavano su queste cinque tematiche.

In merito all’acqua pubblica c’è stato il Referendum del 2011, anche se la vittoria del Sì non sembrerebbe aver impedito o fermato fenomeni di privatizzazione. Nella manovra comunque non è stato inserito nulla sul tema.

Per la mobilità sostenibile invece sono stati decisi incentivi da 1.500 euro fino a 6.000 euro per chi acquista auto elettriche oppure a basse emissioni. Per tutti gli altri aspetti, dalle ciclabili al car sharing, si dovrà aspettare tempi migliori.

Sullo sviluppo se da una parte sono stati previsti degli incentivi, dall’altra il ridimensionamento della finanziaria per accontentare Bruxelles ha portato a un netto taglio per quanto riguarda gli investimenti. In generale comunque non è stata decisa nessuna misura forte o “rivoluzionaria”.

Per la connettività è stato fatto molto poco. Oltre al fondo per il sostegno al Venture Capital (30 milioni l’anno fino al 2021), nel settore il governo è intervenuto soprattutto con la Web Tax: prelievo del 3% all’ammontare dei ricavi tassabili delle imprese che vendono online.

Infine c’è la questione ambiente. Ci sono state polemiche sul condono a Ischia, inserito però nel decreto Emergenze, e sulla proroga delle concessioni balneari che sono state escluse dalla direttiva Bolkestein.

Per cercare di contrastare l’inquinamento, per chi acquisterà tra il 2019 e il 2021 un’auto non elettrica o a basse emissioni con costo superiore ai 45.000 euro, ci sarà una imposta parametrata al numero di grammi di biossido di carbonio emessi.

Anche qui però manca una netta sterzata in favore di politiche ambientali radicali, soprattutto sul tema dell’energia alternativa e dello smaltimento dei rifiuti. Tirando le somme, si può dire quindi che questa manovra abbia abbastanza dimenticato le “5 Stelle” degli albori.

Vedremo quindi cosa ci riserverà il futuro, al patto che l’alleanza di governo con la Lega superi la prova delle elezioni europee di fine maggio.

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