L’incertezza sul ruolo futuro della Fed e le spinte isolazioniste USA mettono in allarme Europa e Asia, che valutano piani alternativi per evitare una nuova crisi di liquidità in dollari.
Nel 1857 la Banca d’Austria caricò dieci milioni di once d’argento su un treno per inviarle ad Amburgo, salvando le banche della città dal collasso. Tre decenni dopo, durante la crisi di Barings, fu la Francia a rispondere con una nave carica d’oro per aiutare il sistema britannico. Oggi, la storia potrebbe ripetersi sotto nuove forme: non con metalli preziosi, ma con flussi di dollari, la valuta dominante nel sistema finanziario internazionale.
A lanciare l’allarme sono diverse banche centrali in Europa e in Asia, che iniziano a domandarsi cosa accadrà quando Jay Powell lascerà la guida della Federal Reserve nel 2026. Al centro della questione ci sono le linee di swap in dollari, strumenti vitali per fornire liquidità in dollari a istituzioni non americane nei momenti di crisi finanziaria, come avvenuto nel 2008, durante la crisi dell’eurozona, e nel 2020 con la pandemia.
Queste linee di swap hanno rappresentato un ancora di salvezza per il sistema bancario globale, garantendo accesso diretto a dollari in momenti di stress di mercato. Ma con il crescente clima di nazionalismo economico negli Stati Uniti, e la prospettiva di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il loro futuro non appare più così scontato. [...]
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