Il dollaro statunitense ha subito un calo significativo dall’inizio dell’anno ma negli ultimi tempi mostra segnali di recupero che potrebbero sorprendere i mercati globali nel 2025.
Il forte declino del dollaro di quest’anno è stato una delle reazioni più evidenti al caos scatenato dai dazi commerciali di Donald Trump. Contrariamente al comportamento storico della valuta americana, che tende a rafforzarsi nei momenti di stress, il dollaro è crollato, segnando il peggior inizio anno per la valuta in più di mezzo secolo. Questo ha rappresentato un chiaro segnale negativo da parte dei mercati globali sulle politiche commerciali e geopolitiche statunitensi.
La turbolenza ha generato un vero e proprio tsunami di scambi valutari. Secondo il sondaggio triennale della Bank for International Settlements (BIS) sul mercato dei cambi, quasi $10 trilioni sono stati scambiati ogni giorno ad aprile, un aumento di quasi un terzo rispetto a tre anni fa. Questo movimento ha messo in evidenza quanto il ruolo del dollaro come valuta rifugio sia sotto pressione, mostrando il desiderio degli investitori di proteggersi dai rischi.
Tuttavia, dalla fine di aprile il dollaro ha mostrato una certa stabilità e, nel mese scorso, ha iniziato a salire. L’indice DXY, che misura il valore del dollaro rispetto a un paniere di altre valute, ha registrato un incremento del 3% dall’inizio di settembre, spingendo analisti e investitori a interrogarsi se il peggio sia ormai passato. [...]
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