Pensioni e stipendi, perché c’è lo sciopero contro la legge di Bilancio

Alessandro Cipolla

16 Novembre 2023 - 16:31

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Nonostante le precettazione è confermato lo sciopero del 17 novembre: dalle pensioni agli stipendi, perché i sindacati Cgil e Uil protestano contro la legge di Bilancio 2024.

Pensioni e stipendi, perché c’è lo sciopero contro la legge di Bilancio

Legge di Bilancio 2024, lo sciopero di venerdì 17 novembre è confermato anche se sarà più breve per quanto riguarda il settore dei trasporti. Questa è stata la decisione dei sindacati - Cgil e Uil, la Cisl si è sfilata da tempo - dopo che il ministro Matteo Salvini ha firmato la precettazione.

Pur di non dover cancellare lo sciopero indetto contro la legge di Bilancio, i due sindacati hanno accettato il diktat ministeriale di ridurre lo stop per quanto riguarda i trasporti pubblici da 8 a 4 ore: i mezzi - autobus, tram, treni e metropolitane - resteranno fermi dalle 9 alle 13.

Si tratta della prima mobilitazione indetta dalle sigle e riguarderà le regioni del Centro, con manifestazioni previste a Roma Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano e Campobasso. Il 24 novembre poi toccherà al Nord e a inizio dicembre al Sud.

La scelta di Matteo Salvini - che in passato sugli scioperi la pensava in maniera opposta - è stata condivisa anche da Giorgia Meloni: “Non è intenzione del governo modificare la normativa sul diritto allo sciopero. La precettazione è stata una decisione assolutamente condivisa nel governo ma sulla base dell’indicazione arrivata da un’authority indipendente, non sulla base di una scelta politica ma di una scelta di mediazione fra due diritti che vanno entrambi garantiti e per cui esiste un’autorità indipendente”.

La mobilitazione indetta dai sindacati riguarderà mezzi pubblici (autobus, tram e metropolitane), treni, taxi, Ncc, pubblico impiego, scuola, poste e nettezza urbana. Come ha precisato il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri a Rtl 102.5, lo sciopero generale contro la legge di bilancio 2024 è confermato “per otto ore, il ministro Salvini è intervenuto riducendo da otto a quattro ore soltanto per il settore dei trasporti pubblici”.

Ma perché Cgil e Uil scenderanno in piazza chiedendo ai lavoratori di incrociare le braccia come segno di protesta verso la legge di Bilancio? I motivi principali sono due: le mancate promesse sulle pensioni e gli stipendi troppo bassi.

Pensioni e stipendi: lo sciopero contro la legge di Bilancio

La legge di Bilancio 2024 è stata la prima scritta completamente dal governo Meloni: quella 2023 in buona parte è stata ereditata dal precedente esecutivo viste le elezioni a fine settembre e i tempi stretti per imbastirla ex novo e approvarla entro la fine dell’anno.

Dopo le roboanti promesse fatte in sede di campagna elettorale, Giorgia Meloni ha dovuto fare i conti con la realtà dei fatti: la legge di Bilancio attualmente in Parlamento - dove sarà blindata e probabilmente senza emendamenti - ha un impatto complessivo di 24 miliardi frutto di 16 miliardi di extra deficit e il resto di tagli.

Di questi soldi 10 miliardi sono destinati alla proroga per tutto il 2024 - poi si vedrà - del taglio del cuneo fiscale contributivo, il tutto per confermare l’aumento dello stipendio netto di circa 14 milioni di lavoratori.

Per quanto riguarda le pensioni, nella legge di Bilancio 2024 è stata confermata anche Quota 103 ma, a differenza dello scorso anno, sono state inserite diverse correzioni: la Quota 41 promessa da Matteo Salvini di conseguenza resta un miraggio.

La manovra economica non è per nulla piaciuta a Cgil e Uil che hanno indetto uno sciopero generale per protestare contro le decisioni del governo Meloni, mentre la Cisl scenderà in piazza da sola per chiedere di migliorare la finanziaria.

La nostra non è una protesta che finisce con la legge di Bilancio - ha dichiarato il leader della Cgil Maurizio Landini -, ci sono temi che rimangono: il rinnovo dei contratti, la riforma fiscale, il mercato del lavoro e la precarietà, le pensioni, su cui c’è il capolavoro del governo che peggiora la legge Fornero”.

Intervistato dal Tg3 nei giorni scorsi Landini ha rincarato la dose: “Confermiamo insieme alla Uil lo sciopero generale del 17 novembre perché è il momento di cambiare la politica economica e sociale del governo che sta facendo pagare un prezzo solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. E Salvini dovrebbe avere rispetto per i lavoratori che ci rimettono i soldi per migliorare il Paese mentre Salvini e la Lega stanno cercando di non far parlare delle cose che non hanno fatto: dovevano cambiare le pensioni e le hanno peggiorate, aumentare i salari e invece stanno calando, dovevano affrontare l’evasione e invece fanno i condoni, dovevano tassare gli extra profitti e invece niente. È chiaro che oggi stanno cercando di parlare d’altro e non delle debolezze e dell’incapacità che stanno dimostrando”.

Stesso concetto è stato ribadito anche dal numero uno della Uil Pierpaolo Bombardieri: “La manovra non dà risposte alle nostre richieste e proposte unitarie e anche nei suoi aspetti positivi rimane comunque carente, a partire dal taglio del cuneo contributivo che interviene mantenendo lo status quo e quindi non porta nessun aumento in busta paga”.

Legge di Bilancio: la distanza tra governo e sindacati

In sostanza per i due sindacati sulle pensioni il governo con questa manovra starebbe “peggiorando la Fornero”, mentre per quanto riguarda gli stipendi ci sarebbe un mantenimento dello “status quo e quindi non porta nessun aumento in busta paga”, il tutto mentre l’inflazione sta continuando a corrodere i salari dei lavoratori.

Intervenendo su Rai Uno durante la trasmissione Cinque Minuti, Matteo Salvini ha dichiarato che “sulle pensioni stiamo continuando a smontare la legge Fornero, la Cgil non protestò quando venne approvata, protesta adesso”. In verità come ha fatto notare Pagella Politica, il sindacato all’epoca proclamò lo sciopero generale contro la riforma.

I sindacati hanno la totale legittimità a scioperare, però dire che questo sia un governo che non ha a cura gli interessi dei lavoratori dipendenti, questa critica proprio no: l’unica parte espansiva della manovra è proprio questa - ha sottolineato invece il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti - Se si sommano 11 miliardi della decontribuzione confermata, 4,6 miliardi di sconto Irpef, 5 per rinnovo dei contratti della pa,1,6 miliardi per i fringe: si arriva a una cifra che è i due terzi dell’intera manovra, diretta a famiglie con redditi medio bassi e lavoratori dipendenti”.

Lo sciopero generale contro la legge di Bilancio 2024 però è confermato nonostante la precettazione e i proclami del governo di miglioramenti per quanto riguarda le pensioni e gli stipendi, con il testo che però difficilmente subirà dei cambiamenti durante il suo iter parlamentare.

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